[13/02/2012] News

Eternit, bene la storica sentenza ma resta il problema bonifiche…

…e soprattutto resta il problema di dove collocare le quantità provenienti dalle bonifiche

Disastro doloso e rimozione di cautele: con questi capi di accusa il Tribunale di Torino ha condannato a 16 anni di carcere ciascuno il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier alla fine del processo Eternit. Una sentenza storica, ancorché al primo grado di giudizio, e molto attesa. Secondo quando dice l'Ansa il tribunale «ha ritenuto i due imputati colpevoli di disastro doloso solo per le condizioni degli stabilimenti di Cavagnolo (Torino) e Casale Monferrato (Alessandria). Per gli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli) i giudici hanno dichiarato di non doversi procedere perché il reato è prescritto. Il Presidente del Tribunale Giuseppe Casalbore è passato ora a elencare gli indennizzi a favore delle parti civili, che sono alcune migliaia».

Dunque sapevano e fecero finta di niente, mentre migliaia di persone si ammalavano. Il processo è durato oltre due anni e si è articolato in 65 udienze. Ai dirigenti vengono contestate le morti di 2.100 persone e le malattie che hanno colpito altre 800 persone nelle zone degli stabilimenti di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). Le parti civili che si sono costituite in giudizio sono oltre seimila.

Ma la battaglia contro l'amianto non si gioca solo nelle aule di tribunale. Lì si formulerà una verità giuridico/legale che non riporterà in vita i morti e speriamo che almeno fornisca i doverosi riconoscimenti economici. La vera battaglia è far in modo che altre persone non si ammalino più, che significa bonifiche. Sono ancora moltissimi i capannoni, le scuole, le case dove l'amianto è ancora presente e a cui bisogna metter mano. Che significa soldi, tanti soldi necessari per questa operazione che è questione veramente di vita o di morte. Oltre al fatto che poi bisogna trovare soluzione anche per dove smaltire tutto questo materiale. Anche dove esiste una legge che prevedeva che ogni discarica avesse un modulo dedicato allo smaltimento dell'amianto, per usare un eufemismo, non ha funzionato.

In questo strano Paese, infatti, non mancano certo le leggi, anzi. Il guaio è che spesso la loro interpretabilità e contraddittorietà l'una con l'altra, spesso vanifica anche le migliori intenzioni. Ma a mancare è soprattutto il coraggio e la volontà politica di applicarle, quasi sempre per ragioni elettorali, che è assai peggio e molto più preoccupante. Il fatto che scientificamente sia provato che l'amianto una volta sepolto essendo un minerale perda la sua pericolosità proprio perché torni a fare il minerale, non sembra interessare molto. Sembra quasi che si preferisca che poi l'amianto lo si ritrovi nei campi o nelle discariche abusive per poi gridare contro le ecomafie. Le discariche vengono osteggiate da tutti e si preferisce tranne qualche raro caso l'esportazione, quasi sempre in Germania. 

«La sentenza del Tribunale di Torino che ha condannato a 16 anni i titolari della Eternit è una sentenza importantissima per il diritto alla salute e deve far riflettere la politica sulla stringente necessità di avviare un processo di conversione ecologica di cicli industriali inquinanti e che sono causa di malattia e morte per tanti cittadini». È il commento del presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che aggiunge: «l'Amianto continua ad essere un'emergenza dimenticata nel nostro Paese, che dovrebbe investire di più nella bonifica».

«In Italia ci sono ancora 2,5 miliardi di metri quadri di coperture di Eternit, pari a 32 milioni di tonnellate di cemento-amianto e molte tonnellate di amianto friabile, per un totale di amianto puro di circa 8 milioni di metri cubi. La consistenza fibrosa dell'amianto è causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell'apparato respiratorio quali asbestosi, mesotelioma pleurico e carcinoma, polmonari e bronchiali. Le previsioni sono di un aumento di tali malattie, che oggi si assestano a 1.600 l'anno di cui circa 1.000 con esiti fatali».

Sulla condanna in primo grado che chiude un capitolo del processo Eternit non si è fatto attendere il commento degli Ecodem, col presidente nazionale Fabrizio Vigni che afferma come ‹‹la sentenza sulla tragica vicenda dell'Eternit non cancella purtroppo né le sofferenze né i lutti provocati dall'amianto, ma assume una straordinaria importanza perché afferma con inequivocabile nettezza i valori della sicurezza del lavoro, della salute dei cittadini e della tutela dell'ambiente come valori assolutamente prioritari. Si chiude una lunga e drammatica vicenda giudiziaria, ma deve ora proseguire, con ancora maggior forza di prima, l'impegno contro i rischi per la salute e per l'ambiente provocati dall'amianto e più in generale per la sicurezza nei luoghi di lavoro››

Anche l'associazione ambientalista Legambiente, da parte sua, definisce questa sentenza  "una sentenza storica": ‹‹il caso italiano sia esempio nel mondo. Di amianto si muore ancora, è necessario accelerare le bonifiche››.

