[20/01/2012] News

Congo Rdc, il Parc marin des mangroves non protegge la fauna. A rischio tartarughe marine e lamantini

L'Institut congolais pour la conservation de la nature (Iccn) ha lanciato un nuovo allarme per la protezione delle tartarughe marine che vengono sempre più cacciate dalla popolazione che vive sulla costa del Parc marin des Mangroves, nella stratta lingua di terra del Bas-Congo che è l'unico sbocco al mare della Repubblica democratica del Congo (Rdc).

Il Parc marin des Mangroves è stato creato in seguito a degli studi condotti da degli esperti dell'Unesco e del governo della RDc. Il sito protetto si estende su 66.000 ettari lungo una fascia costiera di 40 km ed è compreso nella lista delle della Convenzione di Ramsar delle zone umide di importanza internazionale.

Secondo il ricercatore dell'Iccn Paul N'Lemvo è urgente identificare e marcare tutte le tartarughe perché uno di questi rettili marini è venduto al mercato nero a più di 50 dollari (un'enormità nella Rdc) e una grande e rara tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) arriva tranquillamente a 70 dollari.
Il Parc marin des mangroves, istituito nel 1992, che dovrebbe proteggere un biotopo unico, i lamantini, le tartarughe marine e la foresta di mangrovie, è poco più di un segno sulla carta, privo di mezzi e manca addirittura di un inventario della sua flora e della sua fauna.

I responsabili del Parco si lamentano per la mancanza di finanziamenti che non permette né di sviluppare programmi di salvaguardia sul territorio né di contrastare le crescenti pressioni antropiche.

N'Lemvo sottolinea che «La valorizzazione del Parco costituisce la base per la partecipazione della Rdc al Piano di azione per la protezione dell'ambiente marino e delle zone costiere della regione dell'Africa occidentale e centrale. L'intervento in questo piano si baserebbe, tra l'altro, sulla lotta contro l'erosione, la formazione di personale in settori specializzati nella conservazione delle zone umide e delle tartarughe marine per una buona gestione delle risorse viventi della riserva, così come sull'inventario delle principali fonti di emissione degli inquinanti industriali e domestici.

E' augurabile, per comprendere le particolarità della gestione di una zona marina e costiera, che il governo della Rdc metta in opera una strategia per la formazione del personale tecnico e scientifico in materia, soprattutto l'educazione metodologica e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica alla questione della salvaguardia dell'ecosistema delle mangrovie».

N'Lemvo, intervistato dall'Agence congolaise de presse (Acp) ha spiegato che «Fino ad oggi non è stata condotta nessuna ricerca scientifica sulla biodiversità delle mangrovie congolesi e nei loro dintorni. Dopo il 2000 è stato realizzato solo un rapporto preliminare che presenta l'identificazione delle specie di tartarughe nelle acque costiere congolesi. Alcuni dati faunistici segnalano i macro-invertebrati: granchi e gamberi, così come dei pesci: barracuda, capitaines, pesci opersico grigi, squali e sogliole. Per i rettili, ci sono numerosi coccodrilli varons, serpenti e tre specie di tartaruge che depongono le uova durante la stagione delle piogge, cioè tra i mesi di ottobre e febbraio sulla spiaggia della costa atlantica, in tutti i suoi 40 km. Si tratta della tartaruga olivastra, della tartaruga verde e della tartaruga liuto. Quanto all'avifauna, è rappresentata dall'airone cenerino, dall'airone gigante, dalle cigogne, dal corman, dall'ombretta, dall'anatra sifflerz e dalla faraona».

Ma la specie simbolo del Parc marin des Mangroves è il lamantino: «Questo mammifero può consumare 60 kg di giacinti d'acqua al giorno - dice N'Lemvo - c contribuendo sul piano ecologico all'eliminazione di questa pianta acquatica invasiva che colonizza eccessivamente gli specchi d'acqua».

Ma anche il mite e grande lamantino ha un forte valore economico sul mercato illegale della carne e i bracconieri del Parc marin des Mangroves non lo risparmiano, spingendo ormai questi animali molto vicino all'estinzione.

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