[28/10/2011] News

Onu e Nicolas Berggruen Institute al G20: ĞDalla crisi si esce solo con crescita inclusiva e protezione socialeğ

Il Nicolas Berggruen Institute (Nbi), un non-partisan think tank californiano con attività internazionali, nato per «Esplorare nuove idee di buona governance» al quale in Europa collaborano economisti come Mario Monti e JosephE. Stiglitz ed ex premier come Tony Blair e Gerhard Schroder, ha tenuto ieri a Parigi il suo 21st Century Council, terminato con l'invito al presidente francese Nicolas Sarkozy a «Pressare i Paesi del G20 a sviluppare una strategia credibile di crescita globale e di lavoro che guardi ad una crescita inclusiva, riducendo lo scarto dei guadagni tanto all'interno di un Paese che oltre le frontiere nazionali e condividendone il fardello r tra i Paesi».

Il 21st Century Council riunisce ex Capi di Stato e di governo, Premi Nobel ed opinion leader politici, economici e sociali e secondo loro «Ancora di più, il G20 deve agire per impedire uno slittamento verso una severa contrazione, se non una depressione, così come evitare il ricorso al protezionismo ed alla svalutazione competitiva. Al summit di Cannes, il G20 deve riconoscere una volta per tutte che oggi, in un mondo economicamente e strettamente legato, nessun Paese né blocco di Paesi sarà al riparo della fragilità e della volatilità che si stanno propagando. La sola risposta a questa sfida consiste nel lavorare gli uni con gli altri, per fare gli aggiustamenti necessari e pervenire ad un equilibrio comune a beneficio di tutti».

Il 21st Century Council dell'Nbi si è rallegrato per l'accordo raggiunto nella notte tra il 26 e il 27 ottobre a Bruxelles per affrontare la crisi dei debiti sovrani europei, ma ha invitato i Paesi dell'Ue a «Mettere in campo delle politiche credibili per ridurre i loro deficit e regolare la crisi dei debiti sovrani in modo che la crescita mondiale non ne sia ostacolata a breve termine. Anche se l'Europa cerca dell'aiuto esterno presso delle economie emergenti, la Banca centrale europea (Bce) deve agire in quanto prestatore di ultima istanza».

Il meeting parigino ha anche esortato i leader europei ad impegnarsi «Ad una integrazione più ampia in vista di un'unione fiscale, di un coordinamento economico più approfondito, in vista di un'unione politica», altrimenti ci sarà il rischio concreto del fallimento della moneta unica».

Il Nicolas Berggruen Institute ha chiesto al G20 anche di «Onorare tutti i suoi impegni, se vuole restare credibile in questo secondo giro delle turbolenze globali ed ha invitato le 20 più grandi economie del pianeta a prendere in considerazione l'istituzione di un comitato esecutivo dotato di un segretariato permanente «Per assicurare la continuità delle politiche e delle decisioni prese durante i successivi summit».

Intanto a New York il Social protection floor advisory group dell'Onu, guidato dalla ex presidente cilena Michelle Bachelet, ha presentato il rapporto "Social protection floor for a fair and inclusive globalization", preparato insieme all'International labour organization (Ilo) ed all'Organizzazione mondiale per la salute (Oms/Whao), che sollecita l'istituzione in tutti i Paesi del mondo di un fondo per la protezione sociale, cioè proprio quello zoccolo duro del welfare che anche in Italia si punta a smantellare.

Il documento contiene un appello ai leader del G20 «Affinché pensino do mettere in opera un piano di azione per rafforzare la rete della protezione sociale di fronte alla crisi economica e sociale», una rete che però è già in fiamme per le strade di Atene e che e stata ulteriormente bucata dall'Ue nell'ultimo drammatico summit di Bruxelles.

Secondo il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, quello che ha ricevuto dalla Bachelet «E' un rapporto cruciale che giunge in un momento critico. Ovunque i popoli sono in ansia per il loro avvenire, frustrati per l'economia e arrabbiati contro i dirigenti politici. Realizzare la protezione sociale per tutti diventa essenziale per costruire delle società più giuste, più aperte a tutti ed eque».

