[17/10/2011] News

Black blox: quando le sassaiole partono da dietro i mercati finanziari

L'odio verso il mondo della finanza, in tutte le sue forme, sta raggiungendo l'apice. Cercando infatti un filo rosso in comune tra i movimenti di protesta che si dipanano in tutto il mondo contro la crisi in corso (e le modalità scelte per gestirla), sicuramente può esser trovato nel rigurgito d'avversione che si sta riversando verso la finanza globale, indicata come l'artefice principale del disastro.

La finanza è dunque davvero il male assoluto da ripudiare? In realtà, sebbene "le piazze finanziarie" e i "mercati" stiano subendo nella cronaca (anche su queste pagine) una sorta di antropomorfizzazione - un po' come le vecchie divinità greco-romane - e l'etimologia che ha preso piede nel linguaggio comune parli di loro descrivendole quasi come entità autonome e pensanti, è necessario ricordare come la finanza rimanga un semplice strumento, del quale è possibile servirsi in più modi.

La globalizzazione dei capitali ha preceduto quella delle merci e delle persone, ed è soprattutto il suo non essere stata accompagnata da una globalizzazione dei diritti che ne ha mostrato subito e con maggior forza la faccia oscura. La finanza, però, non è solo questo: in una prospettiva di lungo termine può ben rappresentare il mezzo tramite cui programmare ed effettuare investimenti economicamente, ecologicamente e socialmente responsabili, oppure per tutelare se stessi e la propria attività dalle incertezze che sempre riserba il futuro.

La finanza malata, come una cellula cancerosa, si è però espansa fino a nascondere buona parte dell'altro suo lato, quello inerente un'economia responsabile. È la finanza-roulette, la ricerca di del profitto a breve termine, e a tutti i costi, a meritare tutta la rabbia degli indignados - e non solo la loro.

Quando poi la ricerca del profitto (e solo di quello) passa dall'orizzonte del breve termine a quello dei nanosecondi, il castello di carte non può che sgretolarsi del tutto. La finanza dopata da algoritmi ed informatica non è certo una novità, ormai, ma questo non toglie che la sua presa si sia nel frattempo allentata.

«Tra mercoledì e giovedì s'è capita l'origine della presunta schizofrenia dei mercati, quando una serie di ordini di vendita sono partiti in automatico dalle black box di alcuni grossi trader americani - scriveva sabato Walter Riolfi, sulle pagine del Sole 24 Ore. Queste macchinette (scatole nere) sono dei potenti computer mossi da un software di sofisticati algoritmi che macina esclusivamente i dati cari all'analisi tecnica.

Scatole nere (e scatole grigie) hanno cominciato a diffondersi nel decennio passato tra gli operatori delle materie prime, in particolare tra i Commodity Trading Advisor (Cta), che passano per società di consulenza ma sono nei fatti dei veri e propri hedge fund che gestiscono migliaia di miliardi di dollari. [...] Mercoledì sera le black box hanno deciso di mettersi al ribasso, senza alcun intervento umano. È probabile che siano state imitate da altre macchine ancor più perfide di loro: quelle del trading ad alta frequenza che, reagendo in nanosecondi, pare anche che vadano a spiare il book di negoziazioni opportunamente sollecitato da qualche loro ordine fantasma fatto partire qualche nanosecondo prima».

Per sottolineare la rilevanza di quanto (nuovamente) successo sui mercati finanziari, Riolfi ricorda poi che «tra le macchinette dei primi e quelle del secondi si macinano due terzi degli scambi che avvengono sui mercati finanziari».

Il problema della finanza, e di riflesso di tutti noi, dunque, è che il timone della barca è al momento in mano non agli algoritmi ed ai supercomputer, ma a quei black bloc in colletto bianco - in un comportamento speculare a quelli in cappuccio nero, che hanno invaso e sporcato l'importante manifestazione di sabato, e verso i quali la condanna è stata giustamente unanime - che si mostrano talmente assuefatti dalla religione dell'avere che viene propagandata nella nostra società da non saper più orientarsi con la bussola della loro umanità, aiutati dalla distanza che fisicamente intercorre tra l'osservare tra il premere un tasto dietro lo schermo di un pc a Wall Street ed il non potersi riempire una ciotola di riso nel Corno d'Africa, quando invece le due azioni sono così strettamente collegate.

Torna all'archivio