[14/12/2011] News

Pesca illegale. Le associazioni ambientaliste alla Camera: «Con il nuovo decreto l'Italia rischia una multa da 120 milioni di euro»

Oggi Greenpeace, Legambiente, Marevivo e la coalizione Ocean2012 sono state in audizione in Commissione agricoltura della Camera dei deputati, riguardo all'imminente decreto legislativo di attuazione dei Regolamenti comunitari sulla pesca illegale e sui controlli, ed hanno evidenziato «La palese difformità del testo dello schema di decreto con le prescrizioni comunitarie».

Le tre associazioni e la coalizione hanno spiegato ai deputati che «L'Unione Europea infatti, individua una serie di infrazioni gravi a cui devono corrispondere sanzioni dissuasive, efficaci e proporzionate mentre il governo punta a risolvere il grave problema della pesca illegale in Italia con lievi sanzioni dal minimo effetto deterrente».

L'Italia è già sanzionata dall'Ue nel 2009 «Non avendo provveduto in misura sufficiente a che fossero adottati adeguati provvedimenti nei confronti dei re¬sponsabili delle infrazioni alla normativa comunitaria» ed ha settembre è stata avviata la seconda procedura di infrazione per le stesse carenza nel dispositivo legislativo.

«Se non si introducono con questo decreto delle misure realmente efficaci e totalmente corrispondenti alla normativa comunitaria quindi, l'Italia rischia una nuova condanna e una multa da 120 milioni di euro, come dichiarato lo scorso luglio dal Commissario Ue per gli affari Marittimi e la Pesca, Maria Damanaki - dicono gli ambientalisti - La pesca senza licenza, senza autorizzazioni, senza bandiera, la pesca di specie vietate e in tempi e luoghi vietati, la pesca di stock di cui è esaurita la quota, la pesca con attrezzi e strumenti vietati non può essere perseguita con multe irrisorie rispetto a quanto previsto dalla legislazione europea».

Greenpeace, Marevivo, Legambiente e Ocean2012 hanno sottolineato alla Commissione ambiente della Camera che: «Questo schema di decreto è un'occasione che il nostro Paese non può mancare per mettersi in regola con quanto richiesto dall'Ue e dimostrare che si vuole combattere seriamente la pesca illegale».

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