[20/01/2012] News

Troppe le leve con le quali le fonti fossili possono manovrare per la loro sopravvivenza

Sono tante le leve con le quali le fonti fossili possono manovrare per la loro sopravvivenza. A scapito del necessario passaggio verso le fonti rinnovabili, ovviamente. Lo si capisce bene leggendo l'ennesima analisi del Sole24Ore sulle quotazioni del gas.

Il quadro occidentale è questo: negli Usa c'è una tale abbondanza di offerta che i prezzi sono ai minimi da 10 anni; in Europa i prezzi sono ancora 5-6 volte quelli a stelle e strisce, nonostante una riduzione della domanda dell11%. Risultati per l'ambiente: trivelle sempre accese in Usa «per non perdere le licenze esplorative che hanno acquistato a caro prezzo», anche se in diminuzione; continuo boom degli scisti bituminosi.

Non solo, il prezzo dall'altra parte dell'Oceano cala perché non è legato al petrolio, cosa che invece accade in Europa ed è per questo che salendo costantemente il costo del barile, quello del gas non può che seguire la stessa scia.

Legati quindi a doppio filo, una corda spessa che strozza quei paesi come l'Italia che hanno sposato in pieno la causa del gas, ma importandolo in toto. Non sembra nemmeno più un problema di ruolo dell'Italia, che sembrava potesse diventare l'hub del gas europeo, anche se nemmeno lei ci ha mai creduto.

Di gas ce ne è in abbondanza e anzi l'Italia ne consuma il 6% in meno. Ma si dirà: in prospettiva, quando ci sarà la ripresa. Ma in prospettiva se vogliamo slegarsi dalle fonti fossili, bisogna che si punti sulle rinnovabili. In buona sostanza entro 20-30 anni le fonti fossili devono ridursi di parecchio e quelle rinnovabili aumentare quasi con lo stesso ritmo, sperando che l'efficienza energetica faccia il resto.

Non è facile, i governi mondiali hanno ancora tantissimi interessi non solo per il petrolio, che bisogna poi tener di conto non serve solo per il carburante ma per un'infinità di prodotti, ma anche per il carbone e il nucleare. Si tratta di fare delle scelte e di farle nei momenti giusti. Questo è il momento giusto per fare un piano energetico che tenga conto dell'effettiva situazione e delle prospettive che vogliamo noi, non il mercato.

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