[02/01/2012] News

La Costa d'Avorio rischia di perdere le sue "forêts classées"

«Le forêts classées della Costa d'Avorio sono in uno stato molto inquietante e minacciate di scomparsa sotto la pressione degli sfruttatori agricoli», a dirlo è la Société de développements des forêts (Sodefor), l'organismo pubblico ivoriano che ne gestisce 231 foreste "classificate" estese su circa 4,2 milioni di ettari.

Mamadou Sangaré, direttore generale del Sodefor, ha detto alla radio nazionale che «Le statistiche a livello dell'infiltrazione girano generalmente intorno al 50%, ma singolarmente, se prendiamo le forêts classe (le piantagioni di alberi da legno pregiato del demanio forestale permanente dello Stato, ndr), siamo praticamente al dei livelli degrado del 99 forse del 100%, Bisogna fare qualcosa perché la situazione non sia irreversibile in breve tempo. Queste infiltrazioni hanno fanno si che la capacità di produzione delle foreste è scomparsa, la risorsa è diventata rara e le industrie forestali mancano sempre più di materie prime».

Per ostacolare questo processo di depauperamento ambientale e economico, la Sodefor punta sulla ricostituzione delle forêts classées con un esteso programma di rimboschimento e sulla «Gestione e la rigenerazione delle vecchie piantagioni puntando soprattutto sulla valorizzazione ottimale delle risorse disponibili».

Un lavoro difficile, dopo anni di guerra civile dei diamanti e del cacao e la guerra del 2010/2011 tra i "due presidenti" Laurent Gbabo e Alassane Ouattara, che ha ulteriormente messo in ginocchio la Costa d'Avorio.

Sangaré, durante una conferenza stampa a Yamoussoukro, la capitale amministrativa della Costa d'Avorio, ha annunciato un "vasto" programma di rimboschimento per ricostituire la copertura forestale del Paese e spera comunque che queste iniziative, che fanno parte della normalizzazione del Paese dopo che l'ex presidente Gbabo è finito davanti alla Corte internazionale di giustizia dell'Aia, «facciano calare la pressione sul potenziale delle foreste» e chiede ai piantatori ivoriani di «Cambiare il loro modo di lavorare e di conformarsi alle regole internazionali in vigore relative alla gestione delle foreste, per un'inversione di tendenza entro il 2015. Il miglioramento del livello della valorizzazione implica il miglioramento della governance forestale. La salvaguardia e la valorizzazione delle foreste costituisce una preoccupazione per le autorità forestali ivoriane».

Un altro governo molto discusso, quello del presidente del Gabon Ali Bongo Ondimba appena confermato nelle ennesime elezioni farsa vinte dalla sua dinastia, ha firmato un protocollo d'intesa con la Rougier Afrique International, un'impresa leader dello sfruttamento del legname delle foreste naturali del Bacino del Congo, che permette allo Stato di acquisire il 35% delle azioni della multinazionale.

Rougier Afrique International, una multinazionale francese che opera anche in Europa, Americhe, Asia, ha in concessione 2,1 milioni di ettari di foreste in Gabon, Congo e Camerun, con una produzione di 600.000 m3 all'anno di legname di 70 essenze, che vengono lavorate in 8 siti industriali, 7 segherie e una fabbrica di compensato, dove lavorano in tutto 300 operai.
La partecipazione pubblica, 24 milioni di euro versati attraverso la Caisse des Dépôts et Consignations del Gabon, dovrebbe servire «Al gruppo di proseguire il suo sviluppo nel comparto delle foreste naturali» e il governo di Libreville spiega che «Questa entrata del Gabon nel capitale della Rougier Afrique International sottolinea la volontà del governo di fare avviare e i migliori progetti. E' questione di appropriarsi, alla fine, delle risorse minerarie o forestali, per trasformarle localmente non più semplicemente concederne lo sfruttamento».

Viene da chiedersi perché il Gabon, che ha vietato l'esportazione del suo legname pregiato grezzo, debba dare 24 milioni di euro ad una multinazionale francese per poter sfruttare le sue foreste...

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