[02/12/2011] News toscana

Come raccordare in Toscana le molte questioni ambientali?

In Toscana stando anche solo alle cronache di questi giorni non si fatica a notare che una serie di questioni spesso niente affatto nuove tornano a far parlare di se con sviluppi ed esiti sicuramente positivi. Sui porticcioli in Maremma l'assessore Marson fa sapere che la questione troverà una sua messa a punto complessiva. Anche per il parco agricolo della Piana alle prese con la pista di Peretola sembra si stia procedendo al meglio. Intanto l'assessore Bramerini chiede al nuovo ministro Clini di sentire gli assessori regionali sulle tante questioni aperte non escluso il santuario dei cetacei su cui la nostra regione sta lavorando all'osservatorio dell'Arcipelago toscano.

Sempre la regione sta mettendo a punto il piano regionale sulla biodiversità di cui la scorsa settimana si è discusso a Livorno per la parte marino-costiera dove si ha conferma di vecchi problemi ma anche la scoperta di nuovi. Ad esempio è emerso nel momento in cui iniziano gli impegnativi e onerosi lavori per la diga di Follonica contro l'erosione che l'arretramento della posidonia dovuti all' inquinamento  favorisce proprio l'erosione per cui sarebbe indispensabile fare ‘buchi' ( costosi)  nelle dighe  per consentire all'acqua di fluire.

Si è pure scoperto che certi alieni  che popolano le nostre acque e dovuti agli scariche delle navi anche a Marina di Pisa non sono dannosi solo per chi frequenta le spiagge ma anche chi passeggia lungomare. Poi ci sono ovviamente gli effetti rovinosi delle recenti alluvioni che ripropongono non solo il tema annoso dei finanziamenti ma anche del perché progetti già finanziati non vanno avanti come ci ha ricordato Gaia Checcucci segretari del bacino dell'Arno e per altri versi l'assessore Bramerini per alcune casse di espansione. Si è  provveduto perciò alla nomina di commissari per sbloccare queste situazioni ma resta irrisolto il problema del perché servono così tanti commissari a gestire una legge tanto importante  come quella sul suolo.

L'elenco potrebbe continuare ma già da questi pochi esempi si torna ad una vecchia questione e cioè cosa manca perché funzioni una pianificazione e programmazione regionale a cui pure faceva riferimento il PIT, le schede sul paesaggio ed anche un recente legge del luglio sul piano energetico regionale che dovrebbe costituire un pò bizzarramente anche punto di rifermento per i piani dei parchi e delle aree protette regionali che devono ispirarsi ad ambiti assai più ampi e complessi. E si torna insomma a quella annosa questione irrisolta della passata gestione regionale che nella nuova non trova ancora le risposte adeguate e cioè a quali e diversi livelli deve operare una gestione pianificatoria. Di sicuro non basta quella locale e nemmeno intercomunale tanto è vero che da tempo si sono previste quelle di scala diversa sia per i bacini che per i parchi. Qui va detto che il cane si morde ancora la coda. E' chiaro -o dovrebbe esserlo- tanto per fare l'esempio dei porticcioli che essi difficilmente potranno ignorare il piano regionale della biodiversità a cui sta lavorando la regione e di cui si è discusso appunto a Livorno pochi giorni fa. Qualche mese fa sembrava si fosse rimesso mano anche coinvolgendo le Università toscane e utilizzando la legge regionale sulla partecipazione al PIT, alle schede anche fasulle sul paesaggio. Ma non mi pare si sia fatta molta strada e anche sui parchi tanto per fare un altro esempio si nicchia stranamente.

Eppure specie dopo il cambio di governo proprio su questo terreno anche la Toscana si gioca un ruolo di non poco conto.

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