[11/01/2012] News toscana

Ato e Milleproroghe: la legge toscana potrebbe 'resistere'

Con l'entrata in vigore del decreto milleprorpoghe, le Autorità d'ambito territoriale ottimale (Ato) per la gestione dei rifiuti e del servizio idrico integrato ritornano. Il decreto approvato a fine anno ha allungato la loro vita fino al 31 dicembre 2012. E ciò potrebbe spiazzare le Regioni alle prese con la ridefinizione del sistema. Compresa la Regione Toscana che ha definito la nuova organizzazione di governo che dovrebbe subentrare agli Ato.

Le Ato erano state abolite - sulla carta - con la legge Finanziaria del 2010 (si prevedeva la loro abolizione dal primo gennaio 2011) nonostante fossero previste dal Codice ambientale nel 2006 e siano rimaste anche dopo l'ultima riforma.

Le disposizioni introdotte dalla legge Finanziaria 2010 oltre a prevedere l'abolizione delle Autorità d'ambito territoriale (dal 31 marzo 2011) disponeva che ogni atto compiuto dalle Autorità d'ambito territoriale dovesse - a decorrere della data - considerarsi nullo. E disponeva che le regioni avrebbero dovuto attribuire con legge le funzioni già esercitate dalle Autorità, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.

Tali disposizioni, hanno provocato le reazioni delle regioni.

Come ad esempio quella della regione Veneto che ha sollevato la questione dinnanzi alla Corte Costituzionale. La Regione ha ritenuto le disposizioni incostituzionale perché nel prevedere la soppressione dell'Ato per mere esigenze di risparmio di spesa, porrebbe un limite puntuale a una voce specifica di spesa che non rappresenta un rilevante aggregato della spesa di parte corrente.

E perché porrebbe un vincolo che incide sulla competenza legislativa residuale regionale in tema di servizio idrico e forme di cooperazione degli enti locali, nonché sul "potere regionale di allocare le funzioni amministrative nelle materie regionali". Inoltre, perché prevedendo la soppressione degli Ato a una scadenza prefissata e senza una disciplina transitoria, imporrebbe alle Regioni "di rinunciare a un modulo organizzativo che è idoneo a garantire uno svolgimento adeguato del servizio".

La Corte ha sostenuto che Stato può sopprimere le (Ato) perché ne ha la competenza esclusiva, ma ciò, non significa che alle Regioni sia vietato qualsiasi intervento al riguardo. La legge riserva al legislatore regionale un'ampia sfera di discrezionalità nella scelta dei moduli organizzativi più adeguati.

La Toscana, invece ha previsto una fase transitoria con il commissariamento, con l'obiettivo di traghettare l'eredità degli Ato verso la nuova soluzione. Una legge approvata a maggioranza del consiglio a fine anno scorso.

Il testo della legge prevede una riduzione del numero dei soggetti gestori e l'affidamento del servizio attraverso procedure pubbliche che si aprono al mercato della concorrenza. E prevede che le "funzioni attualmente svolte dalle Ato siano provvisoriamente trasferite alla Regione con decorrenza dal primo aprile e fino all'entrata in vigore delle leggi regionali di riforma dei servizi idrico e rifiuti".

Le funzioni del Governo vengono esercitate da quattro commissari: uno per il servizio idrico, con la previsione di istituire un unico ambito territoriale di livello regionale, e tre per il servizio di gestione dei rifiuti urbani. Per assicurare il coinvolgimento degli enti locali, in particolare dei comuni, è prevista l'istituzione, per ciascun ambito, di una commissione composta da sindaci aventi funzioni propositive e consultive.

A questo punto, però ci si chiede come la questione verrà risolta, o meglio se la legge regionale toscana possa rimanere in vita nonostante le scelte del governo. Ma se si ammette che le scelte del governo nascano dal ritardo di molte Regioni nel definire il nuovo assetto dovremmo concludere che la legge regionale della Toscana possa rimanere valida.

 

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