Ma Ban non sembra capire che forse i leader europei e mondiali, figli, complici e protagonisti della "rivoluzione" neo-conservatrice ed iperliberista non sono interessati a realizzare società più giuste, aperte ed eque, ma a salvaguardare gli interessi ed i privilegi propri e delle classi sociali di riferimento che non hanno nelle loro corde e nelle loro aspettative la via a "socialdemocratica" proposta dall'ex presidente del Cile.

Infatti, la Bachelet sottolinea che secondo il rapporto, «Investire in misure minime di protezione sociale è investire nella giustizia sociale e nello sviluppo economico. Estendere la protezione sociale è un investimento che fa guadagnare tutti che darà risultati a breve termine, in funzione degli effetti di stabilizzazione macro-economici, ma anche a lungo termine, grazie all'impatto sullo sviluppo umano e la produttività».

Mentre l'Europa torna indietro rispetto alle sue conquiste sociali, il rapporto Onu ci informa che «Nel mondo circa 5,1 miliardi di persone non hanno sicurezza e protezione sociale. Solamente poco più del 15% dei disoccupati di tutto il mondo percepiscono un aiuto». Secondo l'Ilo, «Circa il 40% della popolazione mondiale vive oggi sotto la soglia internazionale di povertà fissata a 2 dollari al giorno, cioè 1,4 euro. Di conseguenza, il 40% della popolazione non beneficia di una protezione sociale di base».

Mentre in Italia ed in Europa ci avviamo imprudentemente lungo la via "cinese" della mancanza di diritti dei lavoratori e di protezione sociale, dimenticando che dietro le cifre ci sono uomini e donne di carne, sangue e speranze, mentre i nostri governi ci presentano le conquiste ed i diritti dei lavoratori e dei pensionati come "colpe" del passato da espiare sull'altare della competitività e della crescita, l'Onu ci ricorda che «I regimi di protezione sociale sono degli strumenti importanti per ridurre la povertà e l'ineguaglianza. Contribuiscono non solo ad impedire che gli individui e le loro famiglie non siano in bilico o rimangano nella povertà, ma contribuiscono anche alla crescita economica aumentando la produttività del lavoro e rafforzando la coesione e la stabilità sociale. La crisi finanziaria ed economica mondiale ha dimostrato che lo zoccolo della protezione sociale è uno strumento importante, che può agire come stabilizzatore automatico dell'economia».

Il direttore dell'Ilo, Juan Somavia, ha sottolineato che «Delle basi di protezione sociale sono necessarie, fattibili ed efficaci. Tagliare i programmi di protezione sociale, come parte del pacchetto di consolidamento fiscale, va ad indebolire le ripresa».

Tre giorni fa Ban Ki-moon in una lettera ai leader delle più grandi economie mondiali ricordava che «La riunione del G20 a Cannes si svolge in un contesto drammatico. La forza crescente delle proteste dell'opinione pubblica è l'espressione popolare di un fatto evidente: l'incertezza economica in aumento, la volatilità dei mercati e l'ineguaglianza crescente hanno raggiunto un punto di crisi. Ovunque le persone hanno perduto fiducia nei governi e nelle istituzioni pubbliche. Il G20 ha l'opportunità storica e la responsabilità storica, di apportare delle soluzioni coraggiose e di prendere le cose nelle loro mani. Al di là di tutto, dobbiamo essere uniti. Il tempo dei mercanteggiamenti su delle misure progressive è finito. Al summit di Londra del 2009, I dirigenti del G20 avevano mostrato le loro qualità di leader e la loro creatività, stabilizzando il sistema finanziario mondiale. Oggi abbiamo bisogno di una leadership altrettanto ambiziosa».

Anche Ban fa notare che «Mentre l'austerità fiscale è la nuova parola d'ordine del giorno e i bilanci sono limitati, non bisogna per questo dimenticare coloro che sono più duramente colpiti: i poveri, il pianeta, i giovani e le donne, quelli che sono i meno responsabili di questa tormenta sono coloro che ne pagano il prezzo più elevato». Per questo ha chiesto ai leader del G20 di annunciare a Cannes «delle misure specifiche che dimostrino che gli interessi dei poiù poveri e dei più vulnerabili non sono stati dimenticati. Le decisioni prese oggi condizioneranno il mondo di domani. Con saggezza e preveggenza, possiamo costruire le fondamenta di una prosperità economica sana, verde ed aperta a tutti. Agendo insieme subito possiamo allontanarci dal precipizio e fare la differenza per le generazioni future».

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