[31/10/2011] News

Armi nucleari di Gheddafi ritrovate dal Cnt?

Tornano a galla gli accordi inconfessabili col dittatore

Secondo Al Arabiya, il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) della Libia  rivelerà alcuni fatti circa la recente scoperta di armi proibite in Libia, Il premier ad interimi libico, Mahmoud Jibril, ha detto ad  Al Arabiya che riferirà sulla questione delle armi chimiche all' International atomic energy agency (Iaea) e  Mohammed al-Saeh, un funzionario del Cnt, ha detto alla televisione araba che «Sono stati scoperti materiali nucleari» e che «Il Cnt tiene contatti con l'Iaea per confermare la natura dei materiali scoperti».

In Italia il tutto è stato tradotto un po' frettolosamente in «Gheddafi aveva la bomba atomica», anche se probabilmente si sta parlando di materiali con i quali sai potrebbe realizzare una "bomba sporca", mentre Jibril ieri aveva detto «Il Cnt ha scoperto delle armi chimiche qualche giorno fa a Tripoli, supponiamo che queste armi suano appartenute all'ex leader deceduto Mouammar Gheddaf». Ma Jibril si è rifiutato di dare dettagli sul luogo e la quantità delle armi chimiche scoperte: «Le autorità militari saranno autorizzate a pubblicare un rapporto il 3 novembre prossimo», poi ha annunciato l'arrivo a Tripoli di un gruppo di inchiesta internazionale».

La settimana scorsa, Ian Martin, l'inviata speciale del segretario generale dell'Onu per la Libia, aveva detto al Consigli di Sicurezza che degli stock non dichiarati di armi chimiche erano stati scoperti in Libia.

La presenza di materiale radioattivo e di armi chimiche in Libia non è certo una novità: a  marzo il  New York Times rivelò che alti funzionari statunitensi avevano confermato l'esistenza di un accordo stipulato nel 2003 tra l'amministrazione di George W. Bush e la Libia che prevedeva la rinuncia da parte del regime di Gheddafi alle armi nucleari.

Secondo la Nuclear threat initiative (Nti), che riportava notizie date dalla Cia, in cambio della benevolenza del governo repubblicano Usa e del rientro nella comunità internazionale, Muammar Gheddafi agli inizi del 2004 avrebbe rinunciato ad attrezzature per costruire le armi nucleari e ad «Un progetto di bomba atomica in gran parte completo e a 4.000 centrifughe per l'arricchimento dell'uranio in grado di produrre materiale fissile». La Libia aveva pagato tra 100 e 200 milioni di dollari per ottenere il tutto dal vero e proprio network di proliferazione atomica gestito da Abdul Qadeer Khan, il padre della bomba atomica pakistana. Però la Libia non era riuscita a padroneggiare il funzionamento delle apparecchiature, e l'accordo con gli americani del 2003 escludeva la possibilità che Tripoli sfruttasse la tecnologia di cui era in possesso per sviluppare un'arma nucleare o per la proliferazione di altri materiali pericolosi.

All'inizio del conflitto Robert Joseph, un funzionario addetto alla non proliferazione nucleare ai tempi di Bush che ha coordinato l'accordo con i libici dopo l'invasione dell'Iraq, cercò di prendersi il merito su Global Security Newswire (Gsn): «Immaginate il possibile incubo se non fossimo riusciti a rimuovere il programma libico di armi nucleari e la loro forza missilistica a lungo raggio. Non possiamo sapere con certezza in quale misura il programma libico sarebbe progredito negli ultimi 8 anni. Non c'è dubbio che [Gheddafi] avrebbe usato tutto quello che riteneva necessario per rimanere al potere».

