[18/10/2011] News toscana

Ato Acqua e rifiuti: le aziende toscane si rivolgono alla regione

Le aziende dei settori acqua e rifiuti hanno espresso la loro posizione sul documento preliminare riguardante gli Ato (Ambiti territoriali ottimale) che la Giunta regionale ha presentato al Consiglio. In sintesi, viene condivisa la scelta di un Ambito territoriale ottimale nel servizio idrico e di tre Ato in quello dei rifiuti, ma al contempo le aziende chiedono alla Giunta di riacquisire la propria funzione nella programmazione e autorizzazione delle opere strategiche, nonché di indicare obiettivi chiari di politica industriale.

«La Regione dovrebbe avere più coraggio e cogliere, come stanno facendo in Piemonte e altre regioni, l'opportunità che offre la legislazione nazionale per assumere parte delle competenze, quelle che riguardano le grandi opere e i grandi impianti, acquisendo nel Piano regionale la competenza di pianificazione sovraordinata al Piano di Ambito- ha sottolineato il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo (Nella foto) - la Giunta dovrebbe riservarsi anche la nomina del direttore delle Ato, per superare il conflitto di interessi più volte sollevato sul rapporto fra controllore e operatore».

Per quanto riguarda l'acqua una pianificazione sovraordinata esiste già (quella del Piano di gestione del Distretto e del Piano di tutela regionale), alla quale semmai bisognerebbe dare più forza, rispondere con più cogenza e puntualità.

«In particolare per il settore idrico - ha aggiunto il coordinatore  per il servizio idrico di Cispel Giuseppe Sardu  - la legge poteva contenere riferimenti a modalità di sostegno indiretto agli investimenti, quali la possibilità per l'Ato unico di allineare le scadenze delle concessioni e la previsione in legge della clausola per cui il gestore uscente rimane in esercizio fino al saldo totale del valore residuo del capitale investito. Ciò garantirebbe meglio l'accesso al credito bancario per i piani».

Detto in altre parole si chiederebbe di prolungare le concessioni, ma in questo modo si verrebbe meno alla volontà dei cittadini espressa con il referendum dello scorso giugno. Per quanto riguarda le politiche per gli investimenti «le aziende chiedono chiari obiettivi di politica industriale - ha affermato il coordinatore per i rifiuti, Paolo Regini  - prevedendo un chiaro disegno di sostegno agli investimenti strategici regionali nei due settori, immaginando un nuovo ruolo di Fidi e introducendo eventualmente un fondo di rotazione». Le aziende hanno anche chiesto di partire fin da subito con una gestione operativa, pure nelle forme commissariali, in considerazione delle procedure di gara già avviate nei tre ambiti dei rifiuti.

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