[23/12/2011] News toscana

Riforma degli Ato in Toscana: non solo consensi

Come già preannunciato ieri, all'esterno del Consiglio regionale toscano la legge di riforma degli Ato, in particolare per la parte riguardante la risorsa idrica, non ha trovato solo consensi. Per Legambiente Toscana la carenza più marcata «è inerente ad un aspetto ambientale che ha riflessi sulla governance dell'acqua: non si fa riferimento alcuno ai bacini idrografici che non vengono mai citati.

Eppure il bilancio idrico (le entrate e le uscite) per la risorsa idrica si fa a scala di bacino idrografico. Questo è stato compreso fin dal 1989 con la legge 183 e poi riportato nella legge Galli del 1994, norme che hanno preso questo territorio come riferimento per svolgere le pianificazioni.

Il contesto ambientale non può essere totalmente dimenticato a favore di suddivisioni puramente amministrative- sottolineano dall'associazione ambientalista- In questo modo si continua a tenere il servizio idropotabile separato e lontano da provvedimenti presi ad altri livelli (vedi Piano di distretto, Piani di bacino) che tra l'altro sono sovraordinati. 

Tenendo presente quanto suddetto, e comunque la necessità di rispondere alla L.191/2009- hanno aggiunto da Legambiente- riteniamo che con la scelta dell'Ato unico per il servizio idrico non si migliorino in modo certo qualità, efficienza e efficacia, a tutela dell'utenza e dell'ambiente».

Particolarmente critico è il Forum Toscano dei Movimenti dell'acqua che tra l'altro sarà chiamato anche a far parte della Consulta prevista dalla nuova legge. Secondo il Forum la "regia" della riforma è da ricercare più nei poteri economici forti e in Cispel che nella Giunta o nel Consiglio regionale.

«Mentre le società di gestione toscane restano società di capitali partecipate da soggetti privati e continuano a mantenere in tariffa la remunerazione del capitale investito (quindi a distribuire dividendi agli azionisti), la Regione costituisce un Ato unico toscano dell'acqua, che vedrebbe fortemente limitata la partecipazione dei cittadini e il peso di tutti comuni e specialmente quelli di dimensioni medie e piccole, come trampolino per la creazione di un gestore unico, con al proprio interno i colossi privati Acea Spa e Suez che vedranno invece il loro peso contrattuale aumentare in proporzione- hanno sottolineato dal Forum-. Proprio quelle multinazionali che, con il voto referendario, i cittadini toscani hanno inteso allontanare dalla gestione dell'acqua».

Il Forum informa tra l'altro che tutti i recenti studi scientifici mostrano come il servizio idrico integrato sia un settore nel quale, al di sopra di una certa dimensione del gestore, non si hanno le cosiddette "economie di scala": un mega gestore regionale toscano dell'acqua non solo non produrrebbe risparmi, secondo gli ispiratori del referendum sull'acqua, ma anzi genererebbe notevoli "diseconomie di scala", aggiungendo inutili costi.

Poi il Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua a completare il resoconto non proprio esaltante di questo scorcio di fine anno per chi ha sostenuto le ragioni della ripubblicizzazione, si sofferma su quello che è l'elemento più grave, cioè la proroga delle concessioni alle Spa, per scongiurare la ripubblicizzazione delle prime gestioni a scadenza ravvicinata. Secondo il Forum il mandante di questa operazione è Cispel che del resto più volte pubblicamente ha avanzato questa richiesta: «i sindaci dell'Ato 2 hanno già eseguito l'ordine mentre dopo 6 mesi nessun Ato Toscano ancora ha tolto dalla tariffa il 7% della remunerazione del capitale investito come obbligati dal referendum di giugno.

Quanto sta accadendo nella nostra regione, in netto contrasto con i due Sì referendari per l'acqua bene comune, apre una ferita senza precedenti nel tessuto democratico della comunità toscana, una ferita che allontana i cittadini dalle loro istituzioni, e fa crollare la fiducia dei rappresentati nei loro rappresentanti» hanno concluso dal Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua.

 

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