Come scriveva greenreport.it, l'accordo con gli americani, dettato dalla paura di fare la fine di Saddam Hussein, è stato una fregatura per la famiglia Gheddafi che si lamenta di non aver mai ricevuto il risarcimento promesso dagli Usa in cambio della rinuncia alla bomba atomica. Sarà per questo che il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, ha impedito la rimozione di molto dell'uranio arricchito stoccato in Libia fino alla fine del 2009, dicendo che Washington aveva mantenuto «Un embargo sull'acquisto di attrezzature letali», dichiarazione fatta non a caso trapelare dal Dipartimento di Stato Usa in un file inviato dall'ambasciatore in Libia,  Gene Cretz, pubblicato da Gsn il 28 novembre 2010. Il figlio di Gheddafi sottolineava che l'accordo del suo Paese a cedere il congegno nucleare era condizionato a delle «Compensazione da parte degli Usa, compreso l'acquisto di armi convenzionali e non convenzionali ed equipaggiamenti militari», si legge in una comunicazione inviata nel 2009 a Washington. Secondo Saif al-Islam al-Gheddafi, Il trasferimento delle centrifughe verso gli Usa è stato «Un insulto al grande leader. Aggravato da un inadeguato pagamento».

Quel che resta dell'avventura nucleare libica, il centro di ricerca nucleare Tajura si trova a circa 10 miglia a est di Tripoli, in un'area che è stata al centro degli scontri. Il centro avrebbe dovuto ospitare gli scienziati nucleari che Gheddafi ha continuato a formare all'estero. Il centro nucleare libico è stato istituito nel 1983 dal segretariato dell'energia atomica dei grande socialista e popolare Jamahirya araba Libica, per l'applicazione pacifica dell'energia atomica  e Gheddafi ne voleva fare un "centro di eccellenza" per la ricerca applicata, lo studio e formazione superiore nel campo della scienza e dell'ingegneria nucleare. Per questo il regime libico ha speso una montagna di petro-dollari per un reattore di ricerca da 10 MW, un neutron generator complex, ed un TM-4 " Tokomak". Nel centro di ricerca di Tajura lavorano (forse lavoravano) 750 specialisti e tecnici libici. Molti studenti libici sono stati inviati all'estero,  200 anche negli Usa  fino all'inizio del 1983, quando scattò l'embargo contro Gheddafi. L'impianto di desalinizzazione ad osmosi da 10.000 m3/giorno che fornisce l'acqua necessaria al funzionamento del reattore di Tajura è stato progettato e costruito nel 1983 da i tedeschi della Dvt - Anwendung Deutscher Verfahrenstechnik.

Nel marzo 2004 per una settimana l'Iaea ha assistito le autorità libiche nella rimozione di "weapons-grade highly enriched uranium (Heu)" stoccate proprio nel centro di ricerca nucleare alla periferia di Tripoli. Gli ispettori dell'Iaea hanno monitorato e verificato l'imballaggio degli Heu per la rimozione e il trasporto di uranio altamente arricchito, l'80% arricchito sotto forma di fresh fuel, e in fuel assemblies contenenti circa 13 kg di uranio fissile-235, così come di circa 3 kg di uranio. Il tutto è stato trasportato in aereo dalla Libia alla Federazione russa. L'uranio arricchito fornito nel 1980 per il reattore di Tajoura. Il trasferimento in Russia è stato finanziato dagli Usa con 700 mila dollari nell'ambito dell' l'iniziativa tripartita Usa-Russia-Iaea sui  rischi per la sicurezza e la proliferazione nucleare.

Quel che resta delle armi chimiche "ufficiali" libiche è stoccato nel sito militare di Rabta, a circa 50 miglia da Tripoli, senza nessuna strada di accesso e circondato da un recinto e da un terrapieno di sabbia.

Con l'accordo del 2003 la Libia ha accettato anche di cedere il suo arsenale chimico, ma conservava sicuramente ancora la metà del suo stock di mustard blister agent (che era in tutto di 50 tonnellate), la cui distruzione avrebbe dovuto cominciare a maggio. L'ex vice.capo della National nuclear security administration Usa, William Tobey, ha assicurato al New York Times cher «Migliaia di munizioni che possono veicolare la letale sostanza per la guerra chimica sono state distrutte. Il mustard agent libico é molto difficile da gestire e non sono sicuro che sia utilizzabile» L'arsenale chimico di Gheddafi è comunque ancora una preoccupazione e gli inglesi erano già convinti che i libici avessero davvero distrutto tutti gli stock che credevano gli americani.

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