[21/10/2011] News toscana

I mufloni della discordia nel Parco dell'Arcipelago Toscano

Qualche giorno fa il consigliere del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano Yuri Tiberto ha scritto una lettera aperta alla direttrice Franca Zanichelli segnalando cittadini costretti, «Più o meno bruscamente ad allontanarsi dai boschi nei quali intendevano trascorrere la programmata gita domenicale con la famiglia. Il motivo? Abbattimento autorizzato di mufloni».

Tiberto chiedeva se «In pieno pomeriggio, in un giorno festivo, nei luoghi tradizionalmente più belli ed accessibili del Parco, e per di più durante una manifestazione tanto reclamizzata come il Walking Festival, come è possibile che si autorizzi la caccia agli ungulati?».

Tiberto quindi chiedeva di far conoscere pubblicamente «Da chi, a quale titolo e secondo quali direttive sono stati possibili le azioni segnalate, e, per quanto di competenza del Pnat, di porre immediatamente fine a questa assurdità: gli abbattimenti selettivi finalizzati al contenimento di animali numericamente in eccesso sono chiaramente necessari, ma vanno effettuati nei luoghi idonei (magari cominciando dalle zone coltivate, dove si registrano danni), evitando le zone più frequentate dagli escursionisti, e soprattutto limitando le azioni di sparo alle ore notturne o alla mattina presto, meglio se in giorni prefissati e resi di pubblico dominio, e comunque escludendo in ogni e qualsivoglia caso le giornate festive e prefestive».

Poi il consigliere comunale di Campo nell'Elba si lanciava anche in valutazioni di tipo etologico-umanistiche: «E spero anche che con l'occasione si cominci a riflettere sul valore aggiunto che animali, magari non autoctoni, ma indiscutibilmente di grande attrattiva "mediatico-naturalistica" come i mufloni possono portare in ambito di attrattiva ed educazione ambientale: per un Elbano, o per un semplice turista-naturalista, l'incontro con un grillo Rhacocleis tyrrhenica o con la sottospecie colosii della lucertola muraiola sarà anche fonte di giubilo in nome della difesa degli endemismi e della biodiversità... ma difficilmente si potrà paragonare all'emozione che può offrire la visione di un grande mammifero selvatico, con l'imponenza delle corna ricurve di un maschio adulto o la tenerezza di una femmina seguita dal piccolo.. Contenerne il numero a livelli tollerabili per l'ambiente e per le attività umane è tutto tranne che difficile: pensiamoci, prima di eradicare».

La risposta pubblica richiesta da Tiberto è arrivata oggi e il Parco nazionale spiega pazientemente in un lungo comunicato molto tecnico, dettagli regole e tecniche degli abbattimenti selettivi: «Il Pnat attua un programma di controllo della popolazione del muflone dal 2007 (già da alcuni anni era partito quello del cinghiale) per contenere i gravi danni alle colture e alle pertinenze di abitazioni e alle strutture ricettive, insistentemente segnalate dalla popolazione. quest'anno il problema dell'invasione di ungulati è diventato talmente preoccupante da indurre alcuni sindaci a dichiarare lo stato di allerta. La polizia provinciale è stata di grande aiuto negli abbattimenti in prossimità degli abitati. Il disagio causato dai danni economici e la mortificazione di veder vanificata la fatica hanno portato alla raccolta di petizioni popolari e alla nascita di comitati per l'eradicazione. La Prefettura ha chiesto un confronto a tutti i soggetti pubblici (al quale ha partecipato anche Tiberto) per individuare tempestive soluzioni al problema. Il Parco interviene con ogni mezzo consentito dalla legge: catture, abbattimenti con la Polizia Provinciale e con selecontrollori, ovvero cacciatori elbani debitamente formati. Questi ultimi assicurano circa il 30% del prelievo complessivo».

Il presidente dal Parco, il geologo Mario Tozzi, sottolinea che «E' strano che Tiberto, che vorrebbe fare le battute di caccia con mute di cani dentro il Parco, sicuramente più invasive e cruente degli abbattimenti selettivi e che occupano un territorio molto più esteso e con diversi punti sparo e cacciatori vaganti, se la prenda con il Parco perché fa quello che viene fatto praticamente in tutte le aree protette italiane e del mondo: il contenimento di animali alloctoni introdotti senza nessun criterio dall'uomo. Naturalmente, rispettiamo la concezione "ornamentale" della fauna che ha il consigliere Tiberto ma il Parco ha il compito di proteggere, basandosi sulle conoscenze scientifiche, la fauna autoctona e lo fa secondo i metodi ed i protocolli previsti dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Cioè dal braccio scientifico per l'ambiente del Governo Italiano, vigilato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. E' a queste disposizioni che il Parco deve attenersi e non al personale senso estetico del Consigliere Tiberto o alle sue ancora più singolari concezioni faunistiche».

La direttrice Franca Zanichelli smonta un altro aspetto della questione sollevato da Tiberto «Rispetto alla possibilità di abbattimenti fuori dai confini del Parco, nelle aree agricole, si ricorda che tali abbattimenti non sono di competenza dell'Ente Parco ma di altri Enti, quali la Provincia ed eventualmente i Comuni, il Parco può solo dare un proprio supporto tecnico. Aspettiamo di confrontare le soluzioni che emergeranno nell'incontro in Prefettura ai primi di novembre».

Per quanto riguarda le segnalazioni di interferenze delle attività di abbattimento con le altre attività di fruizione del territorio (quelle che riferisce il consigliere Tiberto) il direttore Franca Zanichelli  precisa che «sono le prime 2 (effettuate tra l'altro in maniera indiretta e tramite stampa) in 5 anni di interventi. Rispettiamo naturalmente le convinzioni personali del consigliere Tiberto in materia di educazione e di faunistica. ma la concezione "valore d'immagine della fauna a grossi capi" non ha nulla a che fare con le problematiche degli abbattimenti selettivi. Gli operatori volontari autorizzati negli interventi svolgono l'attività esclusivamente nelle ore diurne, è vietato per i selecontrollori appostarsi al buio per questioni di sicurezza. Soprattutto questi volontari operano nei momenti della settimana che per chiari motivi (normalmente le persone durante i giorni infrasettimanali svolgono una propria attività lavorativa) possono anche coincidere con giornate festive».

Quest'estate all'Elba è emersa con forza la richiesta di eradicare gli ungulati e comunque di ridurre fortemente il numero di cinghiali e mufloni, ma poi sono iniziate le mosse dei vari distinguo. Qualcuno ha detto apertamente che il valore sociale della caccia non doveva essere mortificato. «Mi chiedo perché il Viceprefetto abbia convocato i referenti della gestione venatoria dell'Atc e non abbia valutato sia nella prima che nella prossima riunione del 4 novembre di ascoltare i portavoce degli agricoltori e degli albergatori che pure hanno molto da dire riguardo gli effetti della presenza di Ungulati», conclude Tozzi.

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