[17/02/2012] News

Startup israeliana sviluppa il solare galleggiante

Come sappiamo bene in Italia, le imprese dell'energia solare in tutto il mondo competono per trovare terreni sui quali impiantare i pannelli fotovoltaici, creando a volte problemi per l'utilizzo di aree agricole. Per risolvere il problema una  startup israeliana, la Synergy Solaris, è arrivata ad una soluzione già individuata anche in Italia: invece di mettere i pannelli a terra ha pensato di metterli sull'acqua, realizzando un avveniristico impianto solare galleggiante.

Se si escludono i deserti, in Paesi piccoli densamente abitati come Israele è praticamente impossibile trovare grandi estensioni dove installare migliaia di  pannelli solari, come dice il business development manager di Solaris Synergy,  Elyakim Kassel: «in molti Paesi c'è una competizione per la terra per costruire grandi parchi solari. Il nostro sistema si presenta come una soluzione per utilizzare superfici d'acqua invece di utilizzare  terra preziosa. Qualsiasi superficie d'acqua dolce, salata o inquinata  può essere trasformata in una piattaforma di energia solare».

Il prodotto di punta della Solaris Synergy è il floating concentrating photovoltaic (Cpv) system, un sistema che concentra una grande quantità di luce solare su una piccola area per produrre energia elettrica attraverso la conversione della radiazione solare direttamente in energia elettrica. Il sistema è dotato di un design modulare che supporta power output  che vanno da diversi kilowatt a decine di megawatt, a seconda delle dimensioni.

Secondo la società israeliana, questa soluzione solar-on-water «riduce drasticamente il costo di produzione di energia rinnovabile in quanto la superficie dell'acqua viene anche utilizzata per raffreddare i pannelli solari. Questo sistema di raffreddamento mantiene a bassa temperatura gli elementi di silicio utilizzati come semiconduttori e inoltre aumenta l'efficacia e la produzione  energia estendendo la loro vita».

La Solaris Synergy è stata fondata nel 2008 ed usufruisce delle sovvenzioni per la ricerca e lo sviluppo del ministero  israeliano delle Infrastrutture; la startup è inoltre sostenuta da fondi di private equity americani, e recentemente ha ottenuto il permesso della società idrica israeliana Mekorot per costruire il primo impianto vicino alla città di Netivot e ha in corso trattative per realizzare progetti pilota con altre imprese in Gran Bretagna, Francia, Sud America e India.

Kassel sottolinea che «la sfida principale, al momento, è quella di abbassare i costi. La gente non utilizzerà la nostra tecnologia se non sarà abbastanza a buon mercato. Dato che siamo una piccola azienda, se vogliamo diffondere la nostra tecnologia in tutto il mondo, dovremo partecipare ad una global company. Non siamo l'unica azienda che si sta concentrando sull' energia sull'acqua: la concorrenza per noi è un bene, dato che dimostra che abbiamo avuto una buona idea. Dobbiamo solo dimostrare che siamo i migliori». 

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