[13/12/2011] News

Acque reflue, Commissione europea: «Bisogna migliorare ulteriormente»

Trieste non ha ancora impianti di trattamento adeguati

Secondo quanto scrive oggi la Commissione europea, «Tra il 2007 e il 2013 nell'insieme dell'Ue si spenderanno 14 miliardi di euro per l'infrastruttura di raccolta e trattamento delle acque reflue ai sensi della direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane. Obiettivo di questa operazione è garantire che i rifiuti industriali e umani non abbiano effetti negativi sulla salute umana e sull'ambiente».

Secondo la sesta relazione sull'attuazione della direttiva, riguardante il 2007/2008, «I lavori procedono adeguatamente» ma «I tassi di conformità per quanto riguarda raccolta e trattamento potrebbero migliorare ulteriormente». Dal rapporto viene fuori che gli Stati membri della vecchia Ue a 15 «Hanno mantenuto un buon livello di trattamento delle acque reflue e hanno registrato progressi per quanto riguarda il trattamento delle "acque sensibili"», mentre i 12 Stati di più recente adesione all'Ue a 27 «hanno registrato miglioramenti nella raccolta e nel trattamento generali».

La direttiva sulle acque reflue urbane prevede che «Siano raccolte e trattate in tutte le zone in cui generano un inquinamento idrico equivalente ad un insediamento di più di 2 000 persone». Nell'Ue a 27 ci sono circa 23.000 aree di questo tipo che producono un carico di inquinamento totale delle acque reflue equivalente ad una popolazione di circa 550 milioni di persone. La Commissione spiega che  La direttiva prevede il trattamento biologico delle acque reflue ("trattamento secondario") mentre un trattamento più rigoroso è stabilito per le acque particolarmente sensibili che richiedono un livello di tutela più elevato. Al momento della pubblicazione della relazione si prevedeva che la direttiva sarebbe stata attuata nell'Ue-15, ma i Paesi dell'Ue-12 hanno beneficiato di una proroga stabilita dal trattato di adesione. Nel 2007 e 2008 i termini di attuazione non erano scaduti per la Bulgaria, Cipro, l'Estonia, l'Ungheria, la Lettonia, la Romania e la Slovenia»

Secondo lo "Study on investment and employement related to EU policy on air, water and waste", «Nel periodo 1990-2010 circa 152 miliardi di ro sarebbero stati investiti nelle infrastrutture per le acque reflue. I fondi dell'Ue sono determinanti per il finanziamento delle infrastrutture di trattamento e raccolta nell'Ue-12. In precedenza tali fondi hanno consentito a Paesi come l'Irlanda, la Spagna, l'Italia e la Grecia di compiere progressi eccezionali rispetto agli anni 90, in alcuni casi quadruplicando le cifre relative al trattamento secondario».

La commissione sottolinea che «l'Ue migliora i tassi di conformità grazie a severi provvedimenti di attuazione: nel 2007, ad esempio, la Commissione ha proceduto, a seguito di sentenze giudiziarie in questo ambito, nei confronti del Belgio, del Lussemburgo, del Regno Unito e della Spagna».

La relazione evidenzia soprattutto che «La maggior parte dei sistemi di raccolta dei paesi Ue-15 è estremamente efficace e raccoglie il 99% delle acque interessate; Dall'ultima relazione l'insieme dell'area considerata "sensibile" (eutrofica o esposta al rischio di eutrofizzazione) che richiede un trattamento più rigoroso è passata dal 68 al 73%. Ciò potrebbe corrispondere in parte ad un aumento delle acque eutrofiche, ma anche indicare che gli Stati membri individuano e proteggono in modo più adeguato le loro acque sensibili; Si registrano ancora ampie divergenze per quanto riguarda la realizzazione di trattamenti più rigorosi delle acque, ma in Austria, Olanda e Germania si registrano tassi di conformità elevatissimi. In Danimarca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Svezia e nell'Ue-12 (in particolar modo in Lituania) si registrano miglioramenti; Il trattamento delle acque reflue procede adeguatamente nelle grandi città, dove il 77% delle acque reflue è trattato in modo più rigoroso. Tuttavia alcune città, di cui quattro dell'Ue-15, non dispongono ancora di impianti di trattamento adeguati: si tratta di Barreiro/Moita e Matosinhos in Portogallo, Fréjus in Francia e Trieste in Italia».

La Commissione coadiuverà gli Stati membri finanziando alcuni progetti attraverso i fondi di coesione ed anche altre istituzioni dell'Ue, tra le quali la Banca europea per gli investimenti, erogano finanziamenti.

Per l'attuazione della Direttiva la Commissione «Adotterà misure proattive per collaborare con gli Stati membri, laddove possibile, ma continuerà anche a procedere nei confronti dei Paesi che registrano ritardi nell'attuazione, soprattutto nel caso di gravi carenze o ritardi».

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