‹‹Una sentenza esemplare che restituisce giustizia a migliaia di persone e famiglie che hanno sopportato e sopportano ancora un vero calvario. Ci sono voluti più di trent'anni di lotta per affermare che l'amianto uccide e finalmente, da oggi, questo non potrà più essere messo in dubbio. Il caso italiano sia ora d'esempio e faccia giurisprudenza nel mondo, soprattutto nei Paesi dove l'amianto continua ad essere estratto e lavorato e continua silenziosamente a mietere vittime››.

Così il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza commenta la sentenza del processo Eternit emessa oggi a Torino, che condanna il manager dell'industria Schmidheiny e il barone De Cartier a 16 anni di reclusione per disastro doloso e omissione di cautele.

Anche Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, costituitasi parte civile al processo e presente alla lettura della sentenza insieme a centinaia di persone tra cui moltissimi francesi, esprime soddisfazione per il verdetto di primo grado: ‹‹fin dall'inizio ci siamo schierati dalla parte dei familiari delle vittime - ha dichiarato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta - in molti casi amici, come Luisa Minazzi, storica esponente di Legambiente e simbolo della battaglia per la giustizia condotta dalle vittime dello stabilimento Eternit a Casale Monferrato. Questa sentenza è sicuramente un risultato storico per la tutela dei lavoratori ma anche per la salute dei cittadini che ancora oggi, spesso inconsapevolmente, sono esposti al rischio amianto››.

Nella nota Legambiente ricorda che tra le aziende protagoniste di queste lavorazioni pericolose per la salute umana non c'è solo l'Eternit ma anche la Fibronit a Bari e Broni (PV) o la Sacelit in provincia di Messina e che anche di queste l'Italia dovrà occuparsi.

Un'eredità pesante quella della produzione d'amianto nel nostro Paese, che va da un milione di metri quadrati delle coperture di edifici privati di Casale Monferrato (Al) ai 45milioni di m3 di pietrisco di scarto contaminato presso la miniera di Balangero (To), passando per i 90mila m3 di fibra, in varie forme, contenuto nello stabilimento produttivo di cemento amianto nella città di Bari, fino ad arrivare ai 40mila big bags contenenti rifiuti d'amianto prodotti fino ad oggi con la bonifica di Bagnoli a Napoli. C'è poi l'amianto domestico, sparso nelle case, scuole o edifici pubblici. Su questo non ci sono ancora dati certi ma le ultime stime del Cnr e dell'Ispesl parlano di oltre 32 milioni di tonnellate presenti sul territorio nazionale, ma i numeri totali potrebbero essere molto maggiori.

‹‹Le bonifiche - ha concluso Cogliati Dezza - in molti casi o non sono partite proprio o sono ancora nella fase di messa in sicurezza. Non c'è più tempo da perdere, dobbiamo liberarci dall'amianto quanto prima e evitare che la strage possa continuare per troppo tempo nel futuro››. Purtroppo i dati sanitari dell'Inail ci dicono che nel nostro Paese gli effetti dell'esposizione all'amianto sono destinati a crescere fino al 2020 e le stime indicano alcune decine di migliaia di casi nei prossimi anni. 

Questo il commento del ministro dell'ambiente Corrado Clini: "La condanna dell'Eternit è giusta ed era inevitabile. Il problema vero oggi in Italia e che, nonostante l'impegno del Ministero dell'ambiente in questo campo e le ingenti risorse impiegate (circa 50 milioni di euro solo nelle aree industriali più inquinati, i cosiddetti SIN, Siti di interesse Nazionale), non abbiamo ancora una mappatura completa dei siti che devono essere risanati per l'inquinamento da amianto. Si tratta di decine di migliaia di realtà, dalle più piccole alle più grandi, e per le quali il monitoraggio avviato con le Regioni non è stato ancora concluso. Speriamo che la sentenza su Casale Monferrato faccia da battistrada e da stimolo per consentire una piena e completa conoscenza del problema a livello nazionale e per avviare un serio, organico programma di bonifiche".

 

 

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