[19/01/2012] News

Amazzonia a rischio: la foresta sta perdendo la sue caratteristiche di “resilienza”

I ripetuti impatti antropici stanno mettendo a dura prova la capacità di "resilienza" del più grande "polmone" verde del Pianeta: la foresta Amazzonica. La notizia arriva da Nature dove un team di esperti internazionali che analizzano le trasformazioni in atto in tutto il bacino dell'Amazzonia, hanno riportato le loro preoccupazioni supportate da numeri. Il "gigante" verde sottoposto ad attacchi continui, di varia natura da parte dell'uomo, sia diretti (deforestazione, incendi, inquinamento) che indiretti (cambiamenti nel ciclo dell'acqua  e dell'energia dovuti al global warming), non riesce più a mitigarli  naturalmente.

Il polmone della Terra pare infatti in grado di resistere ai singoli disturbi, ma non alla loro combinazione. «I cambiamenti registrati ultimamente nella portata dei fiumi e nelle precipitazioni potrebbero infatti rappresentare dei pericolosi indicatori d'allarme-hanno riferito gli scienziati- Fino ad ora tutti gli studi avevano mostrato una grande 'resilienza', dell'ecosistema ovvero la capacità di mantenere l'equilibrio nonostante l'intervento esterno dell'uomo».

In cinquant'anni, dal 1960 al 2010, il numero di abitanti nella regione amazzonica è passato da 6 a 25 milioni, informano gli scienziati- e la superficie della foresta si è ridotta di circa l'80%. Nonostante alcuni passi in avanti nel tentativo di preservarla  (il disboscamento è passato da 28.000 chilometri quadrati nel solo 2004 a meno di 7.000 chilometri quadrati nel 2011), i progressi in questa direzione secondo gli esperti sono ancora molto limitati.

Le conclusioni dei firmatari dello studio non sono però così pessimiste considerato che le cause del degrado oramai sono conosciute, ma solo l'interlocuzione tra ricerca, politica, attività produttive e popolazione locale potrà, a loro avviso, portare ad azioni veramente incisive.

Da questo punto di vista invece non c'è proprio nessun segnale positivo: via libera ai predoni della foresta che non hanno nessun rispetto delle popolazioni locali sulle quali si susseguono atti di vera violenza fisica, oltreché morale per il mancato rispetto delle loro tradizioni; multinazionali che fanno il bello e cattivo tempo agendo indisturbate con il consenso delle autorità locali che spesso vendono il territorio per una manciata di soldi da destinare alla collettività (quando va bene), oppure intascandoli direttamente o attraverso intermediari corrotti. La politica dei summit sul clima, infine, che nemmeno su questo tema riesce a trovare unità di intenti. 

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