[27/01/2012] News

Rifiuti da attivitą estrattive, Italia verso una nuova infrazione Ue?

L'Italia rischia un nuovo procedimento di infrazione se fra due mesi non si adeguerà alla normativa europea in materia di rifiuti del settore estrattivo. La Commissione europea ha trasmesso all'Italia un parere motivato, nel quale si richiede l'adempimento dei suoi obblighi - appunto entro due mesi. In caso contrario, la Commissione può adire la Corte di giustizia dell'Unione europea.

Mentre molte disposizioni della direttiva sono state recepite correttamente nella legislazione nazionale, la Commissione ha individuato diverse carenze (indicate in una lettera di costituzione in mora inviata all'Italia nel marzo 2011) nel settore dell'informazione al pubblico, del trattamento dei vuoti di miniera, della manutenzione successiva alla chiusura nonché dello scambio di informazioni con altri Stati membri in caso di incidente.

L'Italia ha informato la Commissione che nell'estate 2011 sarebbe stato adottato un progetto di decreto volto a emendare la legislazione nazionale, ma la procedura di adozione è stata inaspettatamente bloccata dal Parlamento italiano e non è stata corretta nessuna delle carenze individuate dalla Commissione. Anche se le autorità italiane hanno deciso di adottare tutte le modifiche necessarie, non si sono registrati cambiamenti, per cui la Commissione ha deciso di trasmettere un parere motivato.

La direttiva del 2006 (la numero 21) istituisce le misure, le procedure e gli orientamenti necessari per prevenire o ridurre il più possibile eventuali effetti negativi per l'ambiente - in particolare per l'acqua, l'aria, il suolo, la fauna, la flora e il paesaggio - ed eventuali rischi per la salute umana, conseguenti alla gestione dei rifiuti prodotti dalle industrie estrattive.

La direttiva riguarda un gran numero di strutture di deposito dei rifiuti delle industrie estrattive, tra i quali i rifiuti inerti, i rifiuti pericolosi come i residui di bauxite (fango rosso) o dell'estrazione dell'oro (contenenti cianuro), i residui di carbone, i rifiuti di uranio e quelli provenienti dall'estrazione petrolifera di terra.

Gli Stati membri, dunque, dovrebbero garantire che gli operatori dell'industria estrattiva elaborino adeguati piani di gestione dei rifiuti per la prevenzione o la riduzione al minimo, il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti di estrazione. Piani che dovrebbero essere strutturati in modo tale da garantire un'adeguata pianificazione delle varie soluzioni di gestione dei rifiuti al fine di ridurre al minimo la produzione e la pericolosità dei rifiuti e di incentivarne il recupero.

Per ridurre al minimo il rischio di incidenti e garantire un livello elevato di protezione dell'ambiente e della salute umana, gli Stati membri dovrebbero garantire che ciascun operatore di una struttura di deposito dei rifiuti adotti e applichi una politica di prevenzione degli incidenti rilevanti riguardo ai rifiuti. A livello di prevenzione, tale politica dovrebbe comportare la messa in atto di un sistema di gestione della sicurezza, la presentazione di piani di emergenza in caso di incidente e la divulgazione delle informazioni in materia di sicurezza alle persone che possono essere colpite da un incidente rilevante.

In caso di incidente, gli operatori dovrebbero, inoltre, essere tenuti a fornire alle autorità competenti tutte le informazioni del caso necessarie per attenuare i danni ambientali effettivi o potenziali.

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