[31/01/2012] News

Esportazione di materie prime: l’Omc condanna la Cina

Pechino: «Vogliamo difendere l'ambiente e le risorse esauribili»

Nel giugno 2009 gli Usa hanno chiesto all'Appellate Body dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) l'apertura di consultazioni con la Cina riguardanti 32 misure restrittive, che Pechino ha messo sulle esportazioni di diverse materie prime, ed hanno sollevando il dubbio che ce ne siano altre non pubblicate. Secondo gli americani la Cina così violerebbe gli articoli VIII, X ed XI del Gatt del 1994 e numerosi articoli del protocollo di accesso della Cina all'Omc. Nel luglio 2009 anche l'Unione europea si è associata alla denuncia Usa, seguita da Canada, Messico e Turchia. Nel novembre 2009 gli Usa hanno chiesto all'Omc di istituire un gruppo speciale che si occupasse della vicenda, cosa che è stata fatta.

La controversia riguarda 4 tipi di restrizioni delle esportazioni cinesi su alcune materie prime: diverse forme di bauxite, coke, fluorite, magnesio, manganese, carburo di silicio, silicio metallico, fosforo giallo e zinco.  La Cina è un grosso produttore di tutte queste materie prime, preziosissime per la produzione di oggetti di uso quotidiano e soprattutto per i prodotti tecnologici.

Secondo gli americani, gli europei e gli altri, con queste restrizioni alle sue esportazioni la Cina «Provoca la  penuria ed il rincaro delle materie prime sui mercati mondiali. Queste restrizioni danno al settore produttivo nazionale cinese un vantaggio notevole, assicurandogli un approvvigionamento sufficiente così come dei prezzi più bassi e più stabili per le materie prime»

Quando ha aderito all'Omc, la Cina si era impegnata ad eliminare tutte le tasse sull'esportazione, escluso per alcuni prodotti elencati in un annesso al protocollo di accesso, nel quale Pechino si impegnava a non applicare contingenti di esportazione, cioè restrizioni alle quantità di materie prima da esportare. Ora Il gruppo speciale dell'Omc dice di aver constatato che «I diritti di esportazione della Cina sono incompatibili con gli impegni che aveva contrattato con il suo protocollo di accesso. Ha anche constatato che i contingenti di esportazione imposti dalla Cina per alcune materie prime sono incompatibili con le regole dell'Omc». Secondo il gruppo speciale quanto sottoscritto dalla Cina «Non le permette di ricorrere alle eccezioni generali enunciate all'articolo XX del Gatt del 1994 per giustificare i suoi diritti di esportazione incompatibili con le regole dell'Omc», aggiungendo che «Anche se la Cina può invocare alcune eccezioni previste nelle regole dell'Omc per giustificare i suoi diritti di esportazione, non si è conformata alle prescrizioni relative a queste eccezioni».

La Cina ha obiettato che, per alcune materie prime,  le restrizioni sono dovute  alla necessità di salvaguardare le  risorse naturali esauribili, ma secondo l'Omc  «Non ha però potuto dimostrare che queste restrizioni erano applicate congiuntamente a delle restrizioni alla produzione o al consumo nazionale delle materie prime, in vista della loro conservazione».  Nonostante questo, il Gruppo speciale ha riconosciuto che «La Cina va apparentemente nella buona direzione, adottando un quadro per giustificare i suoi contingenti riguardo alle regole dell'Omc, ma  questo quadro non è ancora conforme alle regole dell'Organizzazione perché deve entrare ancora in vigore per i produttori nazionali».

Per alcune materie prime, la Cina dice di aver imposto il contingentamento ed i diritti di esportazione  perché sarebbero necessari a proteggere la salute della popolazione, ma secondo l'Omc «Non ha potuto dimostrare che i suoi diritti e contingenti di esportazione produrranno una diminuzione dell'inquinamento a breve e medio termine e contribuirebbero così al miglioramento della salute della popolazione».

La Cina si era anche impegnata ad eliminare ogni restrizione al "diritto di commercio", il regime di Pechino accorda alle imprese parallelamente alle disposizioni riguardanti l'accesso al mercato e la non-discriminazione garantiti nel quadro dell'Omc. I ricorrenti hanno vinto la causa all'Omc sulla grande maggioranza delle contestazioni riguardanti i diritti di commercializzazione. Il Gruppo speciale spiega «Per quanto riguarda l'amministrazione e l'attribuzione dei contingenti di esportazione, la Cina ha difeso con successo le sue pratiche di fronte alle contestazioni formulate dagli Stati Uniti e dal Messico, mentre l'Unione europea è riuscita a far ammettere il fondamento della sua denuncia distinta contro la Cina».

Il  Gruppo speciale dell'Omc «Ha così constatato che alcuni aspetti del regime delle licenze di esportazione, applicabili a più prodotti in causa, restringono l'esportazione delle materie prime e sono quindi incompatibili con le regole dell'Omc».

Il 31 agosto 20011 la Cina ha annunciato che avrebbe fatto appello e il 6 settembre gli Usa hanno annunciato la stessa decisione ma per motivi opposti. Ieri è arrivato il rapporto "China - Measures Related to the Exportation of Various Raw Materials" del Gruppo speciale dell'Omc che ha messo fine alla disputa, ma non alle polemiche ed alla vicenda.

Infatti oggi il ministero cinese del commercio ha annunciato ufficialmente la sua contrarietà «La Cina ha salutato il sostegno dell'Omc alla sua domanda d'appello su questioni importanti, nel quadro di un processo che permetta all'organizzazione internazionale di correggere dei giudizi erronei. E' però spiacevole che questa decisione sia stata mantenuta». Il ministero sul suo sito internet conferma che «Queste restrizioni sono state imposte con l'obiettivo di proteggere l'ambiente e le risorse esauribili».

Un comunicato del dipartimento affair giuridici del ministero del commercio spiega che  «Nel corso degli ultimo anni, la Cina ha limitato la gestione delle risorse divoratrici di energia ed altamente inquinanti. L'Omc deve non solo sostenere il libero scambio, ma anche permettere ai suoi membri di prendere delle misure necessarie per proteggere l'ambiente e le risorse naturali. La Cina valuterà attentamente la decisione dell'Omc e continuerà a rafforzare la gestione scientifica dei prodotti basati sulle risorse naturali conformemente alle regole dell'Omc, al fine di pervenire ad uno sviluppo sostenibile».

Difficile capire dove arrivino le ragioni ambientali e dove quelle strettamente economico-finanziarie. Il punto è che l'economia reale è qui che misura i suoi impatti più forti e dunque da qui che dovrebbe cominciare a riconvertirsi all'ecologia in un'ottica di sostenibilità ambientale e sociale.

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