[08/11/2011] News

Dal G20 addio alla multilateralità, ma non è stato tutto da buttare

Erano lì per affrontare la crisi greca, tamponare il contagio, salvare l'euro, ma presto la situazione italiana segnata da un Governo del tutto irresponsabile, è diventata parte importante della discussione. E il segno più forte è stato sicuramente la definitiva scomparsa di qualunque crisma di multilateralità o del porsi il problema della governance mondiale, o delle vere cause del disastro. E' risultato evidente anche che Francia e Germania fanno un po' il bello e cattivo tempo. Convocano chi vogliono, a piacere e trattano loro come Europa con Stati Uniti, Cina o Brasile. La realtà è che a pochi anni dallo scoppio della crisi subprime le diplomazie internazionali non sono state in grado di trovare una via d'uscita ragionevole ed efficace per evitare un altro tracollo. E gli attacchi speculativi sulle economie deboli dell'area euro, Italia in testa, dimostrano come al di là delle parole, e dei salvataggi bancari, una soluzione concreta non sia ancora stata trovata.

Si era arrivati a Cannes anche dopo che a metà ottobre oltre 450 tra i più importanti economisti al mondo avevano firmato una lettera aperta ai Governi del G20 chiedendo a gran voce un intervento per bloccare la speculazione sulle commodities agricole. Che vuol dire impedire che le scommesse borsistiche sui prezzi delle materie prime alimentari facciano crescere a dismisura ed in modo repentino il costo del cibo, riducendo alla fame centinaia di milioni di persone.

La deregolamentazione dei mercati finanziari, la rincorsa al profitto degli investitori e alcune condizioni di contesto come il cambiamento climatico o la conversione di terre agricole ad aree per la produzione di biocarburanti hanno creato le condizioni per la più grave crisi alimentare degli ultimi decenni. Se consideriamo Paesi vulnerabili come il Kenya, dove una parte della popolazione spende i tre quarti delle proprie entrate per l'acquisto di alimentari, l'incremento che c'è stato del 27% del costo del mais in soli tre mesi (fine 2010 - inizio 2011) vuol dire negare il futuro a quella comunità.

Oggi gli speculatori finanziari detengono oltre il 60% dei mercati di alcune materie prime, mentre 15 anni fa la quota era solo del 12%, e la quota totale del valore di questi mercati detenuto dagli speculatori è passato dai 65 miliardi di dollari del 2006 ai 126 miliardi di dollari del 2011, ben 20 volte di più del totale degli aiuti all'agricoltura donati annualmente a livello globale e più del doppio del Prodotto interno lordo mondiale.

Cifre capaci di creare scompensi drammatici nell'andamento dei prezzi del cibo se spostate in modo repentino come avviene con le nuove applicazioni della matematica e dell'informatica alla finanza, che permettono compra-vendite alla velocità della luce (High Frequency Trading, HFT) senza il minimo intervento umano.

La posta in gioco sui tavoli di Cannes era quindi ben più alta  del già difficile compito di governo dei debiti sovrani ma ancora una volta i risultati sono stati deludenti. E così le istanze e le speranze delle migliaia di persone che hanno manifestato nelle strade di Nizza e che hanno dato vita al controvertice chiedendo che le persone vengano prima della finanza hanno avuto vita dura.

Anche se ciò che da tanto tempo proprio le realtà di società civile più mobilitate chiedono, oggi potrebbe diventare realtà. Dalla Dichiarazione finale adottata al termine del G20 di Cannes, infatti, emerge per la prima volta un chiaro riferimento alla tassa sulle speculazioni finanziarie, e alcuni Governi dei G20 hanno deciso di costituire un Gruppo di lavoro per mettere in pratica l'applicazione della tassa, al quale hanno già dato la loro disponibilità Argentina, Brasile, Etiopia, Francia, Sud Africa, Unione Europea, Unione africana e Onu.

In più, dal Vertice è uscita pure l'inclusione di una discussione sulla tassa ormai conosciuta come Tobin Tax all'ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea di gennaio 2012. Ogni Paese membro del G20, ha assicurato il presidente Sarkozy nella conferenza stampa finale, si è impegnato ad assumere almeno una delle proposte innovative per il finanziamento dello sviluppo recensite con il Rapporto della Bill e Melinda Gates Fundation.

Un altro impegno che dovrà essere concretizzato anche dall'Italia, sperando che questa volta il Governo non si tiri indietro, magari riciclando, come spesso ha fatto in passato, una qualche iniziativa già in atto. Ora la mobilitazione dovrà essere sempre più forte perché si abbia la reale concretizzazione di questi impegni assunti e dovremo rilanciare la campagna per l'abolizione dei paradisi fiscali, che ha visto anche una bella iniziativa promossa dall'AlterForum, senza la quale, la lotta alla corruzione, all'evasione fiscale, e alla povertà rimarrebbero irresponsabilmente disattese. Consapevoli che quando le organizzazioni di società civile, le ONG, le realtà ecclesiali, lavorano unitariamente per un obiettivo condiviso, si possono ottenere risultati insperati.

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