[12/12/2011] News

L'inquinamento della cartiera fa aumentare (per ora) i coccodrilli nel fiume Kalinadi

Il Kalinadi, un fiume che scorre attraverso la fitta foresta pluviale del Ghats occidentale, sulla costa occidentale dell'India, è inquinato dagli scarichi di una cartiera della West Coast Paper Mills e sta attirando un numero eccezionalmente alto di coccodrilli dalle paludi circostanti, uno degli hotspot della biodiversità indiana. I coccodrilli si affollano in un tratto di fiume lungo 5 km a valle degli scarichi industriali tossici.

Il dipartimento delle foreste indiano non ha fatto un censimento regolare dei coccodrilli a Dandeli, ma secondo Sunil Pawar, il direttore per la salvaguardia delle foreste dell'Anshi Dandeli Tiger Reserve, ci sarebbero almeno tra i 40 e i 60 coccodrilli in un area fluviale diove fino ad ora non ce n'erano stati più di 15.

TV Ramachandra, un limnologo ed esperto di acqua dolce del Centre for ecological sciences dell'Indian institute of science (IiS) di Bangalore ha spiegato a Mongbay che «La presenza di così tanti coccodrilli in un tratto di fiume relativamente piccolo, è un indicatore biologico dell'inquinamento del fiume».

Anche per i coccodrilli, che banchettano con le carogne degli animali che non resistono all'inquinamento, la cuccagna potrebbe finire presto: le sostanze industriali inquinanti non trattate avveleneranno l'area circostante, rendendola praticamente invivibile per gli altri animali selvatici e quindi anche per i coccodrilli.

Rom Whitaker, del Madras crocodile bank trust ed uno dei più noti erpetologi dell'India, spiega all'agenzia Ips che «I coccodrilli hanno bisogno di un habitat acquatico indisturbato, incontaminato e pieno di prede abbondanti, tra le quali insetti, pesci, rane, uccelli, roditori, rettili e animali più grandi, molti dei quali potrebbero essere uccisi o scacciati dal veleno. L'Inquinamento di una qualsiasi parte del corpo idrico è altrettanto dannosa sia per i coccodrilli che per la flora e la fauna acquatica, ed è, in ultima analisi, estremamente dannoso per la loro sopravvivenza a lungo termine. Squilibrio dei numeri o dell'habitat può anche avere effetti deleteri sul rapporto numerico tra i sessi di questi rettili in via di estinzione».

Il direttore esecutivo del West Coast Paper Mills, KL Chandak, difende le azioni della sua impresa: «Abbiamo adattato una nostra tecnologia di produzione della carta per diminuire in modo sostanziale effluenti che scorrono nel fiume. Questo nuovo impianto di trattamento è conforme agli standard previsti sia dal federal) pollution control board (Cpcb) che dal Karnataka State pollution control board (Kspcb)».

Ma a smentirlo in un'intevista all'Ips è proprio un funzionario del Cpcb di Bangalore: «L'Environmental surveillance scheme del Cpcb prevede analisi casuali ogni trimestre in ogni Stato, negli ultimi 3-5 anni non abbiamo condotto uno studio dell'inquinamento a Kalinadi».

Infatti, nonostante le prove dicano il contrario, per i documenti ufficiali «Il rapporto statale biennale 2011 del Kspcb sugli effluenti scaricati;afferma che gli indicatori Bod e Cod stanno dimostrando una diminuzione grazie al miglioramento dei metodi di produzione e di trattamento dei rifiuti». Il Kspcb sottolinea di aver anche approvato la proposta dell'industria per la produzione di precipitato di cloruro di calcio, che prevede addirittura il controllo satellitare dell'inquinamento, un nuovo sistema che rende obsolete le attuali ispezioni , così lo Stato del Karnataka potrà non fare più del tutto i controlli che fa raramente e male.

Le indagini indipendenti svolte dall'Ips hanno trovato nel fiume sostanze inquinanti «Tra cui calcio, magnesio, sodio, cloruri, nitrati, solfati e livelli molto elevati di biological oxygen demand (Bod) e di chemical oxygen demand (Cod)», sostanze che stanno inquinando le acque e mettono in pericolo l'intera catena alimentare. Ramachandra denuncia i rapporti ufficiali: «I valori espresso dal Kspcb non rispettano le condizioni sul terreno e non sono nemmeno paragonabili ai nostri stessi standard. Questo rapporto va respinto»

La cartiera West Coast Paper Mills è un esempio del modello distorto dell'inarrestabile sviluppo industriale indiano: un approccio antropocentrico che procede tagliando le foreste, mettendo in pericolo la fauna selvatica ed esaurendo le risorse naturali in nome delle opportunità di lavoro per gli uomini. Fin dagli anni ‘50 e '60, le foreste pluviali come quelle di Dandeli sono state distrutte per realizzare piantagioni di bambù per la produzione di pasta di legno, la materia prima utilizzata per la fabbricazione della carta. Ora le grandi aziende come la West Coast Paper Mills dipendono dalle piantagioni di eucalipti e continuano a disboscare ed occupare vaste aree naturali vicine a fonti di acqua dolce.

Intanto nemmeno un funzionario statale o federale si è fatto avanti per fermare la cartiera che sta commettendo un vero e proprio ecocidio un uno degli hotspot di quel che resta della biodiversità indiana: il fiume Kalinadi scorre in una riserva della tigre, che dovrebbe godere del massimo livello di protezione secondo l'Environmental protection act del 1986 e dal Forest conservation act del 1980, ma le autorità locali e federali non pensiamo nemmeno a spostare questa cartiera inquinante.

Eppure nella foresta pluviale e nelle paludi vivono pantere nere, tigri, leopardi, orsi, pangolini, pipistrelli, scimmie langur, scoiattoli giganti malabar, sciacalli, bufali gaur, cervi, più di 200 specie di uccelli, centinaia di specie di farfalle ed altri insetti, rettili come il cobra reale, pitoni, vipere e varani, tartarughe d'acqua dolce e, nell'estuario, delfini e lontre ed una variegata ed abbondante comunità di pesci.

L'inquinamento mette in pericolo anche le comunità umane del Dandeli, che vivono grazie ai servizi ecosistemici ed al cibo fornito dal fiume e sarà difficile trovare risorse alternative di acqua dolce in un'area priva di infrastrutture per la depurazione. L'aumento dei coccodrilli sta rendendo ancora più rischiosa la già pericolosa vita delle popolazioni locali, costituendo una minaccia soprattutto per i bambini che nuotano nel fiume, diventati un altro obiettivo di caccia dei grandi rettili affamati. 

Kanak Bhat, un anziano giornalista del Dandeli, ha spiegato all'Ips: «Se questa minaccia continua gli abitanti dei villaggi non avranno altra alternativa che massacrare queste creature in pericolo. Inoltre, quando il bestiame cade nel fiume e viene divorato dai coccodrilli, gli allevatori non vengono rimborsati dal forest department. Come culmine di tutto questo, l'inquinamento dell'aria ha tenuto lontano l'ecoturismo, togliendo risorse alle decine di persone che contano sull'industria del turismo per il lavoro ed un reddito certo. Crescendo nell'inquinamento, i coccodrilli non sono solo esposti agli inquinanti tossici nell'ambiente, ma anche al cocktail mortale di politici corrotti, burocrazia statale inefficiente ed industrializzazione dei quali la fauna selvatica indiana sta pagando il prezzo».

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