[02/11/2011] News

Steiner (Unep): «l'aumento del consumo di risorse naturali ben pił veloce della crescita della popolazione»

Il Programma Onu per l'ambiente (Unep) ha presentato il rapporto "Keeping Track of our Changing Environment: From Rio to Rio+20" ("Seguire le tracce del nostro ambiente che cambie: da Rio a Rio +20") ce mette in luce i cambiamenti ambientali planetari che hanno avuto luogo nel corso degli ultimi 20 anni. Il rapporto presenta una serie di dati statistici ed è pubblicato nel quadro dei documenti del "Global Environmental Outlook-5" (Geo-5) dell'Unep, considerata l'analisi più affidabile dello stato e delle tendenze e prospettive dell'ambiente a livello mondiale. L'intero Geo-5 sarà presentato a maggio 2012, un mese prima di Rio+20.

Ecco principali dati che emergono dai dati scientific, grafici e immagini satellitari di "Keeping Track of our Changing Environment: From Rio to Rio+20":

Demografia mondiale: Mentre la popolazione mondiale ha raggiunto i 7 miliardi di individui, la popolazione urbana è aumentata del 45% dal 1992. Però, la percentuale di persone che vivono nelle bidonville è passato dal 46% nel 1990, al 30% nel 2010, una tendenza positiva dovuta al miglioramento e alle strutture igieniche negli alloggi urbani. Il numero di megalopoli (le città con almeno 10 milioni di abitanti) è passato dalle 10 del 1992 alle 21 del 2010, si tratta del 110% in più. Nel mondo 1,4 miliardi di persone non hanno accesso a reti elettriche affidabili.

Cambiamento climatico: Le emissioni mondiali di C02 continuano ad aumentare a causa dell'utilizzo crescente di combustibili fossili. L'80% delle emissioni mondiali provengono solo da 19 Paesi. Però la quantità di CO2 emessa per produrre un dollaro di Pil nazionale è calata del 23% rispetto al 1992. Secondo l'Unep, «Questo dimostra che la crescita economica non è necessariamente legata ad un aumento del consumo delle risorse naturali.

I ghiacciai di tutto il mondo si restringono e si ritirano, con un grave impatto sull'ambiente ed il benessere umano. Attualmente, la diminuzione della massa dei ghiacciai influisce sull'aumento del livello dei mari, il che minaccia direttamente i mezzi di sussistenza di circa un sesto della popolazione mondiale. Il livello dei mari è aumentato ad un livello medio di circa 2,5 mm all'anno dal 1992.

Energia: L'Unep segue I trend dell'energia dal 1992 e il rapporto indica che il contributo delle energie rinnovabili, comprese le biomasse, all'approvvigionamento mondiale di energia nel 2010 ha raggiunto il 16%. 

L'energia solare ed eolica rappresentano lo 0,3% del totale dell'energia consumata nel mondo. Gli investimenti nelle energie sostenibili sono aumentati del 540% tra il 2004 e il 2010. «Il riconoscimento internazionale della necessità di trovare delle soluzioni energetiche low carbon ed efficaci spiega in gran parte questo aumento - sottolinea il rapporto - A causa del calo dei prezzi delle tecnologie verdi e dell'adozione di nuove politiche di sostegno, il consumo di biodiesel (come fonte di energia rinnovabile) e incrementato del 300.000%, l'utilizzo dell'energia  solare è aumentato di circa il 30.000%, quello dell'energia eolica del 6.000% e quello dei biocarburanti del 3.500%.

Efficacia della gestione delle risorse naturali: L'utilizzo globale delle risorse naturali è aumentato dio oltre il 40% dal 1992 al 2005. I rapporto conclude che «Se non viene presa rapidamente un'azione concertata per ostacolare il superconsumo delle risorse per separare la crescita economica da saccheggio delle risorse, le attività umane distruggeranno l'ambiente, da cui dipendono le nostre economie e la nostra vita».

Foreste: Malgrado la forte tendenza alla riforestazione in Europa, Nord America e in alcune regioni dell'Asia, la perdita di copertura forestale rimane molto forte in Africa e in America latina e Caraibi. Globalmente, la superficie forestale mondiale continua a diminuire: dal 1990 sono stati abbattuti 300 milioni di ettari di foreste. Il rapporto evidenzia che «Il 20% di aumento annuo del numero di foreste che ricevono un  certificato di pratiche forestali sostenibili dimostra che i consumatori esercitano un'influenza, attraverso l'acquisto, sulla produzione di legname. Però, solo il 10% delle foreste mondiali è certificato "sostenibile"».

Un percentuale crescente di copertura forestale proviene dalle attività di piantagione di nuovi alberi, che occupano un'area grande come la Tanzania.

Sicurezza alimentare ed utilizzo delle terre: La produzione alimentare è aumentata del 45% dal 1992. Questi rendimenti accresciuti dipendono fortemente dall'utilizzo di concimi e prodotti fertilizzanti, «Questo può avere un impatto negativo sull'ambiente - dice l'Unep - Questo provoca, per esempio, una proliferazione di alghe nelle acque interne e marittime». I terreni utilizzati per l'agricoltura biologica aumentano ad un ritmo annuale del 13%.

