[11/01/2012] News

La Commissione europea preoccupata per la svolta a destra in Ungheria. Leggi non compatibili con l'Ue

Dopo la svolta autoritaria, xenofoba e integralista imposta dal governo di destra del premier Viktor Orban dell'Ungheria, che ha sollevato la protesta dell'Ungheria democratica ed i timori del risorgere di leggi di tipo fascista nel cuore dell'Europa, finalmente è intervenuta anche la Commissione europea, mettendo oggi timidamente in guardia il governo di Budapest e prospettando la possibilità di interventi che sarebbero i primi di questo genere nell'Ue, a parte la breve parentesi del movimento populista che arrivò al governo dell'Austria, che aveva comunque un livello meno grave.

La Commissione europea sottolinea che «A seguito degli sviluppi nel 2011 relativi alla nuova Costituzione ungherese e agli impegni assunti dalla Commissione in quel momento a monitorare attentamente la situazione, la Commissione ha lavorato con le autorità ungheresi negli ultimi mesi, durante la preparazione di progetti di legge cardine per l'attuazione della nuova Costituzione . La Commissione ha sollevato preoccupazioni sulla compatibilità di queste leggi con il diritto dell'Unione europea. Queste preoccupazioni sono state espresse a dicembre in lettere inviate dal presidente Barroso e dai vicepresidenti Reding, Kroes e Rehn».

Il parlamento ungherese, egemonizzato dalla destra di Orban e dall'estrema destra dichiaratamente filo-fascista, il 30 dicembre ha approvato una serie di leggi liberticide che eliminano la parola "Repubblica" dal nome dello stato e puntano ad un'Ungheria "etnica" e cristiana, con la libertà di stampa, la banca centrale e la giustizia sotto il controllo dello Stato.

La Commissione europea oggi (finalmente) avverte: «In quanto custode dei Trattati, la Commissione rimane preoccupata che una serie di nuove disposizioni possa violare il diritto comunitario. La Commissione ha ricevuto i testi adottati delle leggi cardine da parte delle autorità ungheresi dieci giorni fa. Ha iniziato immediatamente il lavoro per analizzare le versioni finali delle leggi e la loro compatibilità con il diritto Ue, e la Commissione è ora nella fase finale di questa analisi».

Le cose sembrano non mettersi bene per il regime ungherese: «Senza pregiudicare l'esito finale di questa analisi, la Commissione è impegnata a utilizzare pienamente tutti i suoi poteri per analizzare la compatibilità del diritto nazionale con il diritto comunitario e si riserva il diritto di prendere tutte le misure che riterrà opportune, e cioè la possibilità di avviare procedure di infrazione ai sensi l'articolo 258 del trattato».

La Commissione Ue sottolinea che «Le preoccupazioni si riferiscono a una serie di questioni, tra cui: l''indipendenza della banca centrale nazionale; Le misure concernenti il sistema giudiziario e in particolare il pensionamento obbligatorio precoce di giudici e pubblici ministeri, all'età di 62 anni invece di 70; L'indipendenza dell'autorità nazionale di protezione dei dati».

L'esame delle nuove leggi ungheresi verrà completato nei prossimi giorni, poi il collegio esaminante, «Sulla base di una valutazione giuridica solida, prenderà le decisioni appropriate nella sua prossima riunione il 17 gennaio».

Comunque la Commissione assicura di essere «Pronta a fare pieno uso delle sue prerogative per assicurare che gli Stati membri rispettino gli obblighi che hanno accettato come membri dell'Unione europea. Più in generale, la Commissione ricorda che un ambiente giuridico stabile, basato sullo Stato di diritto, in particolare al rispetto della libertà dei media, dei principi democratici e dei diritti fondamentali, è anche la migliore garanzia per la fiducia dei cittadini e per la fiducia dei partner e degli investitori. Questo è particolarmente importante in tempi di crisi economica. Il modo più veloce per mettere a tacere le preoccupazioni espresse sarebbe naturalmente l'intervento delle autorità ungheresi stesse» Tradotto: il ritiro delle leggi liberticide che chiedono a gran voce i democratici e la libera stampa ungheresi.

Inoltre sull'Ungheria si addensano sempre più scuri nuvoloni economici. Sempre oggi, la Commissione europea ha concluso che «L'Ungheria non ha progredito sufficientemente sulla via di una correzione durevole e nei tempi giusti del suo deficit eccessivo» e quindi propone di «Passare allo stadio seguente della procedura per deficit eccessivo e raccomanda che il Consiglio dei ministri adotti una decisione che constati che ‘Ungheria non ha intrapreso azioni seguite da affetti per riportare durevolmente iol deficit al di sotto del 3% del Pil».

Anche Belgio, Cipro, Malta e Polonia, rischiano di non rispettare i tempi dal 2011 al 2012 per correggere il loro deficit eccessivo, ma la Commissione dice che almeno, a differenza dell'Ungheria, hanno dimostrato di impegnarsi in azioni seguite da risultati.

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