[16/02/2012] News

L'Iran all'Ue: «Avete capito male. Taglio esportazioni petrolio verso l'Europa è sicuro»

Ahmadinejad: «Abbiamo 3.000 nuove centrifughe per arricchire l’uranio. Costruire 4 nuovi reattori nucleari»

Ieri (e stamani sulle pagine dei  giornali) l'Europa aveva tirato un sospiro di sollievo dopo che il portavoce del ministro iraniano del petrolio aveva smentito le notizie apparse su diversi media nazionali sulla sospensione delle forniture di greggio a 6 Paesi europei. «Smentiamo queste informazioni. Se una tale decisione fosse stata adottata, sarebbe stata annunciata dal Consiglio supremo nazionale di sicurezza dell'Iran (Csns)» aveva detto il ministero dopo che l'informatissima e semi-ufficiale televisione satellitare iraniana Press TV aveva annunciato che, in risposta alle sanzioni Ue, l'Iran avrebbe sospeso le sue forniture di petrolio ad Italia, Francia, Grecia Olanda, Portogallo e Spagna,

Ma il sollievo è durato poco: oggi la radio ufficiale Iraniana Irna in un dispaccio in italiano spiega: «Quello di ieri, mercoledì, non è stato solo un ultimatum agli ambasciatori di sei paesi europei aderenti all'embargo contro l'Iran, ma l'annuncio vero e proprio dell'interruzione delle forniture di petrolio a questi Paesi. L'agenzia iraniana Fars ha riferito negli ultimi minuti di mercoledì che una fonte attendibile ha annunciato che la convocazione di ieri degli ambasciatori di Italia, Spagna, Grecia, Francia, Olanda e Portogallo al ministero degli esteri non è stato per l'annuncio di un ultimatum, ma per l'annuncio dell'interruzione delle esportazioni di greggio a questi paesi». Secondo la fonte dell'agenzia Fars «L'interruzione verrà rimandata al massimo per qualche giorno per questioni umanitarie e per il freddo polare che ha colpito l'Europa ma non di più».

Infatti, secondo Irib, ieri «Il ministero degli esteri di Teheran ha convocato gli ambasciatori di Italia, Olanda, Spagna, Francia, Grecia e Portogallo, ricordando di avere intenzione di interrompere prossimamente le forniture di greggio a questi paesi a meno che decidano di stipulare contratti a lungo termine per l'acquisto del petrolio iraniano e garantire i pagamenti».  

La stampa iraniana è convinta che il rincaro del greggio sia dovuto al «Monito dell'Iran a sei Paesi europei circa la prossimità del taglio delle esportazioni di petrolio»  perché «Subito dopo le convocazioni il Brent a Londra è salito a 120 dollari, il prezzo più alto dall'Agosto 2011. Il petrolio alla borsa di New York è superato invece la soglia dei 102 dollari».

Oggi l'ambasciatore iraniano in Russia, Sayed Mahmoud Reza Sajjadi, ha convocato una conferenza stampa  per ribadire che «Decretando un embargo sul petrolio iraniano l'Ue si lancia in un gioco politico dal quale gli importatori europei usciranno perdenti. L'Europa ha commesso un errore politicizzando la questione energetica. Se i consumatori di petrolio possono decretare un embargo, anche i fornitori sono in grado di farlo. E' un gioco politico, gli importatori di energia ne usciranno perdenti. Teheran non interromperà le sue esportazioni di petrolio solo per ragioni umanitarie».

Anche sull'altro fronte "energetico", il nucleare, che poi è la vera causa dell'embargo e contro-embargo petrolifero, le cose non sembrano mettersi per niente bene. L'Iran ha informato gli ambasciatori europei di essere pronto al dialogo con il Gruppo 5+1 (Usa, Cina, Russia, Francia Gran Bretagna e Germania) ma Irib aggiunge che «Considerando le nuove conquiste nel nucleare e l'interruzione dell'esportazione all'Europa, questa volta la posizione dell'Iran nelle trattative sarà ulteriormente rafforzata».

Gli iraniani sono in pieno delirio nazionalista/atomico dopo che ieri il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha inserito l'uranio prodotto in Iran arricchito al 20% nel reattore di ricerca di Teheran. La televisione di Stato ha trasmesso la cerimonia in diretta ed Ahmadinejad è stato informato  pubblicamente del processo produttivo e delle performance dell'impianto, poi sono state illustrate altre "realizzazioni" della tecnologia nucleare iraniana, come la chemioterapia per curare il cancro.

