[21/10/2011] News

Rete Italiana per il Disarmo e Tavola della Pace: no alla delega in bianco al governo sull'export di armi

Solo ieri abbiamo scritto di quanto contenuto nel rapporto di Amnesty International sui trasferimenti di armi in Medio Oriente e Africa del Nord che mostra responsabilità dirette anche dell'Italia, e dopo poche ore arriva un nuovo allarme da parte di Tavola della Pace e Rete Italiana Disarmo (che raggruppa oltre trenta organismi) sulla modifica alla legge sulle armi che secondo le i due network pacifisti «Passa dalla "legge comunitaria" e senza discussione, una strada inaccettabile».

Rete Italiana Disarmo denuncia «Il rischio che l'Italia, con l'approvazione del disegno di legge "comunitaria" (AS 2322-B) attualmente all'esame della Commissione politiche comunitarie del Senato, diminuisca i controlli sui trasferimenti di armi e che la trasparenza su questo ambito delicato faccia un passo indietro».

Riccardo Troisi di Rete Italiana per il Disarmo sottolinea che «In questo periodo di crisi economica i poteri e le lobby armiere scalpitano per avere le mani libere da vicoli di controllo sul business delle armi, ed il governo con le modifiche alla legge 185 si appresta a sostenere questi mercanti di morte. Al contrario sarebbe importante attivarsi con normative e risorse che taglino le spese militari e ridistribuiscano i miliardi sottratti a queste spese inutili verso politiche di miglioramento dello stato sociale e per favorire nuove economie che mettano al centro la sostenibilità sociale ed ambientale».

Le associazioni sono preoccupate perché la legge 185/90 che si vuole modificare è considerata a livello internazionale un modello per i divieti che contiene, per i controlli e le misure di trasparenza, per questo dicono che un suo cambiamento «Non può avvenire senza un adeguato dibattito parlamentare. Infatti, il governo, per la prima volta, su una materia così delicata che riguarda la politica estera e di sicurezza del Paese, ha deciso di fare approvare al Parlamento una legge delega. Sarà poi l'esecutivo a scrivere le norme sul commercio di armi sulla base delle poche indicazioni contenute nella proposta di legge "comunitaria" attraverso un decreto legislativo. Senza alcuna trasparenza e senza nessun confronto in Parlamento. Inoltre, i sei commi dell'art. 12 che contengono la delega non definiscono in modo definito e rigoroso i principi e criteri direttivi (come prevede la Costituzione) che dovrebbero improntare la redazione del decreto legislativo conseguente, lasciando mano libera all'esecutivo di modificare, senza troppi paletti, la legge 185/90 sul commercio di armi».

Rete Italiana per il Disarmo e Tavola della Pace assicurano che mobiliteranno tutte le loro organizzazioni «Affinché sia garantita l'osservanza dei principi fondamentali di controllo e di trasparenza che sono alla base della legge 185/90» e Giorgio Beretta, analista della Rete Disarmo evidenzia che «La legge 185/1990 ha, tra l'altro, il grande merito di aver introdotto controlli bancari rigorosi e trasparenti per evitare transazioni finanziarie occulte connesse all'export di armi. Appare singolare che questo governo intenda riscriverla col chiaro intento di ridurre fortemente la trasparenza sui controlli bancari proprio nei giorni in cui i vertici (gli ex Amministratori delegati) sia della maggiore industria militare nazionale (Finmeccanica) sia del principale istituto di credito italiano (UniCredit) sono oggetto di specifiche indagini da parte della magistratura per attività illecite».

Le reti pacifiste sono fortemente contrarie a questa proposta che secondo loro «Consegna una delega in bianco al governo. Il fatto che le norme sui controlli delle esportazioni di armi siano approvate senza un vero confronto nelle competenti sedi istituzionali è un rischio per la democrazia e la sicurezza. Le associazioni che fanno parte di entrambe le organizzazioni chiedono di stralciare l'articolo 12 del disegno di legge che diminuirebbe controlli e la trasparenza sui trasferimenti armi con il rischio di esportare armi italiane a Paesi in guerra e che siano utilizzate per commettere gravi violazioni dei diritti umani».

Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, conclude: «Quello che chiediamo ai parlamentari è un atto di buon senso: non possiamo più permetterci di alimentare, con la vendita delle nostre armi, i conflitti e le guerre che si stanno moltiplicando nel mondo e anche alle porte di casa nostra alcuni mesi fa il Senato aveva bloccato il tentativo del Governo di facilitare la vendita delle armi italiane nel mondo, ora è venuto il tempo di cancellare definitivamente questa irresponsabile pretesa».

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