[22/11/2011] News

Al Sant'Anna di Pisa un master in tecnologie e management per il ciclo dei rifiuti

Il direttore Marco Frey: «Il tema č compatibile con una prospettiva di economia ecologica, cioč del fare meglio con meno. Da questo punto di vista per imprese e pubbliche amministrazioni ci sono spazi di innovazione straordinari»

Per il quinto anno consecutivo la scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha avviato il master di secondo livello in Gestione e controllo dell'ambiente: tecnologie e management per il ciclo dei rifiuti.

Il Master è stato concepito per garantire una formazione di eccellenza a coloro che intendono operare a vario titolo nel settore del ciclo integrato dei rifiuti. Le caratteristiche del Master si fondano infatti su un approccio multidisciplinare in grado di affrontare in tutti gli aspetti la problematica legata al ciclo integrato dei rifiuti sia urbani che speciali, sia solidi che liquidi: dalla produzione ai metodi di raccolta, riciclo e smaltimento con relativi costi; dagli impianti di pretrattamento a quelli di destinazione finale; dalle bonifiche di scarichi incontrollati fino all'analisi di rischio ed al monitoraggio a lungo termine.

Il master, diretto dal professor Marco Frey - offre dunque un avvicinamento scientifico progressivo anche agli strumenti progettuali e previsionali di gestione con attenzione agli aspetti amministrativi e finanziari.

Professor Frey, qual è la struttura didattica del master?

«Il percorso didattico del Master è articolato in una fase di didattica frontale di durata annuale, avrà inizio a gennaio 2012 e si concluderà a dicembre 2012 per un totale di 600 ore, costituita da una parte propedeutica e una specialistica, da visite aziendali, per un totale di 50 ore, e uno stage aziendale della durata minima di 480 ore.

Ciascun allievo è tenuto alla redazione di un elaborato scritto sul tema dello stage (Project work). Lo stage ha la funzione di integrare la formazione d'aula con un'esperienza operativa diretta presso aziende, enti pubblici e/o privati, organismi nazionali e/o internazionali. Le iscrizioni sono da effettuarsi esclusivamente per via informatica entro e non oltre le ore 17.00 del 28 novembre 2011. La domanda di iscrizione è accessibile dal sito www.masterambiente.sssup.it ».

Chi sono i partecipanti al master?

«Normalmente abbiamo una ventina di partecipanti, che è il numero che ci poniamo come obiettivo. Sono persone prevalentemente giovani ma non solo e con provenienze disciplinari diversificate: ingegneri, economisti, giuristi, scienziati ambientali.  Anche per questo motivo il taglio del master è fortemente interdisciplinare con una prima fase in cui allineiamo le competenze, successivamente si entra nel merito della didattica, affrontando tutte le tecnologie disponibili, gli strumenti gestionali e la normativa».

Che sbocchi ci sono sul mercato per chi frequenta questo master?

«Dobbiamo dire che in realtà abbiamo una storia molto lunga, visto che il master in gestione e controllo dell'ambiente è nato vent'anni fa, ma da cinque anni abbiamo inaugurato il secondo livello che è molto più specifico. Se dunque prendiamo l'intera storia pluriventennale possiamo dire che il placement del master è sopra il 90%».

In quali settori?

«Ovviamente la maggior parte lavora nel settore ambientale, sia in aziende private che nelle istituzioni. Negli ultimi anni  focalizzando la nostra attenzione sul tema più specifico dei rifiuti le collocazioni riguardano sia il mondo della consulenza - quindi società di servizi per imprese private che operano nel settore - sia nelle imprese generaliste per occuparsi delle dinamiche ambientali, sia infine nelle pubbliche amministrazioni, attraversate da profonde trasformazioni, che esigono pertanto profili sempre più esperti».

Uno dei punti deboli di questa materia è proprio la (in)certezza delle norme, che cambiano continuamente , rendendo difficile da parte delle aziende non solo programmare gli investimenti ma anche rispettare la legge. E lo stesso problema dei controllati, ovviamente ce l'hanno i controllori, così come chi deve insegnare e formare: quale soluzione avete trovato?

«Quello che il master si propone non è di conformarsi alla stretta attualità, bensì quello di insegnare a informarsi: quali strumenti, quali fonti e quali modalità concorrano alle necessità di un aggiornamento professionale.  Tuttavia dal punto di vista dell'aggiornamento si affiancano alle lezioni tradizionali anche iniziative seminariali che trattano l'attualità: è il caso per esempio dei due seminari che abbiamo organizzato sul Sistri».

Dopo le energie rinnovabili le materie rinnovabili: può  essere questa la nuova sfida per una riconversione ecologica dell'economia?

«Il tema dei rifiuti è emblematico di una transizione verso un nuovo modo di fare economia, perché la chiusura del ciclo integrato significa trasformare rifiuti da problema a risorsa. Serve cioè attenzione alle varie fasi ma soprattutto alla visione d'insieme a partire dalla costruzione di un'adeguata selezione e trattamento, creando quindi le filiere di riutilizzo e recupero delle materie prime seconde. In quest'ottica il tema è perfettamente compatibile con una prospettiva di economia ecologica, cioè del fare meglio con meno. Da questo punto di vista per le imprese ci sono spazi  di innovazione straordinari. L'Italia è ricca di occasioni, per esempio ora per la pubblica amministrazione si apre la sfida della gestione del ciclo integrato dei rifiuti all'interno degli ambiti territoriali ottimali, che dovrà portare oltre alla soluzione di situazioni emergenziali - penso a Napoli ma credo che purtroppo la stessa situazione toccherà a breve anche a Roma -  una maggiore efficienza ed efficacia.  Su questo fronte purtroppo la politica non è tempestiva: i tempi di queste trasformazioni si dilatano in maniera enorme e impediscono a settori come questo di evolversi.  Le potenzialità sono notevoli, il problema è valorizzarle come reali opportunità».

 

Perché il governo dei flussi di materia è un tema sottovalutato rispetto per esempio ai flussi di energia, sui quali negli ultimi anni la consapevolezza è molto cresciuta?

«Forse il segreto è far capire che c'è una ricaduta diretta che tocca le tasche dei cittadini. L'efficienza energetica è diventata una consapevolezza perché c'era la possibilità di misurare il risparmio.  Anche perché laddove si è operato bene sensibilizzando i cittadini i risultati sono stati sorprendenti, ma se agisco solo sulla sensibilizzazione e non la traduco in logiche premiali è più difficile che questa prospettiva abbia successo».

Per ulteriori informazioni sul master è possibile consultare il sito www.masterambiente.sssup.it

 

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