[07/02/2012] News

Frode nel biologico, FederBio si č costituita parte civile

Il presidente Carnemolla: «Incondizionata disponibilitą a collaborare con la magistratura»

Il sette dicembre la guarda di finanza di Verona portò a termine l'operazione "Gatto con gli stivali" che scosse e non poco il mondo del biologico. Una gigantesca frode grazie alla quale una serie di soggetti era riuscita, scriveva il comando provinciale della Gdf, a «quadruplicare i guadagni, a garantire come biologici milioni di quintali di prodotti agricoli che biologici non erano mai stati, a far figurare come provenienti da produzioni locali cereali che, tra l'altro, di italiana avevano solamente la destinazione finale». Ovviamente questo ha gettato discredito su tutto il biologico e FederBio, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, ha deciso ora di costituirsi parte civile nel procedimento penale relativo alla frode commerciale e fiscale emersa proprio attraverso l'operazione "Gatto con gli stivali". Lo fa esattamente con l'obiettivo di tutelare l'intero comparto.

«FederBio ha assunto la determinazione di costituirsi parte civile nei giudizi per frode che possono danneggiare l'immagine delle quasi 50.000 aziende biologiche perbene e degli oltre 300.000 addetti del comparto più brillante dell'agro-alimentare italiano. - commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio - La scelta testimonia senza alcuna ambiguità da che parte sta la Federazione ed evidenzia anche la sua incondizionata disponibilità a collaborare con la magistratura perché vengano perseguite con la massima severità tutte le responsabilità per azioni fraudolente. Va detto che quanto accaduto poteva essere almeno in parte prevenuto e che il mercato non è stato allertato per tempo, così come si può ritenere che la frode è proseguita al di fuori dei confini italiani anche grazie al ritardo con cui si sono attivate le autorità competenti tedesche e rumene, della cui azione, al momento, non si ha ancora nessuna notizia».

L'indagine condotta dalle fiamme gialle veronesi ha riguardato oltre 40 imprese, tutte operanti nel settore della produzione e commercializzazione di cereali e frutta fresca e localizzate in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Puglia e Sardegna.

Il volume delle transazioni scoperto è di oltre 200 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti, più di 2.500 tonnellate di merce (frumento, favino, soia, farine, frutta fresca principalmente) sequestrata in quanto falsamente biologica, oltre 700 mila tonnellate di prodotti alimentari dichiarati falsamente biologici commercializzate.

La merce in parte prodotta in Italia (Puglia, Marche, Emilia Romagna, Veneto) ed in parte importata dalla Romania è poi stata rivenduta, oltre che in Italia, in Olanda, Germania, Spagna, Francia Belgio, Ungheria, Austria e Svizzera.

Come ebbe già a dire Legambiente quando scoppiò il caso, «E' chiaro che al lavoro degli istituti preposti al controllo è necessario affiancare una governance della sicurezza alimentare ancora più efficace, perché il fenomeno delle frodi alimentari è sempre più diffuso e danneggia uno dei comparti del nostro agroalimentare maggiormente apprezzato dai consumatori, che fa registrare volumi di vendita crescenti. Il biologico è un tassello molto importante della nostra economia che dobbiamo sostenere e sul quale vigilare con la massima attenzione soprattutto in un momento di crisi come quello attuale. I cittadini italiani hanno diritto a prodotti alimentari sicuri».

Torna all'archivio