[03/11/2011] News

La guerra annunciata contro l'Iran nel mondo in crisi

Ieri il prestigioso giornale britannico Guardian, con un articolo di Nick Hopkins  intitolato "UK military steps up plans for Iran attack amid fresh nuclear fears" ha rivelato che la Gran Bretagna sta preparandosi ad una possibile azione militare contro l'Iran insieme agli Usa e probabilmente con Israele e i francesi, visto che Nicolas Sarkozy aveva già ipotizzato di estendere il sistema utilizzato in Libia anche a Siria e Iran.  

«Le forze armate britanniche stanno intensificando i loro piani di emergenza per eventuali azioni militari contro l'Iran in mezzo ad una crescente preoccupazione sul programma di arricchimento nucleare di Teheran - scrive il  Guardian - Il Ministero della Difesa ritiene che gli Stati Uniti potrebbero decidere di mandare avanti i piani per attacchi missilistici mirati ad alcune strutture chiave iraniane. Funzionari britannici dicono che se Washington spinge in avanti, cercherà, e riceverà, l'aiuto militare del Regno Unito per qualsiasi missione, nonostante alcune profonde riserve all'interno della coalizione di governo. In previsione di un potenziale attacco, gli strateghi militari britannici stanno esaminando dove disporre meglio nei prossimi mesi le navi della Royal Navy e i sottomarini dotati di missili da crociera Tomahawk, come parte di quella  che sarebbe una campagna dall'aria e dal mare». Gli Usa chiederebbero anche di lanciare attacchi da Diego Garcia, la base  nel British Indian ocean territory  già utilizzata per i bombardamenti nelle due guerre irakene e in Afghanistan e per tutti i conflitti in Medio Oriente. Secondo il Guardian l'Iran è nuovamente al centro delle preoccupazioni delle cancellerie occidentali dopo la rivoluzione in Libia e la svolta filo-islamica delle rivoluzioni arabe intravista in Tunisia.

La tentazione o potrebbe essere quella già utilizzata nelle guerre irakene e in Afghanistan ma anche in passato: la guerra non solo come fallimento della diplomazia e della politica di fronte ad una crisi di sistema, ma come "igiene del mondo" per uscire dalla crisi con la creazione del  "nemico" e del " pericolo". Un film già visto ma che purtroppo non si stancano di trasmettere. L'Iran non aiuta con il suo atteggiamento sempre più bellicoso e frutto del nazionalismo che è uno degli elementi chiave del regime. Tutti aspettano il rapporto che l'International atomic energy agency (Iaea) presenterà l'8 novembre e che secondo molti dovrebbe fornire nuove prove di un  programma iraniano per produrre armi nucleari. Si pensa che l'Iran, che ha sempre detto che è interessato solo a sviluppare un programma nucleare civile, abbia già abbastanza uranio arricchito per realizzare da 2 a 4 armi nucleari e che entro due anni Teheran potrebbe avere missili balistici nucleari. All'inizio di quest'anno, l'Iaea ha detto di aver le prove che Teheran ha condotto lavori per una sofisticata tecnologia nucleare che potrebbe essere utilizzata solo per innescare un ordigno nucleare e che  l'Iaea «E' sempre più preoccupata per la possibile esistenza in Iran di passate od attuali attività riservate nucleari militari che coinvolgono organizzazioni militari collegate, comprese le attività legate allo sviluppo di una carica nucleare per un missile».

Lo scenario che si presenta è quello di una nuova e lunga guerra (forse nucleare) nel cuore turbolento dell'energia mondiale. Secondo il Guardian «il «Bollettino  dell'Iaea potrebbe essere "un punto di svolta", che fornirà dettagli senza precedenti sulla ricerca e gli esperimenti in corso da parte del regime». Ma anche il governo britannico ammette che l'Iran ha dimostrato una resistenza sorprendente di fronte alle sanzioni ed ai tentativi di sabotaggio  tecnologico e cyber-attacchi al suo programma di arricchimento nucleare. Mentre il Medio Oriente arabo esplode, gli iraniani vengono accusati di essere nuovamente aggressivi e di interferire, anche con omicidi mirati, nei Paesi vicini, accuse che l'Iran respinge e ribalta su israeliani e occidentali.

Ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha cercato di mettere il mondo di fronte al fatto compiuto e di convincere l'opposizione a sostenere un attacco contro le installazioni nucleari iraniane, ma il quotidiano israeliano Haaretz pubblica oggi un sondaggio che vede l'opinione pubblica israeliana spaccata in due su questa ipotesi e anche i capi dell'esercito e dei servizi segreti non sembrano d'accordo. Lo stesso governo sembra diviso:  la maggioranza dei membri del "forum" degli 8 ministri più importanti, è contraria all'attacco e solo Netanyahu, il ministro della difesa Barak e quello degli esteri Avigdor Lieberman sostengono un blitz militare israeliano contro l'Iran. Elie Yishaï, il ministro dell'interno e capo del Partito ultra- ortodosso Shas s, Dan Méridor, ministro dei servizi di informazione, e Youval Steinitz, ministro delle finanze sono contrari e chiedono di appoggiare  i Paesi occidentali per esercitare pressioni economiche sull'Iran, perché Israele non può permettersi di agire militarmente da solo e senza coordinarsi con gli Usa. Anche Haaretz, scrive che il rapporto sul programma nucleare iraniano dell'Iaea «Avrà un'influenza decisiva sul governo israeliano».

