[10/02/2012] News

Nuova normativa sul vino biologico: per Assobio pił ombre che luci

Come già annunciato (vedi link a fondo pagina) il nuovo regolamento Ue per il "vino biologico", permetterà dalla prossima vendemmia, di etichettare anche il vino come bio, utilizzando anche il logo europeo (il settore vitivinicolo è l'unico al quale ancora non si applicava integralmente la normativa dell'Ue sulla produzione biologica, prevista dal regolamento CE n. 834/2007).

Le norme oggi in vigore concernenti il "vino ottenuto da uve biologiche" non coprono le pratiche enologiche, ossia l'intero processo di vinificazione, ma anche le nuova normativa approvata non è immune da critiche. «La genesi del regolamento è stata abbastanza sofferta- ha dichiarato il segretario di Assobio, Roberto Pinton- la discussione è iniziata nei primi mesi del 2009, ma nel giugno 2010 il commissario Ciolos si era visto costretto a ritirare la bozza di proposta della Commissione per il mancato consenso degli Stati membri: quelli meridionali, Italia compresa, contestavano la limitata differenza con le pratiche enologiche convenzionali; qualcuno di quelli centro-settentrionali sollecitava dosaggi di solfiti più elevati».

La percentuale di anidride solforosa ammessa è di 100 mg/l per i rossi (è 150 mg/l sul convenzionale) e di 150 mg/l per bianchi e rosati (è 200 mg/l sul convenzionale). Per gli spumanti si va dai 155 mg/l (contro 185 mg/l sul convenzionale) per i DOC e IGT, a 205 mg/l (contro i 235 mg/l).

«La riduzione dell'anidride solforosa è talmente limitata - ha continuato Pinton - da non poter probabilmente essere spesa per la promozione del prodotto, che dovrà concentrarsi sugli aspetti ambientali e agricoli».

Il segretario di Assobio evidenzia come neppure l'ammissione delle resine a scambio ionico, dell'osmosi inversa, del riscaldamento fino a 65/70 gradi (ma non della crioconcentrazione), tutte prassi diffuse nell'enologia convenzionale, siano particolarmente utili per promuovere il vino biologico.

«E' previsto che i tannini debbano essere bio, ma non i chip di quercia (l'uso dei quali è da qualche anno ammesso nella produzione di vino in genere con funzione aromatizzante che simula l'affinamento in barrique). Dato che anche sulle querce si ricorre a trattamenti (contro insetti defogliatori, xilofagi e funghi), non sarebbe stato inopportuno prevedere che le essenze di provenienza dei chip non fossero state trattati con sostanze non ammesse in agricoltura biologica e che fosse richiesta quantomeno una dichiarazione del fornitore sulla situazione dei boschi di prelievo (non limitrofi a fonti di inquinamento quali inceneritori, discariche o centrali nucleari)» ha concluso Pinton.

I pregi e difetti della nuova normativa saranno al centro del 1° Forum su Vino Biologico e Biodinamico in programma il 24 febbraio a Siena, presso Enoteca Italiana (dalle 14.30 alle 19.30), evento organizzato da Biolitalia (associazione di produttori bio) e Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in collaborazione con BioEco Certifica. 

Per informazioni: Segreteria organizzativa Biolitalia Rif. Floriana Di Cintio: Tel. 0805582512 - info@biolitalia.it - www.biolitalia.it

 

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