Ahmadinejad non si è limitato a questioni mediche: «Il più grande tradimento dell'Occidente nei confronti dell'umanità è stato il tradimento scientifico. L'Occidente vuole per sé il monopolio della scienza e della tecnica e tratta con disprezzo ed ostilità i popoli non-occidentali che raggiungono il progresso scientifico»  ha detto prima di rivolgersi direttamene ai Paesi occidentali ed in particolare agli Usa, chiedendosi se «Una nazione che spende 80 miliardi di dollari all'anno per modernizzare le sue 10 mila bombe, sia in grado di dare lezioni di morale nucleare agli altri Paesi. I 7-8 paesi che hanno in mano il nucleare, usano l'inganno dell'allarme alla bomba per impedire agli altri Paesi di usare questa tecnologia utile e conveniente (sic!) per il proprio progresso».

Il presidente iraniano ha rivelato in diretta Tv la realizzazione di una nuova generazione di centrifughe made in Iran per l'arricchimento dell'uranio e il capo dell'Organizzazione dell'energia atomica dall'Iran, Fereidoon Abbasi, ha confermato che l'Iran ieri ha attivato la prima parte della nuova generazione di centrifughe nel sito di arricchimento dell'uranio di Natanz, spiegando che «Questo  gesto, in larga misura, accelererà le attività di arricchimento dell'uranio del Paese ed è una risposta forte alle ostilità occidentali». Secondo quanto ha spiegato un reportage della televisione satellitare locale di Natanz, «La nuova generazione di centrifughe è in fibra di carbonio e funziona tre volte più efficacemente di quelle di terza generazione». Le nuove centrifughe avviate a Natanz sarebbero 3.000 ed il loro numero totale in Iran sarebbe ormai arrivato a 9.000.

Non pago, Ahmadinejad ha ordinato la costruzione di 4 nuovi reattori nucleari destinati alla ricerca ed alla produzione di isotopi: «Conformemente ai bisogni del Paese, è necessario costruire questi reattori in 4 siti diversi, al fine di condurre delle ricerche scientifiche e di produrre dei radio-isotopi indispensabili per le gravi malattie del cancro».

Oggi l'agenzia Fars esulta perché «Dopo l'annuncio di ieri delle nuove conquiste della scienza iraniana nel settore nucleare, la Russia ha annunciato al mondo che queste dimostrano ancora una volta che le sanzioni contro Teheran non hanno avuto alcun effetto». Il vice-ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha infatti detto che «Le sanzioni non hanno avuto effetto sul programma nucleare iraniano» e che «Far passare il tempo non è a favore delle potenze mondiali. Bisogna dialogare con l'Iran sul suo programma nucleare. Nei negoziati bisogna trovare un compromesso e rispettare anche le richieste dell'Iran per poter sperare nella loro riuscita. Non c'è alcun motivo per pensare che il programma nucleare iraniano sia di natura militare. Quando l'Iran avrà raggiunto il livello più elevato di tecnologia nel settore nucleare, non avrà chiaramente alcun interesse a negoziare e per questo non bisogna perdere tempo». Non si capisce però bene, se le cose stanno così, cosa ci stia a fare la Russia nel G5+1  e perché abbia approvato le precedenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu sul dossier nucleare iraniano.

Ma la Russia sembra diventata la retrovia politica della Repubblica islamica: l'ambasciatore Sayed Mahmoud Reza Sajjadi nell'odierna conferenza stampa a Mosca ha annunciato che «L'Iran è pronto a rispondere ad ogni attacco militare. Se avranno luogo degli attacchi, in seguito alla stupidità degli Stati Uniti, noi stessi risponderemo non importa in quale luogo». Di cosa si tratti lo aveva già  spiegato qualche giorno fa a Teheran Hossein Salami, comandante aggiunto dei pasdaran dalla rivoluzione islamica: «Ogni  territorio utilizzato dal nemico per delle operazioni militari contro la Repubblica islamica sarà attaccato dalle nostre forze armate».

L'ambasciatore Reza Sajjadi ha invece detto che «Le informazioni riguardanti la presenza in Siria di unità  di élite iraniane sono false. Pensiamo che queste informazioni vengano pubblicate per indebolire le posizioni dell'Iran e della Siria. La Siria non ha bisogno di unità d'élite iraniane».

Infatti il regime nazional-socialista di Bashir al Assad sta massacrando molto bene da solo il suo popolo, ma è indubitabile che non potrebbe farlo con questa "efficiente" ferocia senza le armi russe e gli aiuti iraniani e cinesi. Inoltre gli iraniani sono sospettati di aver inviato "volontari" in Siria e armano e sostengono Hezbollah in Libano che sembra più che coinvolta nel massacro siriano, che si sta ogni giorno di più trasformando in una guerra civile-confessionale.

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