[01/02/2012] News

Concord all’Ue: «Le politiche commerciali europee non possono essere Brics contro Paesi in via di sviluppo»

Dopo la proposta dell'Unione europea di rivedere le sue relazioni commerciali con i Paesi in via di sviluppo, tagliando 1 miliardo e 50 milioni di euro di  "aiuti al commercio", differenziando le politiche di sostegno tra i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e quelli  meno sviluppati, e dopo che la Commissione europea ha reso nota la nuova strategia decennale  "Trade, Growth and Development" , interviene Concord., la confederazione europea di Organizzazioni non governative che si occupano di emergenze e sviluppo (in Italia aderisce Plan International), che «Riconosce gli sforzi della Commissione europea per concentrarsi sui Paesi meno sviluppati, ma è preoccupata che la politica commerciale dell'Ue sia più interessata a trarre profitto che ad assistere lo sviluppo».

Il direttore di Concord,  Olivier Consolo, spiega che «Concentrare più aiuti ai Paesi meno sviluppati è necessario e benvenuto in quanto attualmente c'è una mancanza di sostegno, che rappresenta solo il 20% delle attuali misure di "aiuti al commercio". Ma l'Ue non dovrebbe vedere il mondo in via di sviluppo come il Brics contro il resto del mondo. Purtroppo grandi disuguaglianze e livelli di povertà restano e sono anche in aumento in alcuni dei più ricchi Paesi in via di sviluppo, nonostante il loro alto livello di crescita economica. La Commissione Ue deve essere più chiara su quali siano esattamente i Paesi che potrebbero perdere il suo sostegno e dimostrare che la nuova politica non influenzerà negativamente il loro sviluppo».

Secondo Marc Maes, trade policy officer della coalizione di Ong belga  11.11.11 e membro di Concord, «Il nuovo piano è più sugli aiuti al profitto commerciale dell'Ue che su come la politica commerciale sosterrà lo sviluppo. L'Ue può indicare il mercato come "sostegno su misura", ma il reale obiettivo è quello di imporre i propri standard commerciali proprio ai Paesi in via di sviluppo».

Insomma la strategia decennale  "Trade, Growth and Development" non convince affatto Concord, che chiede «Una politica commerciale trasparente ed inclusiva verso i Paesi in via di sviluppo, che sia il risultato di uno sforzo comune per individuare le misure commerciali che sono veramente adeguati alle loro esigenze. La coerenza con le politiche di sviluppo deve essere più presente nelle politiche commerciali».

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