[25/11/2011] News toscana

Il Piano interprovinciale Ato toscana centro: dagli obiettivi agli strumenti

Come già riportato (vedi articolo collegato) gli obiettivi del Piano sono ambiziosi e hanno quindi necessità di essere supportati da strumenti adeguati. Diciamo subito qual è lo strumento che manca e che non è stato considerato: l'accordo con la grade distribuzione per la riduzione degli imballaggi. E' vero che anche in questo caso l'accordo dovrebbe probabilmente essere cercato ad altri livelli, però anche localmente qualcosa si potrebbe e soprattutto si dovrebbe fare.

«Per quanto attiene la riduzione dei rifiuti in Ato Toscana Centro dal 2008 sono stati finanziati progetti per circa 6 milioni di euro- spiegano le province Firenze, Prato e Pistoia - Tra questi ad esempio la distribuzione dei fontanelli dell'acqua di alta qualità in quasi tutti i comuni delle tre province».

Per quanto riguarda l'organizzazione dei servizi di raccolta, il Piano prevede ove possibile, l'estensione sul territorio di raccolte differenziate domiciliari (PAP) per la frazione organica, la carta, il verde e le frazioni multi materiale. Il Piano inoltre prevede l'attivazione di sistemi per la determinazione del quantitativo di rifiuti indifferenziati prodotti da ciascuna famiglia o azienda, per calibrare puntualmente su ogni singola utenza il pagamento del servizio (PAYT).

Ciò sarà possibile con un sistema appropriato di contabilità che sarà definito nel Piano Industriale. Per raggiungere la percentuale di raccolta differenziata del 65% si punta ad incentivare la raccolta dell'organico di qualità. «In tal senso- specificano le province- potranno essere istituiti servizi di raccolta in prossimità dei mercati rionali e centrali degli alimentari, supermercati, nonché mense e servizi di ristorazione studiando in alcuni casi sistemi di personalizzazione atti ad influire sulla tariffa dovuta per il servizio di conferimento».

Per gli impianti di smaltimento il principio di fondo che caratterizza il Piano è la minimizzazione del ricorso alle discariche. Tra gli impianti confermati già contenuti in precedenti pianificazioni troviamo: il nuovo impianto termico (questa la definizione usata nel piano per definire gli inceneritori) di Case Passerini (nella foto); l'ampliamento dell'impianto termico di Selvapiana-Rufina; l'ampliamento dell'impianto di Testi-Greve in Chianti; la discarica Le Borra-Figline V.no e l'impianto di compostaggio di Vaiano.

Si inseriscono ex novo nella pianificazione: l'ampliamento del termoutilizzatore di Montale; il ripristino ambientale e recupero volumetrie discarica Fossetto-Monsummano T.; l'ampliamento della discarica in località il Pago-Firenzuola; il nuovo impianto digestore anaerobico in località Calice-Prato.

Nello stesso tempo in base agli obiettivi di piano si eliminano dalla pianificazione cinque impianti: discarica di Toiano-Vicchio di Mugello; impianto di compostaggio di Pratoni-Scandicci; impianto di termovalorizzazione di Calice-Prato; discarica di Rio Torto-Gambassi Terme; impianto produzione CDR di Pistoia.

Inoltre, con l'entrata a regime del nuovo Piano (1 gennaio 2015), è prevista la definitiva chiusura dei seguenti impianti: discarica di Case Passerini-Sesto Fiorentino; discarica di Casa Sartori-Montespertoli; discarica di Vigiano-Borgo San Lorenzo; discarica di Corliano-Cerreto Guidi; impianto di biostabilizzazione il Dano-Pistoia.

Un elemento innovativo del Piano consiste nella previsione di un'azione di monitoraggio permanente della attuazione del Piano stesso, con la pubblicazione di relazioni annuali (Rapporti di monitoraggio). Le relazioni, oltre all'aggiornamento dei dati, dovranno contenere anche una valutazione delle cause che possono avere determinato uno scostamento rispetto alle previsioni di produzione rifiuti e differenziata e le indicazioni per un eventuale riorientamento delle azioni. Il compito per questa delicata fase è affidato all'Osservatorio interprovinciale dei rifiuti.

«A tal proposito il Piano, contiene anche uno scenario che prevede al 2018, a produzione dei rifiuti stabile e con il 70% di raccolta differenziata, la possibilità di fare a meno del previsto termovalorizzatore di Testi- hanno dichiarato le province- Qualora nello step di valutazione dell'attuazione del Piano a fine 2014 si valutasse l'andamento della produzione rifiuti e della differenziata facessero ritenere realistico il raggiungimento di questo scenario, si potrebbe quindi procedere ad un aggiustamento della previsione impiantistica».

Infine per quanto riguarda l'"iter": il processo di formazione del Piano Interprovinciale ha avuto avvio nel mese di agosto 2010, con la prima fase della valutazione ambientale strategica (Vas). La proposta di Piano approvata dalle giunte provinciali dovrà essere adottata da tutti i Consigli provinciali. Successivamente il Piano verrà messo a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale, del pubblico che subisce gli effetti del piano, delle organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell'ambiente, delle organizzazioni sindacali economiche e sociali più rappresentative, degli enti territoriali localmente interessati, della Giunta regionale.

Tutti i cittadini potranno fornire pareri e osservazioni. Il Piano eventualmente modificato e integrato ripasserà al vaglio delle Giunte e poi dei Consigli provinciali. Con la seconda ratifica dei tre Consigli provinciali il Piano sarà approvato. Di tutti i passaggi, informano le amministrazioni provinciali, sarà dato conto sui siti dei garanti della Comunicazione delle tre province.

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