[09/12/2011] News

Fotografato il cannibalismo dell'orso bianco

Arcitc, il giornale dell'Arctic institute of North America, ha pubblicato la ricerca Observations of cannibalism by polar bears (Ursus maritimus) on summer and autumn sea ice at Svalbard, Norway" nel quale Ian Stirling, del Polar bear specialist group Iucn ed uno dei più noti esperti di orsi polari e dell'ecosistema marino artico, e Jenny Ross, una fotografa ambientale,portano le prove definitive del cannibalismo tra gli orsi bianchi.

«Segnaliamo tre casi di orsi polari adulti che hanno ucciso dei giovani orsi polari e fatto del cannibalismo intra-specie sul ghiaccio marino delle Svalbard in estate ed autunno -scrivono Stirling e Ross - Durante la débâcle e lo scioglimento dell'estate, l'area del ghiaccio marino intorno all'arcipelago delle Svalbard occupa solo una frazione della superficie totale raggiunta in inverno e in diversi luoghi scompare completamente.

Poiché l'area dei ghiacci marini di cui gli orsi polari si servono per la loro attività di caccia diventa più piccola, ci sono sempre meno foche a disposizione degli orsi, che declinano quindi su loro simili più deboli. Conseguentemente, in quei moment dell'anno, i giovani orsi polari possono rappresentare una possibile fonte di nutrimento per i maschi adulti. Se il clima dell'Artico continuerà a riscaldarsi ed il ghiaccio si scioglierà più presto in estate, la frequenza di questa predazione intra-specifica potrebbe aumentare».

Il cannibalismo tra gli orsi bianchi sembra prodursi dopo che hanno mangiato carogne dei loro simili e per gli attacchi di maschi contro cuccioli o individui incapaci di difendersi. Già negli anni passati osservazioni dirette avevano segnalato un po' in tutto l'Artico che gli orsi bianchi uccidevano e mangiavano esemplari della loro stessa specie. Una precedente ricerca pubblicata da Arctic sottolineava che «L'incidenza elevata dell'infezione di Trichinella e le osservazioni di cannibalismo dappertutto nelle regioni polari suggeriscono che gli orsi bianchi mangiano senza esitazione altri orsi bianchi se possono farlo senza ricevere delle ferite gravi. Delle ipotesi presentate, secondo le quali l'aggressione ed il cannibalismo intra-specie comportano un'importate forza sociale ed ecologica sono conformi alle informazioni conosciute sulla biologia degli orsi bianchi».

Questa volta però c'è la pistola fumante e le prove del cannibalismo degli orsi polari sono state presentate da Jenny Ross all'American geophysical union (Agu) Fall meeting che si conclude oggi a San Francisco, considerato il più grande raduno annuale di scienziati del pianeta.

La Ross ha immortalato a Olgastretet, uno specchio d'acqua nelle Svalbard, tre casi di cannibalismo contro cuccioli da parte di orsi bianchi adulti ed ha definito le sue fotografie «Uno dei più raccapriccianti segnali del global warming». In un'intervista al corrispondente scientific della BBc Jonathan Amos la fotografa canadese ha spiegato che «Questo tipo di predazione intra-specifica in qualche misura si è sempre verificato. Tuttavia, ci sono un numero crescente di osservazioni che si verificano, in particolare nei territori in in cui gli orsi polari restano intrappolati a terra, completamente privi di alimentazione per lunghi periodi di tempo a causa della perdita di ghiaccio marino, causata del cambiamento climatico». L'Olgastretet è uno stretto che divide le due isole principali delle Svalbard e prima rimaneva coperto di ghiaccio tutto l'anno, da qualche anno è sempre più libero.

La Ross è riuscita ad avvicinarsi all'orso adulto in barca e con il suo teleobiettivo pensava di fotografare un pasto di questo grande carnivoro, solo quando è arrivata più vicino si è resa conto che in realtà la preda era un piccolo di orso bianco. «Il metodo usato dall'adulto per uccidere era esattamente lo stesso che gli orsi polari usano con le foche: mordere forte alla testa - ha detto la Ross all'Agu Fall meeting - Non appena il maschio adulto si è reso conto che si stava avvicinando una barca, si è allarmato, mettendosi sopra il corpo del giovane orso, asserendo così il controllo e indicando: "questo è il mio cibo". Ha poi preso l'orso nelle sue fauci e, utilizzando solo la forza delle mascelle e del collo, lo ha trasportato da un lastrone all'altro. E alla fine, quando era a una distanza considerevole, si è fermato e si è nutrito della carcassa». Nella zona c'era anche un altro orso, che secondo la foto-giornalista poteva essere la madre del cucciolo ucciso.

Senza la banchisa polare sulla quale cacciano le foche anche nelle Svalbard gli orsi vanno alla ricerca di fonti alternative di cibo. La Ross ha spiegato che «Sulla terraferma, stanno cercando spazzatura e cibo umano e stanno iniziando a predare gli uccelli marini e le loro uova. Nessuno di questi cibi alternativi è in grado di sostenerli, ma li stanno ricercando. Predare un altro orso è un modo per procurarsi cibo e probabilmente è un modo relativamente facile per un grande maschio adulto. Sembra che, a causa delle circostanze della perdita di ghiaccio marino, questo tipo di comportamento potrebbe diventare sempre più comune».

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