Àccesso all'acqua potabile: Si  prevede che il mondo raggiunga e forse superi gli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo riguardanti l'accesso all'acqua potabile: entro il 2015 circa il  90% della popolazione dei Paesi in via di sviluppo avranno accesso a fonti di acqua potabile, contro il 77% nel 1990. Il rapporto sottolinea che «I dati compilati indicano anche che la realizzazione degli obiettivi ambientali è più efficace quando si tratta di questioni ben definite quali l'eliminazione progressiva della benzina al piombo o delle sostanze che impoveriscono la cappa di ozono».

Altri dati ambientali:

il 13% della superficie terrestre del pianeta, il 7% delle acque costiere e l'1,4% degli oceani sono protetti.

La biodiversità è calata del 12% a livello mondiale e del 30% nei tropici.

C'è una crescente preoccupazione riguardo all'acidificazione degli oceani: il pH dell'oceano è passato dall' 8,11 del 1992 all'8,06 nel 2007. Questo potrebbe avere forti conseguenze su alcuni organismi marini e un impatto sullo sviluppo di alcune specie, perturbando le reti trofiche con un calo delle catture nel settore della pesca e una diminuzione delle entrate nel settore turistico.

L'eco-turismo è in piana crescita: tre volte più rapida che negli altri settori del turismo di massa.

Nonostante grandi incidenti come quello del Golfo del Messico, il numero  degli sversamenti di petrolio in mare è diminuito negli ultimi 20 anni.

La produzione di plastica è cresciuta del 130%.

Secondo il rapporto Unep  diverse questioni ambientali presenti nel 1992 sono state risolte grazie a politiche ad hoc in molti Paesi interessati:

Sono entrati in vigore nuovi accordi multilaterali e nuove convenzioni sull'ambiente per rispondere  ai nuovi impegni mondiali.

La ecologizzazione  dell'economia è ormai vista come un strada percorribile per uno sviluppo sostenibile.

Il Carbon Trading ha imposto un valore monetario alle emissioni di gas serra.

Il riciclo dei rifiuti, o la loro trasformazione in nuove risorse, è praticato in numerosi Paesi.

La commercializzazione dell'energia rinnovabile, dei biocarburanti, dell'energia solare ed eolica è in piena crescita.

La gestione ragionevole dei prodotti chimici ha portato al divieto di un certo numero di prodotti chimici mortali.

I prodotti bio gli  ecolabel  sono  in crescita grazie ad una forte domanda dei consumatori. 

Le nanotecnologie sono in piena crescita, in particolare v nei settori dell'energia, della salute, dell'acqua e del cambiamento climatico.

Gli autori del rapporto sottolineano che «La mancanza di dati sufficienti per misurare I priogressi rimane un ostacolo alla realizzazione degli obiettivi ambientali fissati dalla comunità internazionale. Restano dei pezzi mancanti nelle nostre conoscenze sullo stato dell'ambiente mondiale. Occorrono degli sforzi per raccogliere dei dati scientificamente credibili in materia di sorveglianza ambientale». Secondo l'Unep il summit che si terrà a dicembre ad Abu Dhabi «E' un'occasione d'oro, dove gli scienziati, i decision-maker e i governi potranno lavorare insieme per definire le principali sfide e le soluzioni legate all'accesso ai dati ambientali».

Il direttore esecutivo dell'Unep, Achim Steiner, presentando "Keeping Track" ha detto che «I governi, le imprese e la società civile avevano tempo fino all'1 novembre per sottoporre le loro osservazioni su quel che la Conferenza di Rio+20 dovrebbe produrre come risultato per accelerare ed ampliare lo sviluppo sostenibile ai 7 miliardi di persone che siamo oggi. Questo rapporto è un ritorno alle fonti, sottolinea una volta di più l'accumulazione rapida dei gas serra, l'erosione della biodiversità e l'aumento troppo rapido dell'utilizzo delle risorse naturali: il tasso di crescita dell'aumento del consumo delle risorse naturali cresce ben più veloce della popolazione mondiale. Parallelamente a questo, abbiamo trovato anche delle soluzioni che provano che quando il mondo decide di agire può modificare in maniera radicale la traiettoria delle tendenze pericolose che minacciano il nostro benessere. L'azione concertata sul ritiro progressivo e l'eliminazione dei prodotti chimici che impoveriscono la cappa di ozono è uno degli esempi più significativi. Rio+20 avrà come temi principali: la green economy nel contesto dello sviluppo sostenibile  e dell'eradicazione della povertà e di un nuovo quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile. Se i diversi protagonisti si accorderanno sulla direzione da seguire, questa Conferenza potrebbe permettere di innescare l'impulso necessario per assicurare il ritorno al verde di diversi indicatori ambientali e perché il diritto allo sviluppo sia apprezzata dalla maggioranza invece di beneficiare qualche privilegiato».

 

Il rapporto integrale in inglese:

http://www.unep.org/GEO/pdfs/Keeping_Track.pdf

 

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