[19/12/2011] News

Il naufragio della piattaforma offshore russa conferma il pericolo petrolifero e nucleare per l’Artico

Il comitato di inchiesta messo in piedi urgentemente dal governo russo ha stabilito, altrettanto celermente, che «Il naufragio della piattaforma petrolifera Kolskaia (Nella foto) nel mare di Okhotsk  è stato causato dal rimorchio della piattaforma durante una forte tempesta. Gli inquirenti esaminano due versioni delle cause del naufragio: una violazione delle regole di sicurezza durante le operazioni di rimorchio della piattaforma, o che sia stato effettuato senza tener conto delle condizioni meteo. Dal momento che durante l'operazione era in atto una forte tempesta nella regione di spostamento della piattaforma».

Nella mattina del 18 dicembre, la Kolskaia, trainata da un rimorchiatore rompighiaccio, stava facendo rotta dalla penisola di Kamcatka verso l'isola di Sakalin, nell'estremo oriente russo, quando è colata a picco con 67 persone a bordo, 53 membri dell'equipaggio e 14 operai petroliferi, per ora si contano almeno 16 morti e 37 dispersi, con solo 14 naufraghi recuperati e i soccorsi, effettuati da un rompighiaccio, due elicotteri e alcune navi sono proibitivi a causa delle onde alte fino a 6 metri, di venti fino a 20 metri al secondo e della temperatura a meno 17 gradi.

Il ministero delle situazioni d'urgenza russo ha assicurato che «non ci sono rischi di inquinamento in seguito all'incidente». Il  capo del gruppo regionale del ministero, Taymouraz Kassaiev, ha detto a Ria Novosti che «C'era molto poco carburante sulla piattaforma e ed stato bloccato nei serbatoi blindati»

Ma il naufragio della piattaforma russa conferma tutti gli allarmi delle associazioni ambientaliste sulla pericolosità delle trivellazioni petrolifere e gasiere offshore nel grande nord russo e nell'Artico. Le situazioni climatiche estreme rendono proibitive operazioni che sono di routine in altre aree del mondo e quasi impossibili le condizioni di lavoro e di intervento rapido sui luoghi dove si verificano le catastrofi.  

I pericoli non riguardano solo le piattaforme petrolifere, ma sempre più anche la flotta di rompighiaccio nucleari che le serve e le sposta. Solo il 16 dicembre scorso è scoppiato un incendio a bordo del rompighiaccio nucleare russo Vaygach, uccidendo due persone ma, a quanto dicono le autorità, lasciando intatto il reattore nucleare. Il rimorchiatore, con una stazza di 21.000 tonnellate, era partito da  Dudinka, a 2.800 km a nord est di Mosca, e stava aprendo la strada alla nave da trasporto Kapitan Danilkin lungo il fiume Yenisei, nel nord dell'Artico siberiano, che sfocia nel Mar di Kara. Rosatomflot ha detto non esclude l'errore umano ma, con una strana sollecitudine, ha detto che pagherà almeno 1 milione di rubli (31.000 dollari) come risarcimento alle famiglie delle persone uccise dall'incendio.

Il Vaygach lo scorso febbraio partecipò alla liberazione di 58 navi rimaste prigioniere del ghiaccio nel porto di Murmansk, ma è noto per aver aperto la rotta nei ghiacci artici a convogli carichi di scorie nucleari provenienti dall'Europa occidentale, sollevando le proteste della Norvegia.

Gli ambientalisti dei Paesi Artici sono molto preoccupati per l'utilizzo di rompighiaccio nucleari, soprattutto a causa dei due gravi incidenti al reattore nucleare del 1965 e 1967  a bordo della Lenin ,il  primo rompighiaccio nucleare russo. La classe dei rimorchiatori del tipo Lenin sono stati messi fuori sevizio ed affondati vicino alla grande isola artica di Novaja Zemlja. Solo il Lenin è attualmente esposto al museo dei rompighiaccio di Murmansk. L'associazione norvegese-russa Bellona fa notare che «Altri gravi problemi che hanno afflitto recentemente le navi rompighiaccio russe sono state le fughe di liquido di raffreddamento del reattore, un termine che ha assunto connotazioni particolarmente fosche scuro dopo il disastro di Fukushima Daiichi in Giappone, dove un terremoto e uno tsunami hanno eliminato il backup dei sistemi di raffreddamento, portando ad una triplice fusione nei reattori».

Incidenti di questo tipo hanno colpito nel maggio scorso il rompighiaccio Taymyr (il secondo incidente in pochi anni). L'Arktika, poi demolito nel 2008, ma tutta la flotta di rimorchiatori della Rosatomflot sembra avere problemi di perdite dai generatori di vapore che fungono da barriera tra il primo compartimento radioattivo del reattore dei rompighiaccio e il secondo scomparto non radioattivo».

L'agenzia governativa  Rostekhnadzor ha ammesso nel suo ultimo rapporto annuale che le perdite dalle tubazioni dei generatori di vapore «Rimane l'incidente operativo più frequente». Rostekhnadzor ha registrato 13 incidenti  (nel 2008, vi erano 15) e 7 riguardavano problemi con i generatori di vapore che avrebbero gli stessi difetti strutturali scoperti nel 2003 nel rompighiaccio Vaygach.

Torna all'archivio