Secondo le fonti in possesso del Guardian, «Entro i prossimi 12 mesi l'Iran potrebbe aver nascosto tutto il materiale di cui ha bisogno per continuare un programma segreto di armi all'interno di un bunker fortificato» e che bisognerebbe intervenire entro 12 mesi per evitarlo: «Così la finestra si sta chiudendo, e il Regno Unito deve fare una pianificazione razionale per procedere. Gli Usa potrebbero farlo da soli, ma non lo faranno». Secondo il Guardian, gli Usa starebbero considerando l'invio di navi da guerra nella zona e stanno cercando di estendere i legami militari con i 6 Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo: Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Oman. Il presidente americano Barack Obama non sembra avere intenzione di impegnarsi in una nuova guerra a ridosso delle elezioni presidenziali del 2012, ma a quanto pare la crisi internazionale potrebbe spingere il club occidentale, in crisi economica e politica, a forzare i tempi. Un portavoce del ministero della difesa britannico  ha dichiarato: «Il governo britannico ritiene che una strategia a doppio binario, di pressione e di impegno, sia l'approccio migliore per affrontare la minaccia del programma nucleare iraniano e per evitare conflitti regionali Vogliamo una soluzione negoziata, ma tutte le opzioni dovrebbero essere messe sul tavolo». Un'altra fonte  ha detto al Guardian che l'attacco potrebbe avvenire in primavera con una campagna «Prevalentemente condotta dal cielo, con qualche coinvolgimento navale, utilizzando missili come il Tomahawk, che hanno una portata di 800 miglia (1.287 km). Non ci sono piani per un'invasione di terra, ma "un piccolo numero di forze speciali" potrebbero essere necessarie a terra». Sembra la riproposizione dello scenario libico, ma l'Iran è ben altra cosa della Libia, gli ayatollah non sono Gheddafi e l'esercito iraniano e i pasdaran non sono i mercenari visti all'opera a Tripoli.

Gli iraniani  accusano  le agenzia di intelligence Usa e l'Iaea di cercare di «Insinuare dubbi sulla finalità pacifica del programma nucleare dell'Iran, Paese firmatario del Trattato di non proliferazione nonché membro della stessa agenzia Onu per l'energia atomica». Il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, il generale Hassan Firouz Abadi, ha avvertito: «Puniremo l'entità sionista in maniera sorprendente per ogni tipo di "errore". Gli Stati Uniti sono consapevoli che un attacco militare sull'Iran li danneggerebbe in maniera grave. l'Iran è in grado di colpire sia gli Usa che i loro alleati. Un eventuale attacco contro la Repubblica islamica sarà la fine per gli Usa e i loro alleati. Anche se la possibilità' di un'azione del genere è bassa, noi consideriamo questa minaccia molto seriamente e siamo in piena allerta».

Secondo l'agenzia di stampa Fars News, la Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Sayyed Ali Khamenei, ha detto: «Gli Stati Uniti accusano l'Iran di terrorismo, mentre sono loro i più grandi terroristi del mondo. Abbiamo a disposizione centinaia di documenti che proverebbero come gli Stati Uniti sostengono il terrorismo in Iran e nell'area mediorientale. Con la pubblicazione di questi documenti sbugiarderemmo chi si dichiara sostenitore dei diritti umani e promotore dell'anti-terrorismo nel mondo. Gli Usa sono stati sconfitti sia in Afganistan che in Iraq e per questo motivo non hanno altra soluzione che lasciare entrambi i Paesi. Gli Usa sono stati sconfitti dal popolo musulmano anche in Nord Africa, non essendo riusciti a sostenere i loro fedeli alleati, Ben Ali, Mubarak e Gheddafi».

Il capo del potere giudiziario iraniano, l'Ayatollah Sadeq Amolì Larijanì ha condannato Usa per aver dichiarato di voler assassinare il capo dell'unità Quds dei Pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica.  Il 26 ottobre alcuni rappresentanti del Congresso hanno proposto l'eliminazione selettiva dei responsabili politici e militari iraniani come strategia per contrastare l'Iran. Secondo l'Ierib, Larijanì ha affermato: «Al Congresso di un Paese che sostiene di rispettare i diritti umani un rappresentante propone di assassinare il capo dell'unità Quds dei Pasdaran. Questa gente che sostiene di lottare contro il terrorismo ed ha invaso l'Afghanistan con la scusa di lottare contro il terrorismo ma che minaccia a questo modo in un ente ufficiale del proprio Paese, non applica forse quello che viene detto terrorismo di Stato?».

Intanto, mentre si scaldano i motori dei bombardieri e si preparano i Tomahawk, Mikhaïl Dmitriev, capo del Servizio federale russo per la cooperazione militare e tecnica (Fsvts) ha annunciato che proseguirà la cooperazione militare con l'Iran, «In settori non interessati dalle sanzioni delle Nazioni Unite. Ci sono delle cose che non sono vietate ed i due Paesi cooperano, ben inteso in questo piccolo settore non colpito dalla risoluzione 1929 del Consiglio di sicurezza dell'Onu». I russi se ne intendono perché quella risoluzione l'hanno scritta ed approvata, nonostante che proprio loro riforniscano l'uranio e abbiano costruito la centrale nucleare iraniana che potrebbero essere la scusa per una nuova guerra di proporzioni inaudite. 

La settimana scorsa il direttore aggiunto del Fsvts, Konstantin Biriouline, a detto a Ria Novosti che la Russia ha fornito dei mezzi per la guerra radio-elettronica del tipo Avtobaza all'Iran e e che sta conducendo negoziati per forniture di altre attrezzature di questo tipo. Secondo irouline, «Non si  tratta di aerei, di sottomarini e nemmeno di missili SS20, si tratta di garantire la sicurezza dello stato iraniano». Una sicurezza evidentemente da garantire non solo contro l'attacco di Israele, ma anche di Usa, Gran Bretagna e Francia, tre Stati che insieme a Russia, Cine e Germania costituiscono quel G5+1 che ha imposto le sanzioni contro l'Iran accusato di preparare la bomba atomica...

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