[31/01/2012] News

Belpaese addio. Dossier di Fai e Wwf: «Nei prossimi 20 anni a rischio cemento 25 ettari al giorno»

Road map per fermare il consumo di suolo

Quella raccontata dal dossier "Terra Rubata - Viaggio nell'Italia che scompare", presentato oggi a Milano da Fondo italiano per l'ambiente (Fai)  e Wwf, è un'Italia «Erosa dalle lobby del cemento e del mattone che fagocitano per sempre, al ritmo di 75 ettari al giorno, tesori naturalistici e paesaggistici, terreni agricoli  e spazi di aggregazione sociale che non saranno più restituiti all'ambiente e alla collettività: è la fotografia di un processo irreversibile e in crescita, quello della perdita di territorio», ma le due associazioni illustrano anche analisi e proposte.

Secondo il Dossier, «Nei prossimi 20 anni la superficie occupata dalle aree urbane crescerà di circa 600mila ettari, pari ad una conversione urbana di 75 ettari al giorno,  raffigurabile come un quadrato di 6400 kmq». Da quanto emerge da un'indagine condotta in 11 regioni italiane, circa il 44% della superficie totale del nostro Paese, «L'area urbana in Italia negli ultimi 50 anni si è moltiplicata, secondo i dati ufficiali, di 3,5 volte ed è aumentata, dagli anni '50 ai primi anni del 2000, di quasi 600mila ettari, oltre 33 ettari al giorno e 366,65 mq a persona con valori medi oltre  il 300% e picchi di incremento fino al 1100% in alcune regioni, equivalenti all'intera regione del Friuli Venezia Giulia, come risulta da un progetto di ricerca promosso dall'Università degli Studi dell'Aquila in collaborazione con il Wwf Italia, l'Università Bocconi, l'Osservatorio per la Biodiversità, il Paesaggio Rurale e il Progetto sostenibile della Regione Umbria».

Il fenomeno della cementificazione italiana non risponde ad un aumento della popolazione che ne giustifichi l'ampiezza: il dossier fa notare che «In 50 anni (1951 - 2011) persino quei comuni che si sono svuotati a causa dell'emigrazione sono cresciuti di oltre 800 mq per ogni abitante perso. Resta la piaga dell'abusivismo edilizio, che dal 1948 ad oggi ha ferito il territorio con 4,5 milioni di abusi edilizi, 75mila l'anno e 207 al giorno, e in favore negli ultimi 16 anni ci sono stati 3 condoni (1985, 1994 e 2003). Poi ci sono le cave che nel solo 2006 hanno mutilato il territorio escavando  375 milioni di tonnellate di inerti e 320 milioni di tonnellate di argilla, calcare, gessi e pietre ornamentali. I progetti delle grandi infrastrutture, invece, mettono a rischio 84 aree protette, 192 Siti di Interesse Comunitario  e 64 International Bird Area. Si registra poi in agricoltura dal 2000 al 2010 una diminuzione della Superficie aziendale totale (Sat) dell'8% e della Superficie agricola utilizzata (Sau) del 2,3%, mentre il numero delle aziende agricole e zootecniche diminuisce nello stesso periodo del 32,2% in meno di aziende agricole e zootecniche. Il risultato è un territorio meno presidiato e più fragile: in Italia circa il 70% dei Comuni è interessato da frane che, tra il 1950 e il 2009, hanno provocato 6439 vittime tra morti, feriti e dispersi. Allarmante anche il rischio desertificazione: il 4,3% del territorio italiano è considerato "sensibile a fenomeni di desertificazione" e il 12,7% come "vulnerabile"».

Dati in gran parte già noti ma che messi tutti insieme danno l'impressionante quadro di un disastro paesaggistico ambientale e sociale che non ha eguali nei Paesi dell'Europa occidentale, se si esclude la Spagna che asta scontando la crisi della sua bulimia da cemento, e a piccolissima Malta dove la densità abitativa e cementizia è record.

Fai e Wwf propongono una map in 11 unti per fermare il consumo del suolo:

Per contrastare i ladri di territorio ed arrestare il consumo di suolo Fai e Wwf presentano una road map con 11 linee di intervento:

1. Introdurre contenuti innovativi nella nuova generazione dei piani paesistici ponendo limiti al nuovo edificato con estensione delle tutele alle  aree di pregio naturalistico non tutelate e alle aree agricole.  

2. Applicare la Valutazione Ambientale Strategica anche ai piani paesaggistici.  

3. Procedere su scala locale ad una moratoria del nuovo edificato in attesa della redazione della nuova pianificazione paesistica.

4. Migliorare la qualità degli interventi urbanistici, rivedendo gli standards dei servizi urbani, e integrando nella pianificazione urbanistica i piani per il verde pubblico e dei trasporti.

5. Dare priorità al riuso di suoli già compromessi e già utilizzati da trasformare nell'interesse, anche residenziale, della collettività in alternativa al consumo di nuovo suolo.

6. Debellare l'abusivismo attraverso la completa definizione di pratiche di abusivismo pregresse, la conseguente demolizione di immobili non suscettibili di condono, la definitiva rinuncia ad ogni nuovo condono. 
7. Autorizzare i Cambi di Destinazione d'Uso valutando gli effetti che questi comportano per la collettività in termini di trasporto, viabilità, incidenza sulla qualità ambientale e paesistica. 

8. Introdurre adeguati meccanismi fiscali che da un lato introducano un più severo regime di tassazione sull'utilizzo di nuove risorse territoriali e, dall'altro, individuino agevolazioni sul riuso di territorio o suo riutilizzo mediante un minor consumo di suolo. 

9. Aumentare il grado di tutela delle nostre coste valutando un'estensione generalizzata dei 300 m di salvaguardia dalla linea di battigia sino ad almeno 1000 metri (come aveva meritevolmente fatto in Sardegna il piano paesistico della Giunta Soru).  

10. Difendere i fiumi, prevedendo non solo il rispetto delle fasce fluviali indicate nei Piani di Assetto Idrogeologico restituendo naturalità ai corsi d'acqua e procedendo finalmente agli interventi di abbattimento e delocalizzazione degli impianti situati nelle aree a rischio idrogeologico.  

11. Stabilire definitivamente che gli interventi di bonifica  del siti inquinati devono avvenire nel rispetto del principio comunitario "Chi inquina paga" escludendo che i costi di bonifica vengano compensati attraverso il riuso delle aree a fini edificatori. 

Nella foto il consumo di suolo a Bologna dal 1955 al 1993

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