[18/11/2011] News

Viene dall'Ungheria lo iodio radioattivo 131 trovato nell'aria di mezza Europa

L'International atomic energy agency (Iaea) l'11 novembre aveva rivelato la presenza «in questi ultimi giorni» di iodio131 a livelli molto bassi nell'aria dell'Europa centrale. Sempre l'11 novembre il sito web dell'Ufficio di Stato per la sicurezza nucleare della Repubblica Ceca (Sùjb) diceva di aver rilevato tracce di iodio 131 «Sottoforma di particolato e gassose, nelle ultime settimane, ad un livello molto basso (µBq/m3 o microBecquerels per m3)».

Il 14 novembre l'Agenzia nazionale per l'energia atomica della Polonia (Paa) ha trovato tracce di  iodio 131 nei campioni dio aria raccolti in 6 stazioni di misurazione tra il  17 ed il 24 ottobre: «L'attività è compresa tra 0,5 e 13,3 µBq/m3». Dal  24 al 31 ottobre sono stati rilevati da 0,5 à 4,6 µBq/m3 in 3 stazioni e  dal 31 ottobre al 7 novembre da 3,1 a 4,6 µBq/m3 in due stazioni».

Tra fine ottobre e l'inizio di novembre, deboli livelli di iodio 131 erano stati misurati anche nel nord della Germania, in Ungheria, Austria, Slovacchia e Francia, dove i livelli misurati dall'Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire (Irsn) erano di qualche microbecquerels7m3, troppo bassi per rappresentare un rischio sanitario. 
Erano state fatte diverse ipotesi per spiegare questa contaminazione da iodio 131, tra le quali anche un'emissione accidentale proveniente da un reattore nucleare, di una centrale elettrica o di un istituto di ricerca. Alla fine il mistero dello iodio è stato risolto. L'Iaea ha scoperto la fonte della radioattività: un impianto ungherese per la produzione di isotopi medici.

Ieri l'Istituto ungherese di ricerca sugli isotopi ha ammesso di «Aver registrato, nel nostro laboratorio di Budapest, un aumento delle  emissioni di iodio 131». Ma secondo il direttore dell'istituto ungherese, «Queste emissioni non spiegano, almeno nella loro totalità, la contaminazione osservata fino in Francia».

Invece, secondo l'Iasea, che non ha ancora comunicato ufficialmente l'informazione sullo iodio nell'aria di mezza Europa, il laboratorio di  Budapest sarebbe la vera ed unica origine della contaminazione «Che non presenta pericoli sul piano sanitario».

Che qualcosa non funzioni in quel laboratorio è evidente: già nel primo semestre di quest'anno era stato rilevato un aumento delle emissioni di iodio 131, anche se gli ungheresi dicono che i livelli sono inferiori a quelli delle soglie di tolleranza sanitaria, la produzione di isotopi era stata sospesa da giugno ad agosto, per migliorare il sistema di "filtraggio". La produzione è ripresa a settembre, ma qualcosa non funziona, visto che le emissioni di iodio radioattivo non sono calate fino al livello precedente. Gli ungheresi hanno detto che interromperanno nuovamente l'attività del laboratorio. 

Ma, come fa notare oggi  "Le Monde", «Se la fonte dello iodio radioattivo sembra ormai identificata, l'incapacità delle autorità nazionali ed internazionali di localizzarla rapidamente resta preoccupante».

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