[16/02/2012] News

I dialetti dei capretti. Anche le capre nel club della plasticità vocale con uomini, pipistrelli e cetacei

Secondo una ricerca sulle capre della Queen Mary University of London. la possibilità di modificare la "voce (plasticità vocale) e di sviluppare un "dialetto"  sarebbe potenzialmente molto più diffusa nei mammiferi di quanto si credesse. Elodie Briefer ed Alan McElligott, della School of biological and chemical sciences della Queen Mary, che hanno realizzato la ricerca sugli effetti genetici e sociali dei piccoli di capra, spiegano che «La plasticità vocale è la capacità di un individuo di modificare il suono della sua voce in base alla suo ambiente sociale. Gli esseri umani beneficiano di una forma estrema di plasticità vocale che ci permette di produrre una vasta gamma di suoni e accenti, ma nella maggior parte degli altri mammiferi (ad eccezione, ad esempio, di pipistrelli e balene) si pensava che le vocalizzazioni fossero geneticamente determinate, con una flessibilità e capacità di imparare molto limitata».

Invece a quanto pare non è così e nel ristretto club degli animali in grado di adattare la loro voce e di "parlare" un "dialetto" ci sono anche le capre. Il team britannico ha studiato quattro gruppi di capre pigmee, che erano tutti imparentati e che sono stati seguiti durante due periodi socialmente ed ecologicamente distinte: nella prima settimana di vita, quando in genere i capretti rimangono nascosti dai possibili predatori insieme ai loro fratelli, ed a 5 settimane, quando si formano i gruppi sociali con gli animali della stessa età, noti come "asili nido".

Nel rapporto pubblicato su Animal Behaviour  Briefer e McElligott scrivono che «Nonostante il loro limitato repertorio vocale, i richiami dei capretti "fratellastri" sono diventati più simili quando sono stati allevati insieme nell'ambito dello stesso gruppo sociale».

Briefer spiega: «Abbiamo trovato che i "kids" geneticamente correlati producono chiamate simili, il che non è così sorprendente. Ma i richiami dei "kids" allevati negli stessi gruppi sociali erano simili tra loro e sono diventati più simili mentre i "kids" crescevano. Questo suggerisce che i capretti modificano i loro richiami in funzione delle loro ambiente sociale,aviluppando "dialetti" simili».

Ma non si tratta solo di una "curiosità" l'esistenza della plasticità vocale in  mammiferi come le capre rivela un possibile percorso per comprendere l'inizio dell'evoluzione della comunicazione vocale, che alla fine ha portato al complicato e variegato linguaggio umano ed alla parola che ci permette di esprimere simboli, metafore e sentimenti.

McElligott sottolinea che «La ricerca mette in luce anche le importanti abilità cognitive che possiedono alcuni dei nostri animali domestici, e che sono rimaste inosservate fino ad ora. Una migliore conoscenza del loro comportamento e della loro cognizione fornisce informazioni essenziali per migliorare il benessere degli animali».

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