[27/12/2011] News toscana

Euromobility - la mobilitą sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 cittą. E in Toscana?

La classifica 2011 di Euromobility sulla mobilità sostenibile nelle grandi città - capoluoghi di regione e città con oltre 100 mila abitanti - integra, con riferimento alla mobilità, le altre classifiche sulla qualità della vita e su altri aspetti delle città italiane.

Le città indagate presentano, sotto l'aspetto geografico e socio demografico, situazioni molto diverse: ci sono 6 grandi città con oltre 500 mila abitanti e al centro di dense aree metropolitane, e ci sono 7 città con meno di 100 mila abitanti e anche relativamente isolate. Anche la densità di abitanti per kmq è molto diversificata: vi sono 8 città con densità superiori a 3.000 abitanti/kmq e altre con meno di 500 abitanti per kmq, cioè oltre 6 volte meno.

Quando arriviamo all'indice di motorizzazione per le automobili, le variazioni tra città si riducono e salvo i casi di Venezia e anche Genova, i valori sono relativamente vicini e tutti notevolmente alti. Anche i dati relativi al parco veicoli per standard di emissioni sono relativamente vicini, salvo il caso positivo di Aosta, dove i veicoli euro 4 e 5 raggiungono quasi l'80% del totale. L'indice di motorizzazione per le moto segnala il primato di Livorno, seguita da altre città di mare e portuali, tra cui si inserisce Firenze, unica città interna tra le prime. Le auto a gas sono in crescita e presentano una concentrazione nelle città dell'Emilia Romagna e del Veneto.

Con riferimento all'inquinamento da PM 10 i valori medi sono abbastanza vicini al valore limite annuale di cui al Dlgs 155/2010 e sono poche le città che se ne discostano in modo significativo (l'Aquila, Potenza, Campobasso, Bolzano, Aosta e Trento), tutte città relativamente piccole e isolate, mentre sono anche poche le città che l'hanno superato (Torino, Ancona, Napoli, Venezia, Cagliari, Palermo e Milano).

E che il livello di inquinamento sia alto lo segnalano anche le risposte dei cittadini, che quasi per il 70% hanno dichiarato, nelle 50 città oggetto di indagine, che ritengono il livello di inquinamento elevato, rispetto al 42 % del totale Italia.

Con riferimento alla presenza di zone a traffico limitato (ZTL), Firenze, dopo Aosta e prima di Ferrara e Bologna emerge come città virtuosa; primato che la conferma, a parte il caso a sé di Venezia, anche come presenza di aree pedonali urbane.

In relazione alla presenza di piste ciclabili si evidenziano le tradizionali città dell'Emilia Romagna e del Veneto, e in buona posizione sono anche Brescia e Prato, mentre Firenze è nella zona medio-bassa e Livorno in fondo alla classifica. Firenze emerge di nuovo come città con la maggiore dotazione di parcheggi a pagamento, con quasi 160 stalli per 1.000 vetture, mentre Prato è a metà classifica, con poco più di 40 stalli e Livorno nel fondo con circa 25 stalli per 1.000 vetture.

In quanto a incidentalità, che presenta l'elevato valore di 1,25 incidenti per 1.000 abitanti, Firenze è sopra la media (circa 1,4), mentre Prato e Livorno ne sono decisamente sotto. L'indice di mortalità per 100 incidenti è, fortunatamente, nelle 3 città toscane più basso della media generale.

E' interessante constatare, e sarebbe utile calibrare in questo senso le politiche a favore dell'uso della bicicletta, che la mobilità nelle grandi città indagate avviene per quasi il 90 % all'interno del comune, rispetto ai 2/3 nell'insieme dell'Italia. Questa realtà spiega la quota più ridotta (il 55% rispetto al 69% dell'Italia) di persone che usano il mezzo privato a motore, e quella più alta degli spostamenti con i mezzi pubblici urbani (21,5% rispetto a 8,1%) e a piedi e in bicicletta (20,5% rispetto al 16,8%).

Il car sharing è presente solo in poche città (13), e in alcune di queste (5) con un numero molto esiguo di auto (meno di 20). L'indice di auto in car sharing per 1.000 abitanti indica dei valori estremamente bassi: solo 3 città (Venezia, Torino e Genova) superano 1 mezzo per 10.000 abitanti e Roma si avvicina a questo valore.

Anche il bike sharing è poco diffuso e sono sostanzialmente 4 (Roma, Milano, Torino e Brescia) le città con un numero significativo di iscritti, che non sono automaticamente utenti, e anche il numero di biciclette ha una consistenza non trascurabile solo a Milano e, forse, a Torino.

Il numero di utenti rispetto agli abitanti, che ha un significato diverso se si riferisce a iscritti, utilizzatori occasionali o frequentatori abituali, è trascurabile quasi ovunque (meno dell'1%), tranne che a Brescia e Milano. Milano è, infatti, la città che ha un numero di biciclette del bike sharing non del tutto inconsistente (anche se andrebbe rapportato all'ambito metropolitano che si confonde con la città di Milano), con più di 1 bici per 1.000 abitanti, quando i valori che si valutano ottimali in Francia sono di 1 bicicletta per 500 abitanti.

E, in effetti, il bike sharing è ancora un oggetto sconosciuto per la maggior parte degli italiani, solo il 21% sa cos'è, valore che sale al 30% nelle 50 città studiate e al 39% in quelle dov'è presente. Quindi più del 60% della popolazione, anche nelle città dove funziona il bike sharing non sa cosa sia: è un dato su cui i nostri amministratori che vogliono il bike sharing a tutti i costi devono riflettere.

La valutazione espressa dagli intervistati sulla validità del bike sharing per risolvere i problemi del traffico è elevata e si avvicina all'80%, che però riteniamo debba riferirsi a quelli che lo conoscono e quindi a percentuali minime di popolazione, che vanno dal 16% per l'Italia in generale, al 24% nelle 50 città e al 32% dei cittadini nelle città dov'è presente.

Naturale è quindi la richiesta quasi generale (oltre l'80%) di maggiori parcheggi per il bike sharing. La richiesta di bike sharing è particolarmente elevata nelle città prive del servizio, tenendo però presente che la gran maggioranza non sa cos'è.

Infine quasi tutte le città aderiscono alle varie manifestazioni per promuovere l'uso della bicicletta, in particolare le più diffuse sono la Giornata nazionale della bicicletta promossa dal Ministero dell'ambiente, e Bimbinbici organizzata da Fiab, minore partecipazione registrano invece le manifestazioni Bicincittà e Vivicittà, e ancora meno la Mobility Week europea.

La classifica generale premia Torino come città con la mobilità sostenibile migliore, seguita da Venezia e poi da Brescia, mentre le città del sud, come spesso succede in queste classifiche, sono agli ultimi posti. Firenze è nona e prima città del centro sud, Prato 11° e Livorno a media classifica (23°).

Sui risultati (e quindi sulla metodologia) si potrebbe aprire come sempre una discussione, perché risulta difficile comprendere come la città con la peggiore qualità dell'aria per quanto riguarda il PM10 possa vincere la classifica. Pensiamo che non si possa dare lo stesso peso a indicatori pesanti come l'inquinamento e a quelli di buona volontà o di immagine, come il bike sharing.

Comunque crediamo che anche questo studio e la classifica relativa sia utile perché offre molti dati quantitativi e quindi valutabili oggettivamente, e poi perché mette le Amministrazioni di fronte a dati concreti di confronto e a giudizi di qualità, e infine perché fa discutere di temi essenziali per le grandi città, quale la mobilità, l'inquinamento e le esigenze dei cittadini.

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