[14/12/2011] News

Crollata la parete sud dell'edificio del reattore 4 di Fukushima Daiichi?

I media giapponesi non ne parlano, anche se l'inquietudine sulla situazione di Fuskushima serpeggia: il network radio-televisivo Nhk da notizia dei finanziamenti del ministero dell'ambiente per lo sgombro dei detriti contaminati e degli stress test in corso nelle centrali nucleari, Kyodo News della difficoltà degli abitanti a rientrare nelle aree più contaminate intorno a Fukushima Daiichi, ma il sito statunitense NaturalNews lancia un preoccupante allarme ed ipotizza che le cose nella centrale nucleare colpita dal terremoto/tsunami dell'11 marzo stiano nuovamente mettendosi male: «Come abbiamo riportato ieri, la parete sud del reattore n. 4 di Fukushima a quanto pare è crollata nei giorni scorsi, mettendo in discussione l'integrità strutturale della restante la parete del lato sud del al reattore 4 sta cadendo a pezzi».

Le prove sarebbero nelle foto pubblicate da "EneNews" che fa l'ipotesi che, se un'altra scossa di assestamento colpisse la centrale e parte della struttura cadesse nella piscina combustibile esaurito, «L'intera area del Giappone orientale sarebbe troppo contaminata per essere abitabile» e conferma che «La parete sul lato sud del reattore 4 è mancante. Almeno dal 6/12/2011 il muro non c'è».

La situazione delle foto che pubblichiamo, a dire il vero molto sfuocate, del muro "scomparso" e le notizie di una possibile evacuazione di massa in Giappone non sono confermate da altre fonti ed è quindi necessaria molta cautela.

Invece c'è da prendere con molta preoccupazione il rapporto "Impacts of the Fukushima Nuclear Power Plants on Marine Radioactivity", di Ken Buesseler, Michio Aoyama e Masao Fukasawa, pubblicato su Environmental Science & Technology, che rivela che i livelli di cesio radioattivo al largo di Fukushima Daiichi hanno superato di 50 milioni di volte quelli normali, il che comporta un rilascio continua dai reattori danneggiati o da altre fonti contaminate, come ad esempio le acque sotterranee o i sedimenti costieri che la Tokyo electric energy company (Tepco) ed il governo giapponese avevano assicurato fosse ormai sotto controllo.

La Tepco ha invece ammesso un'allarmante presenza in mare di stronzio (con circa 30 anni di decadimento) e che perdite di questa soistanza radioattiva sono ancora in corso. Secondo l'utility nell'Oceano Pacifico dopo il disastro nucleare di Fukushima sarebbero finiti , «26 miliardi di becquerel materiali radioattivi», che potrebbero rimanere nei sedimenti marini per decenni e rappresentare un potenziale pericolo dui contaminazione per tutta la catena alimentare marina.

Secondo NaturalNews «il peggio forse deve ancora venire. Quel che è chiaro da tutto questo è che: L'impianto di Fukushima rimane altamente instabile e potrebbe drammaticamente peggiorare, soprattutto se un altro terremoto o tsunami colpisce l'area e provoca un ulteriore degrado dell'integrità strutturale di edifici di contenimento che ospitano ancora barre di combustibile nucleare; la catastrofe di Fukushima catastrofe è, senza dubbio, il più grande disastro radiologico mai registrato nella storia umana; I mainstream media hanno costantemente (intenzionalmente?) minimizzato la gravità del disastro di Fukushima, forse per cercare di calmare le paure, negando la reale portata del problema: La Tepco ha regolarmente ed abitualmente mentito sullo stato di Fukushima durante la crisi e nei giorni e nelle settimane successivi a quella crisi; Per questo motivo non si può contare sulla precisione con la quale le fonti ufficiali ci informano sull'attuale stato della struttura Fukushima. Il rischio di essere fuorviati da quelle fonti ufficiali è molto alto».

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