[09/11/2011] News

Ci vorranno pił di 30 anni per rottamare la centrale nucleare di Fukushima Daiichi

Mappatura aerea nelle prefetture pił colpite dal fallout nucleare

L'Atomic energy commission del Giappone ha reso noto oggi un rapporto nel quale dice che «Ci vorranno più di 30 anni per rottamare l'impianto nucleare di Fukushima Daiichi». La commissione di esperti ha discusso di come programmare questo colossale intervento di bonifica per tutto il mese di agosto ed il rapporto presentato oggi afferma che «Il trasferimento di combustibile esaurito dagli edifici dei 4 reattori danneggiati della centrale ad una piscina all'interno del complesso avrà inizio entro 3 anni, dopo che i reattori saranno messi in  arresto a freddo». Cosa non ancora del tutto avvenuta.

La rimozione del combustibile fuso all'interno del reattore numero 2 e nel reattore n.3 avrà inizio entro 10 anni. Le vasche di contenimento dei reattori devono essere prima riparate e riempito con acqua per bloccare le radiazioni». 

Il programma giapponese si basa su quello della gestione di un altro disastro nucleare:Three Mile Island negli Usa, avvenuto nel 1979. Ma l'Atomic energy commission  sottolinea che «la situazione di Fukushima Daiichi è più grave perché 3 reattori hanno sofferto fusioni simultanee. Potrebbero volerci più di 30 anni per estrarre il combustibile nucleare, smantellare i reattori, e trasformare il compound in un terreno abbandonato».

Il rapporto raccomanda che «il governo e l'operatore dell'impianto, Tokyo Electric Power Company,  istituiscano una nuova task force per condurre questo progetto senza precedenti» e chiede di «Cooperare anche con gli istituiti di ricerca stranieri e la costruzione di un impianto nei pressi della centrale per esaminare il combustibile estratto e le altre scorie». Il rapporto completo sarà presentato ufficialmente entro la fine dell'anno  

Intanto il ministero dell'ambiente giapponese ha annunciato di aver avviato una ricerca dettagliata per realizzare una mappa dei livelli di radiazione nell'aria nel villaggio di Iitate, nella prefettura di Fukushima, «Con l'obiettivo di raccogliere dati da utilizzare al momento dello'elaborazione delle misure di decontaminazione nelle prefetture colpite dalla crisi nucleare in corso»  

I controlli ministeriali a novembre dovrebbero riguardare circa 3.000 località  della prefettura, con 400 punti solo ad Iitate, che coprono prevalentemente aree residenziali nel raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Le misurazioni della radioattività saranno prese con elicotteri senza pilota sopra boschi e fiumi, mentre veicoli di monitoraggio raccoglieranno dati lungo le strade delle zone residenziali.

Entro febbraio, dovrebbe venirne fuori una mappa della radioattività con una superficie di 100 m2 come unità di base di ricerca, così come per i dati già raccolti dal ministero della scienza e tecnologia.

Soichiro Seki, un alto funzionario del ministero dell'ambiente, ha spiegato in una conferenza stampa che «L'indagine è il primo passo del lavoro di bonifica da parte del governo. Cercheremo di lavorare duramente per ripristinare condizioni normali a Fukushima, tenendo presente che Fukushima non potrà essere rivitalizzata senza la  decontaminazione».

Tanto per capire quale sia il clima post-Fukushima in Giappone, all'International Robot Exhibition iniziata oggi a Tokyo al centro dell'attenzione ci sono i robot progettati per le operazioni di soccorso in caso di terremoti e disastri nucleari. All'evento, al quale partecipano oltre 270 aziende espositrici ed università che espongono robot per l'industria e per altri usi, furoreggiano i robot in grado di operare in condizioni inaccessibili agli esseri umani. Un robot può tagliare il cemento, trasportare detriti ed eseguire diversi altri lavori, modificando semplicemente le sue appendici azionate a distanza. In un convegno della Robot Exhibition, Shinji Kawatsuma della Japan atomic energy agency, ha detto che l'utilizzo di robot made in Japan nell'area disastrata di Fukushima Daiichi è stato un fallimento: «I lavoratori hanno bisogno di più tempo per imparare come far funzionare queste macchine, la formazione giornaliera è essenziale per l'utilizzo di robot di salvataggio».

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