[29/11/2011] News

Medio Oriente sull'orlo del precipizio

A Firenze e Colonia per sciogliere dal basso il nodo palestinese

L'Assemblea generale dell'Onu, con la risoluzione 32/40 B del 2 dicembre 1977, ha designato il 29 novembre come la Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese. La data è stata scelta perché in quel giorno del 1947 l'Assemblea  generale dell'Onu istituiva in Palestina uno "Stato ebraico" e uno "Stato arabo", assegnando alla città di Gerusalemme uno speciale status internazionale gestito dall'Onu. Dei due Stati previsti nella "Partition Resolution" 181 (II) del 1947, finora è stato realizzato solo Israele. La Palestina attende ancora di essere riconosciuta. E' qui  la radice delle guerre, delle ingiustizie e delle rivolte in tutto il Medio Oriente che si ciba di conflitti per il petrolio, l'acqua, la terra, gli ecosistemi, un conflitto eterno, esempio e paradigma  di quel che potrebbe succedere in  molte aree del mondo se non si attaccano alla radice le ragioni  economiche, ambientali, sociali e politiche che fabbricano disuguaglianze, dittature, guerre e rivolte.

«Chi vuole davvero la pace sa quello che deve fare - dice Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace - Domani l'Onu celebra la Giornata Internazionale di Solidarietà con il popolo palestinese e ci invita a riaccendere i riflettori su una insopportabile tragedia umana e politica che ogni giorno diventa più pericolosa per tutti. E' come una molla che si sta continuando a caricare e che all'improvviso ci scaricherà addosso tutta l'energia distruttiva che ha accumulato. Fingere di non vedere è da irresponsabili, perché il prezzo che ci verrà chiesto di pagare è più alto che mai. Nascondersi dietro alla crisi finanziaria non serve perché questo è il tempo in cui non ci viene concesso di affrontare una crisi alla volta».

Secondo Lotti «La situazione è resa drammatica dal vuoto lasciato dai massimi responsabili della politica internazionale (Stati Uniti, Quartetto, Europa, Mondo arabo) che, dopo decenni di promesse ipocrite, hanno dismesso i panni dei negoziatori super partes e hanno perso ogni residua credibilità. Sul campo restano solo le vittime dell'occupazione militare israeliana e le loro sofferenze quotidiane, i signori della guerra e del terrore, i trafficanti di armi e un gruppo sempre più soffocato di difensori dei diritti umani, operatori umanitari e pacifisti».

La questione palestinese è più che mai una questione mondiale, che non può più essere affrontata con  gli approcci della guerra fredda, del successivo effimero (impero americano" del post-comunismo o con quelli ancora più instabili e fumosi del "multilateralismo della globalizzazione. «Di fronte a questa situazione inquietante - dice Lotti - mentre la primavera araba, la guerra in Libia, le violente repressioni in Siria, Yemen e Bahrain stanno rivoluzionando una delle aree più esplosive del mondo, davanti al rischio crescente di una guerra contro l'Iran è necessario che i nuovi ministri degli esteri e della cooperazione e, più in generale, i responsabili della politica italiana assumano un'iniziativa urgente. E in loro assenza, nei limiti del possibile, si devono muovere i cittadini e le città. Premere sulle istituzioni che hanno il dovere di intervenire, investire sull'informazione e la crescita della consapevolezza, sulla solidarietà e sulla cooperazione, sulla diplomazia dei popoli e delle città ci aiuterà a vivere da protagonisti il tempo difficile che ci è dato da vivere. In pace con giustizia».

Il 29  novembre a Firenze gli enti locali italiani discutono della Giornata della Palestina e di solidarietà col popolo palestinese.  Il 30 novembre a Colonia, in Germania, lo faranno gli enti locali europei insieme ad, israeliani e palestinesi. «Nel silenzio impressionante dei governi - scrive la Tavola della Pace - qualcuno continua a provarci. Nello spirito di Giorgio La Pira».

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