[08/11/2011] News

Aiea: ĞIran sviluppa l'atomicağ. Fereydoun Abbassi Davani: ĞEsporteremo la nostra tecnologia nucleareğ

«L'Iran ha condotto attività rilevanti per lo sviluppo di dispositivi esplosivi nucleari». Lo dice, secondo l'Ansa, l'Aiea che dice appunto di essere in possesso di informazioni al riguardo. L'agenzia atomica scrive di avere informazioni fornite da uno Stato membro sul fatto che Teheran «potrebbe aver pianificato e avviato sperimentazioni preparatorie che sarebbero utili nel caso in cui volesse condurre un test per un ordigno nucleare». No comment dagli Usa. Il Dipartimento di Stato chiede tempo per studiare il rapporto.

E mentre arrivano le prime indicazioni dell'International atomic energy agency (Iaea), stamani l'agenzia ufficiale iraniana Irib lo bollava già preventivamente come «Un documento che sicuramente è stato elaborato in base alla volontà di Washington e i suoi alleati. Qualche giorno fa i funzionari dell'Iaea hanno rivelato ai media occidentali il contenuto del rapporto. Tanto che il Washington post in base alle "informazioni fornite" dall'Agenzia ha scritto che l'Iran sarebbe riuscito a controllare le tappe necessarie alla fabbricazione di un'arma nucleare, grazie all'aiuto di scientifici stranieri».

Ma gli iraniani non solo sono già in trincea contro il dossier Ieaea, ma contrattaccano. L'agenzia Mehr, riportando quanto detto dal capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Fereydoun Abbassi Davani, ha annunciato che il regime di Teheran intende esportare le sue tecnologie nucleari: «Stiamo esaminando i mezzi per rafforzare la nostra autosufficienza ed esportare le nostre attrezzature nucleari. In questi uiltimi anni, il nostri Paese ha realizzato dei significativi progressi tecnologici, soprattutto nel settore nucleare», quel che Abbassi Davani non dice è che quei progressi sono tutti made in Russia, tanto che come esempio cita la centrale nucleare di Bushehr (quella che gli israeliani vorrebbero tanto bombardare) costruita, rifornita e gestita dai russi.

Sembra che il governo iraniano voglia buttare benzina sul fuoco, visto che la già difficile situazione intorno al nucleare iraniano si è aggravata l'11 febbraio 2010, dopo che Teheran annunciò di aver prodotto il primo lotto di uranio arricchito al 20%, una rivendicazione di un "diritto" a produrre in proprio combustibile nucleare (come fanno ad esempio gli stessi israeliani, per non parlare delle potenze storiche) che nel giugno 2010 ha portato il consiglio di sicurezza dell'Onu ad accogliere la proposta di nuove sanzioni all'Iran avanzata dal G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania).

Gli Usa hanno annunciato che prolungheranno le loro sanzioni contro l'Iran in vigore dal 1979, anno della rivoluzione islamica e della caduta della dittatura filo-occidentale dello Scià di Persia.
In un messaggio inviato al Congresso il Presidente Barack Obama ha scritto: «Le nostre relazioni con l'Iran non si sono normalizzate e gli accordi del 1981 non sono stati completamente onorati. Per questa ragione, giudico necessario prorogare le sanzioni contro l'Iran oltre il 14 novembre 2011».

Si tratta quindi una decisione "tecnica", visto che ogni anno prolunga le sanzioni Usa contro l'Iran decretate nel novembre 1979, dopo la presa in ostaggio del personale dell'ambasciata Usa a Teheran. Il 19 gennaio 1981 Usa ed Iran avevano firmato ad Algeri degli accordi per chiudere la crisi degli ostaggi americani che definivano una serie di principi fondamentali per la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi, ma Washington accusa Teheran di non aver rispettato integralmente gli accordi e di sviluppare un programma nucleare pericoloso per l'intero pianeta.

L'annuncio del rinnovo delle sanziioni, dato con grande rilievo da Obama, assume particolare importanza nel giorno del dossier Ieaea e mentre Israele premeva per sferrare un attacco che potrebbe trasformarsi in un disastro nucleare con ripercussioni immediate sui vicini e incalcolabili sul Medio Oriente. Qualcosa sembra essere cambiato in queste ore: dopo gli annuncio bellicosi dei giorni scorsi il ministro della difesa israeliano Ehud Barak ha detto che «Israele non ha alcuna intenzione di effettuare un'operazione militare contro l'Iran. La guerra non è un picnic. Non vogliamo fare un picnic. Non vogliamo fare la guerra. Israele non ha ancora preso decisioni su nessuna operazione».

Il ministro smentisce così sia il presidente della repubblica Simon Peres che il premier israeliano Benjamin Netanyahu che nei giorni scorsi avevano annunciato un imminente attacco all'Iran, probabilmente la campagna acquisti di voti in Parlamento avviata da Netanyahu non è riuscita.
Ad Obama ed agli israeliani risponde il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che, in un discorso in occasione della preghiera collettiva per la festa del Sacrificio, ha denunciato «Il piano Usa-Israele per cercare il sostegno internazionale ad un attacco militare contro la Repubblica islamica».

Secondo quanto scrive Irib, Ahmadinejad ha detto che «Israele è destinato a crollare» ed anche lui ha avvertito la comunità internazionale che «Le capacità dell'Iran stanno aumentando per poter essere competitivi nel mondo. I nemici stanno cercando di ottenere il sostegno internazionale per un'operazione militare che fermi l'Iran (...) Gli arroganti dovrebbero sapere che l'Iran non consentirà loro di intraprendere alcuna azione contro (...) Abbiamo la capacità militare diversa da quella di tutti gli altri Paesi della regione (...) L'Iran è capace di tenere testa ad Israele e all'occidente , in particolare agli Stati Uniti che temono il potenziale iraniano».

Il presidente conservatore iraniano ha sottolineato che «La Repubblica islamica non permetterà nessuna azione militare nei suoi confronti» ma ha ancora una volta ribadito che «Teheran non cerca di ottenere l'arma atomica e il suo programma nucleare ha unicamente scopi energetici».

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