[19/12/2011] News

E' morto Kim Jong Il. La Corea del nord verso la successione dinastica nazional-stalinista

E' proprio vero , i "buoni" sono "mediaticamente" meno attraenti dei cattivi: la notizia della morte a 75 anni di  Vaclav Havel, ex-presidente della Repubblica Ceca, uno dei protagonisti della primavera di Praga e poi della rivoluzione di velluto che ha portato alla democrazia post-sovietica, è stata oscurata da quella di Kim Jong Il (Nella foto in alto, sotto il suo successore), il leader supremo della Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc), che secondo quanto scrive oggi l'agenzia ufficiale Kcna sarebbe «In seguito ad una grande fatica mentale e  fisica., sabato  17 dicembre (venerdì alle 23,30 ora italiana), nel suo treno nel corso di un abituale spostamento sul territorio».

Si vuole probabilmente dipingere con un minimo di eroismo stakanovista la morte del secondo dittatore della dinastia stalinista dei Kim, che ufficialmente era sotto trattamento medico per una malattia cardiaca e cardiovascolare (ma i servizi segreti occidentali dicevano da tempo che era ammalato di cancro)  e che secondo la Kna è morto per «Un infarto acuto del miocardio ad uno stato avanzato, con complicazioni di una seria crisi cardiaca».

Dopo la notizia della morte di Kim Jong Il, la Corea del sud stamattina ha immediatamente proclamato lo stato di allarme rafforzato e il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha convocato a Seoul il Consiglio nazionale di sicurezza pour studiare le misure da prendere, ordinando a tutto il personale del governo di stare sul chi vive. Secondo l'agenzia e Yonhap di Seoul, lo stato maggiore inter-armi  della Corea del sud ha posto tutti i militari in stato di allarme urgente ed ha intimato di intensificare la sorveglianza alla frontiera con la Corea del nord. Responsabili dello stato maggiore sudcoreano starebbero pensando di elevare lo stato di allerta al livello di difesa, con un ulteriore aumento delle misure di sorveglianza a mare, aeree ed a terra.

Appena arrivata la notizia, la Casa Bianca aveva detto già domenica sera di essersi messa immediatamente in contatto con Corea del sud e Giappone «controlliamo da vicino le informazioni secondo le quali Kim Jong Il è morto», ha detto il portavoce di Obama, Jay Carney.

Kim Jong-Il era nato il 16 febbraio  1942 e nel 1960 aveva studiato politica ed economia all'università Kim Il Sung, che portava il nome del suo padre e predecessore, il primo "amatissimo" leader della dinastia comunista dai Kim, morto nel 1994. Jong Il ha scalato senza problemi tutte le cariche del Partito dei lavoratori della Corea, iniziando dal Comitato centrale nel 1964 e, dopo essere stato insignito a più riprese del titolo di "Eroe della repubblica popolare democratica di Corea", è diventando residente del Comitato della difesa nazionale (le forze armate) e  l'8 ottobre 1997 segretario generale del partito e quindi leader supremo della Corea del nord

Nonostante le preoccupazioni di americani, sudcoreani e giapponesi, la successione sembra già decisa da tempo: il congresso del Partito del lavoro, organizzato per la prima volta dopo 44 anni nel 2010, non aveva rieletto segretario Kim Jong-Il, ma designato a vice-presidente della Commissione militare centrale, e quindi a suo probabile successore come leader supremo, il suo terzo figlio Kim Jong Un, 27 anni, fino ad allora mai menzionato ufficialmente.

Di fatto la Corea del nord conferma di essere un regime dinastico-militare che basa la sua sopravvivenza sulla segretezza ed il ricatto nucleare. Kim Jong Il è stato un maestro in questo, costringendo Corea del sud, Giappone, Usa, Russia e Cina a defatiganti negoziati, interrotti da esperimenti nucleari sotterranei (forse falsi), lanci di missili, attacchi alle navi ed al territorio della Corea del sud,  costruzioni di impianti atomici... il tutto condito con traffici di tecnologia nucleare con il Pakistan e probabilmente altri Paesi.

Secondo il Juche, l'ideologia ultranazionalista nordcoreana infarinata di marxismo-leninismo-stalinismo, la rivoluzione non può essere compiuta da una sola generazione ed è costantemente minacciata da nemici interni ed esterni. Per questo la dirigenza della rivoluzione deve essere trasmessa di generazione in generazione, di padre in figlio e per questo l'agenzia Knca scrive: «La venerazione immutabile del nostro leader Kim Jong-Il, organizzatore di tutte le nostre vittorie  e dirigente supremo del Partito del lavoro della Corea che ci guida, è la gloria suprema ed il benessere dei milioni di membri del partito, del popolo e dell'esercito, un grande avvenimento per la nostra patria ed il nostro popolo»

La vita privata di questa reincarnazione del dio stalinista del Juche in terra era un tabù assoluto per i nordcoreani, solo fonti estere hanno rivelato la presenza di 3 suoi figli ed il nome di uno di loro, Kim Jong-Un, spuntò fuori in un documento di nomina di alcuni generali in occasione del 65esimo anniversario del Partito del lavoro. Kim Jong Un, come gli altri figli di Kim Jong Il, avrebbe studiato in Svizzera sotto falso nome ed a 20 anni gli sarebbe stata annunciate la successione dinastico-comunista.

Ma in Corea del nord la dinastia nazional-comunista potrebbe anche prendere momentaneamente altre strade o trasformarsi in una corte (sempre sostenuta e controllata dal vero padrone e sostegno della dittatura: l'esercito). Non bisogna scordarsi l'attribuzione del titolo di Grande generale alla sorella del leader defunto, Kim Kyoung Hui, il cui nome precedeva quello del nipote nell'ormai famoso decreto 0051, e che potrebbe fare da tutrice al nipote, anche perché è moglie del potentissimo Jang Song Thaek uno dei più stretti consiglieri di Kim Jong Il. Durante la sessione di giugno dell'Assemblea popolare suprema della Corea del  nord Jang Song Thaek è stata nominata vice-presidente della Commissione nazionale di difesa (praticamente vice-leader) e la stampa sudcoreana la definì subito "reggente" di Kim Jong Un, destinato a perpetuare il potere dinastico dei Kim e la Juche che hanno imprigionato la Corea del nord in un claustrofobico regime nazionalista e militaresco, che prometteva la liberazione dell'uomo ed ha portato carestia, isolamento e dittatura.

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