[14/12/2011] News

Realacci e Ferrante a Clini: «Perché è fermo il Centro studi e ricerche sulla biodiversità del Cilento costato 9 milioni di euro?»

Il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci, ha presentato alla Camera una interrogazione a risposta scritta, e la stessa cosa ha fatto Francesco Ferrante al Senato, nella quale chiede al ministro dell'ambiente cosa stia succedendo nel Parco nazionale del Cilento.
Realacci e Ferrante ricordano la realizzazione, con il progetto integrato territoriale 2000/06, di una serie di strutture per la ricerca, lo studio e il monitoraggio della biodiversità nel Parco «Tra cui il centro internazionale della biodiversità del Mediterraneo, struttura unica nel Mezzogiorno d'Italia dedicata allo studio e ricerca sulla biodiversità con oltre 30 laboratori scientifici, biblioteca, museo delle specie, aule per incontri in un immenso territorio per sperimentazioni in situ ed ex situ (173 ettari di proprietà del parco)».

Poi sottolineano che il ministero dell'ambiente ha approvato la strategia nazionale della biodiversità, «Per sostenere ed integrare le esigenze della biodiversità nelle politiche nazionali di settore, riconoscendo la necessità di mantenerne e rafforzarne la conservazione e l'uso sostenibile per il suo valore intrinseco e in quanto elemento essenziale per il benessere umano, rispondendo appieno alla sfida 2011-2020 per la biodiversità; tra i principali attuatori della strategia nazionale della biodiversità risultano le aree protette nazionali».

Per questo 12 comuni dell'area protetta e nell'area di riferimento della sede del centro studi e ricerche sulla biodiversità, hanno condiviso il progetto "Campus Mediterraneo" per mettere rete delle iniziative attivate dall'ente parco e cogestire il centro studi e ricerche sulla biodiversità per l'attuazione della strategia nazionale della biodiversità, riconosciuto dal dipartimento per lo sviluppo della Presidenza del Consiglio dei ministri con l'award di qualità 2007/8 e inserito nel circolo delle qualità italiane del Forum della pubblica amministrazione.

Il progetto è finanziato tra gli studi di fattibilità della regione Campania ed è riconosciuto dall'amministrazione regionale tra le eccellenze ed ha ricevuto l'adesione delle università campane, dei centri di ricerca del Cnr competenti e del biodistretto del parco del Cilento sostenuto dall'Associazione italiana di agricoltura biologica.

Ma Ferrante e Realacci denunciano che quel Centro studi e ricerche sulla biodiversità, che è costato oltre 9 milioni di euro, «Resta fermo ed inutilizzato con grave rischio di degrado e devastazione di impianti ed arredi, nel mentre nel progetto "Campus Mediterraneo" ne fa il nucleo centrale della sua azione con la disponibilità dei comuni di raccordare il centro alle infrastrutture locali (viabilità e centro fieristico di Vallo della Lucania - adiacente ); allo stato nonostante le tante sollecitazioni e le richieste ufficiali dei comuni suddetti per la cogestione del centro per l'attuazione di specifici progetti già finanziati da enti e Ministeri competenti, l'ente parco non sembra sensibile alle sollecitazioni territoriali e non dà alcuna risposta alle note né riscontro agli specifici incontri pure più volte realizzati; più opportunità di finanziamento dello start up del progetto sono state perse nonostante proposte all'ente parco, così come dichiarata disponibilità di istituti e centri di ricerca e studio del Cnr e delle università campane resta inascoltata e/o ignorata a quanto consta all'interrogante dall'attuale gestione del parco; la struttura in assenza di una sua gestione e idonea manutenzione, sta subendo rilevanti danni conseguenti alle condizioni di abbandono e degrado; tale struttura può diventare il fiore all'occhiello del Mezzogiorno per l'attuazione della strategia nazionale della biodiversità e per la messa in campo di azioni ed iniziative già in parte finanziate con fondi nazionali ed europei, inerenti alle rilevanti responsabilità nazionali e internazionali in materia, essendo tra l'altro, il parco del Cilento membro ufficiale dell'Iucn; si intende attivare un programma di gestione che attraverso l'attuazione di iniziative ed attività formative pubbliche (trasferimento di istituti professionali e polo telematico universitario) e private (Aiab, Firap, Centro Unesco, FormAmbiente, Hispa), possa puntare alla copertura delle spese di gestione ordinaria».

Quindi i due esponenti del Pd chiedono «Se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tutto quanto sopra riportato e, in caso affermativo, se e in quali modi intenda intervenire affinché l'ente parco assuma, nella sua piena autonomia, una decisione (positiva e/o negativa) in merito alla nota ufficiale dei comuni sulla cogestione del centro studi e ricerche per la biodiversità alla quale ha aderito il biodistretto, oltre che istituti di ricerca e studio del Cnr e le università campane disponibili a cooperare; se non ritenga sia il caso di istituire con la necessaria urgenza un tavolo ministeriale con la regione Campania, i comuni richiedenti, l'Aiab, gli istituti del Cnr e le università campane aderenti per pervenire alla cogestione, al fine di superare questo stato di cose ed evitare che si affacci lo spettro della ingovernabilità delle opere, dell'abbandono e del degrado con le inevitabili conseguenti accuse di sperpero di danaro pubblico a danno dell'occupazione giovanile e della crescita culturale e sociale del territorio che ha scelto e condiviso di assumere il progetto "Campus Mediterraneo", quale frontiera innovativa per lo sviluppo e l'applicazione dell'approccio ecosistemico nelle politiche di gestione territoriale e concreto contributo scientifico e operativo per il futuro del territorio e della nazione».

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