[18/10/2011] News

Prezzi degli alimenti, una crisi che mette a rischio la stabilità del mondo. Ci salveranno le donne?

Ieri a Roma, tra l'indifferenza dei più, si è celebrato alla Fao il World food day, la giornata mondiale dell'alimentazione, che  quest'anno aveva per tema "Prezzi degli alimenti - dalla crisi alla stabilità", scelto per attirare l'attenzione sulle fluttuazioni dei prezzi alimentari che minacciano di portare altri milioni di persone alla fame cronica.

Secondo la Fao «le fluttuazioni dei prezzi, in particolare quelle al rialzo, rappresentano la maggiore minaccia alla sicurezza alimentare nei Paesi in via di sviluppo. I più colpiti sono i poveri». Per 5 anni consecutivi i prezzi alimentari sono stati instabili e sostenuti, ed attualmente sono prossimi al loro picco storico: i dati della Banca mondiale dicono che nel 2010-2011 l'aumento dei costi degli alimenti ha portato alla povertà estrema altri 70 milioni di persone.

Aprendo il summit di Roma, il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha detto che «servono 80 miliardi di dollari di investimenti aggiuntivi l'anno in agricoltura, e nelle attività ad essa connesse, per assicurare che vi sia cibo a sufficienza per il 2050. Maggiori investimenti sono essenziali per mitigare le oscillazioni dei prezzi alimentari e costruire la capacità di risposta delle nazioni e delle popolazioni povere. I fattori che stanno dietro il devastante impatto che i prezzi sostenuti e volatili hanno avuto sulle condizioni di vita delle popolazioni povere sono 20 anni di investimenti insufficienti in agricoltura, ed in generale l'aver trascurato il settore. La crisi nel Corno d'Africa mostra che sono necessarie risposte sia immediate che di più lungo periodo, e che sono necessarie risorse finanziarie su cui poter contare per affrontare le cause di fondo della carestia e dell'insicurezza alimentare. Il mondo ha la conoscenza e i mezzi finanziari per garantire la sicurezza alimentare a tutti, e di conseguenza un mondo più stabile. Adesso è il momento che si passi dalle parole ai fatti».

Alla manifestazione di Roma ha inviato un messaggio anche Papa Benedetto XVI, nel quale si legge che «per combattere la fame e le carestie occorrono sia soluzioni immediate che di lungo periodo». Riferendosi alla tragedia del Corno d'Africa e alla carestia nel sud della Somalia, il Papa ha detto: «di fronte all'annientamento di intere comunità provocato dalla fame e all'abbandono forzato della propria terra d'origine è essenziale fornire assistenza immediata, ma è necessario intervenire anche nel medio e lungo periodo per riuscire a venir fuori dall'emergenza», e ha definito «deplorevole l'idea che sta guadagnando terreno che il cibo sia una merce come tutte le altre, e dunque soggetta ai movimenti speculativi. L'agricoltura promuove lo sviluppo economico: il lavoro agricolo non dovrebbe essere considerato un'attività secondaria, ma piuttosto come l'obiettivo di tutte le strategie di crescita e di sviluppo. La liberazione dal giogo della fame è la prima manifestazione concreta del diritto alla vita».

La ex presidente socialista del Clie, Michelle Bachelet, attuale sottosegretario generale dell'Onu e direttrice esecutiva di "UN Women", ha sottolineato che «una delle cause dell'insicurezza alimentare è la povertà e la discriminazione contro donne e ragazze, comprese quelle dedite all'agricoltura. Poiché le donne sono in prima linea per garantire la sicurezza alimentare, è necessario che negli investimenti agricoli e commerciali sia data priorità ai loro bisogni e ai loro diritti, se vogliamo passare dalla crisi alla stabilità. Se l'umanità vuole vincere la sfida di nutrire la popolazione mondiale oggi e nel 2050 quando raggiungerà i 9 miliardi, è necessario investire nelle donne, perché esse hanno un ruolo chiave nella lotta contro la fame. Conferire alle donne più potere in termini di opportunità e strumenti, è di fondamentale importanza per velocizzare il percorso verso lo sviluppo, la sicurezza alimentare e una nutrizione più salutare».

Anche la direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale (Pam) Josette Sheeran, ha ribadito il ruolo fondamentale delle donne per la sicurezza alimentare: «le donne sono l'arma segreta per sconfiggere la fame e rappresentano una forza ineguagliabile nella lotta alla malnutrizione. Quando le donne hanno cibo, anche i bambini hanno cibo. Inoltre quando vengono aiutate a produrre cibo, anche le comunità a cui esse appartengono hanno la cibo con cui nutrirsi. È per questo che una strategia insostituibile nella lotta alla fame è proprio fornire alle donne conoscenza e capacità, capitale e strumenti, per aiutarle a raggiungere la sicurezza alimentare per sé, per i propri figli, per le proprie comunità».

Kanayo F. Nwanze, presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), ha ricordato che «fintanto che ci sarà anche solo una persona che muore a causa della fame cronica dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per evitare che ciò avvenga. La recente crisi nel Corno d'Africa mostra il terribile costo umano che si paga per aver trascurato l'agricoltura e le zone rurali. La siccità non si può prevenire, la carestia si. Esistono strategie efficaci e strumenti che gli agricoltori possono usare per incrementare la loro capacità di risposta agli shock climatici e di altra natura.  Investimenti in agricoltura di lungo periodo, non solo da parte dei donatori internazionali ma anche da parte degli stessi Paesi, sono l'elemento essenziale per far sì che tragedie di questa portata non si verifichino mai più».

Secondo il presidente di turno dell'Unione africana, Obiang Nguema Mbasogo, presidente della Guinea Equatoriale, «l'Africa sta sostenendo il maggior peso dell'attuale crisi dei prezzi delle derrate alimentari. Bisogna aumentare la produttività e la competitività dei piccoli agricoltori, gli investimenti in agricoltura e le politiche inerenti alla proprietà fondiaria». Nguema Mbasogo si è appellato allo  «spirito di solidarietà nazionale e internazionale per diminuire il numero di persone che soffrono la fame nel mondo».

Nel suo intervento il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, ha detto che «la lotta alla fame nel mondo necessita di una nuova forma di globalizzazione che rifletta principi di condivisione, generosità e cooperazione. Un uomo affamato non è un uomo libero e spesso può anche diventare pericoloso».

Il suo discusso collega, il ministro dell'agricoltura Francesco Saverio Romano, appena salvato in Parlamento da pesanti accuse di contiguità con la mafia, ha approfittato della platea internazionale per far notare che «i Paesi più ricchi ed industrializzati sono chiamati alla grande responsabilità di rimettere l'agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dell'agenda politica internazionale. La globalizzazione non può più prescindere da uno sviluppo rurale finalizzato, in tutte le aree del mondo, al benessere delle popolazioni».

Speriamo che Frattini e Romano se lo ricordino onorando gli impegni solennemente presi e sempre abbondantemente disattesi dall'Italia, peggior Paese del G8 per il mantenimento delle promesse fatte nei vari vertici ai Paesi poveri.

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