[23/01/2012] News toscana

I parchi in Toscana verso le nomine dei nuovi presidenti

Sono imminenti alcune nomine di presidenti di parchi nazionali (Arcipelago Toscano e Appennino Toscoemiliano) e regionali (San Rossore, che data anche la situazione generale specie dopo le alluvioni e il Giglio) devono indurci - a partire dalla regione- a fare finalmente il punto per capire i rischi e chiarire cosa si deve e si vuole fare.

La decisione di non dare alcun compenso ai presidenti dei parchi regionali è già una partenza con il piede sbagliato tanto più nel momento in cui si è ripristinata l'indennità per quelli nazionali. Ma il quadro presenta ben altri nodi che dal 2005 -non è poco- non sono stati sciolti a seguito della legge sul governo del territorio che i parchi regionali li aveva già penalizzati nel loro ruolo.

E fortuna che si evitò almeno la restituzione delle aree contigue ai comuni. Seguirono decisioni che penalizzarono ulteriormente i parchi ai quali fu tolto il parere sugli aspetti paesaggistici dopo il nuovo Codice dei beni culturali. Seguì poi il PIT che emarginò ulteriormente sia sui parchi che i bacini che in quanto non elettivi vennero ancor più tagliato fuori.

Potremmo aggiungere -per venire al presente- che la legge sul piano energetico dello scorso luglio riconduce la conformità del piano dei parchi a quello energetico! Si capisce perché già con l'assessore Artusa e poi con Betti si mise mano ad una nuova legge regionale che togliesse i parchi dall'angolo dove già li stava confinando il ministero dell'ambiente.

Quella legge di cui discutemmo anche con l'allora presidente Martini vicina al traguardo non riuscì però a tagliarlo. Si ripartì in condizioni nel frattempo peggiorate con l'assessore Bramerini che ebbe modo in più d'una occasione di rassicuraci considerando le nostre preoccupazioni infondate.

Siamo nel 2012 -a sette anni dal quel 2005 ricordato- ma all'orizzonte non vediamo tracce di questa legge che data la situazione ballerina del sistema istituzionale è più che mai urgente per capire chi deve fare cosa. E' quanto sta avvenendo in molte regioni anche se in molti casi non ci pare che si proceda purtroppo al meglio.

E questa è semmai una ragione in più perché la Toscana metta finalmente a frutto le sue esperienze e anche i suoi errori e ritardi per cambiare marcia. Vanno sintonizzati di più e meglio i nostri parchi nazionali e quelli regionali a terra e a mare. Va ripreso il discorso in realtà come quella della Val di Cornia, della Val d'Orcia, i monti livornesi, la Val di Cecina.

Il governo del territorio toscano senza questi passaggi e ruoli è mera chiacchera per le istituzioni e per le forze politiche.
Non è certo un buon segno che anche in Toscana non si siano finora levate voci critiche sul testo in discussione al Senato che prevede che anche la nostra regione come tutte le altre sia tagliata fuori da qualsiasi competenza sulle aree protette marine.
 
Renzo Moschini, responsabile Aree protette Legautonomie

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