[13/10/2011] News

Marea nera in Nuova Zelanda: il peggior disastro marittimo della storia del Paese. Wwf: «Ci vorranno anni per quantificare i danni»

Il ministro dell'ambiente neozelandese Nick Smith ha dichiarato che la marea nera prodotta dal naufragio della portacontainer Rena al largo delle coste di Tauranga è diventato il peggiore disastro marittimo della storia ambientale della Nuova Zelanda. Centinaia di tonnellate di petrolio sono ormai state sversate nell'oceano, masse globulari di petrolio tossiche sono ormai arrivate a Sulphur Point e sulle spiagge di Matua. Macchie di petrolio di 2 - 3 metri di larghezza coprono la spiaggia di Papamoa.

Secondo Greenpeace New Zealand «La situazione è disastrosa e le condizioni atmosferiche avverse continuano ad ostacolare gli sforzi per contrastare la perdita e recuperare la Rena. C'è il pericolo reale che la nave si rompa e riversi in mare la maggior parte del rimanente olio combustibile pesante. Data la gravità della situazione, arrivano domande inevitabili sulla capacità della nostra nazione di affrontare una fuoriuscita di petrolio di queste dimensioni. Ci sembra straordinario che John Key abbia così categoricamente respinto le preoccupazioni per i potenziali rischi di aprire le nostre coste alle trivellazioni petrolifere in acque profonde».

E' convinzione di molti neozelandesi che il governo conservatore abbia dimostrato di non essere in grado di far fronte ad un disastro petrolifero Il leader del Partito laburista neozelandese, Phil Goff, ha detto: «Se non possiamo far fronte a una nave che si è incagliata solo pochi chilometri al largo di un grande porto, e se ci vuole tanto tempo per rispondere ad un tale incidente, che possibilità avremmo con un disastro petrolifero che sverserebbe centinaia di migliaia di tonnellate greggio in mare?».

Greenpeace condivide: «E' un punto molto pertinente e diamo il benvenuto questa intuizione tanto attesa del leader dell'opposizione. Potrebbe diventare una questione determinante nelle prossime elezioni. In tempi di crisi, i politici hanno l'opportunità di diventare leader. Hanno la responsabilità di fare un passo avanti e prendere le decisioni difficili necessarie per proteggere il nostro ambiente e salvaguardare la nostra economia. La strenua difesa di John Key dei piani petroliferi del suo governo è stata piena di falsità e di offuscamento, nel tentativo di portare questo Paese alla rovina ecologica. Quel che è troppo è troppo. Per lui è arrivato il momento di assumersi le proprie responsabilità e di prendere le misure per definire un futuro più pulito e più intelligente, un'economia più prospera, invece di fare il clown prince del circo dei combustibili fossili».

Il petrolio si sta diffondendo sempre più velocemente lasciandosi dietro una scia di uccelli e organismi marini morti Oggi l'autorità Marittima della Nuova Zelanda ha detto di aver trovato centinaia di uccelli morti per il petrolio sversato dalla Rena, una nave di armatori greci con bandiera liberiana, che si è incagliata sulla barriera corallina. 92 uccelli sono stati curati presso il Centro nazionale di recupero della fauna selvatica della alla Baia di Plenty. Bob Zuur del Wwf New Zealand, che lavora al Centro, dice: «Stiamo esplorando gli scogli alla ricerca di fauna selvatica, è difficile vedere gli uccelli e sembrano spaventati. Abbiamo salvato tre piccoli pinguini blu, ma abbiamo raccolto molti più uccelli morti. I pinguini normalmente non vengono a riva durante il giorno, quelli che stiamo trovando sono piuttosto malati. I pinguini vengono a riva di notte, probabilmente verranno recuperati più facilmente dalle squadre di soccorso questa sera».

Il Wwf è molto preoccupato per la sorte della fauna selvatica colpita dalla fuoriuscita di carburante: «Abbiamo visto un cormorano a circa 20 metri dalla riva, si agitava in acqua cercando di ripulirsi, non poteva volare, non poteva immergersi, non sapeva cosa fare, e noi non potevamo raggiungerlo - spiega Zuur - E' stato straziante. La maggior parte degli uccelli che stiamo trovando morti sono uccelli delle tempeste e berte ma anche pinguini e cormorani. Molti di questi uccelli nidificano in questo periodo dell'anno».

Insieme calle preoccupazioni per la fauna selvatica, il Wwf evidenzia che «La portata del disastro ambientale non può essere stimata a breve ed è destinata a peggiorare. Il Wwf continuerà a sostenere il recupero della fauna selvatica e a offrire supporto tecnico e assistenza in questa fase di emergenza. Gli effetti dell'inquinamento sugli uccelli marini e acquatici è solo la cosa più evidente, sono incalcolabili sia per entità che per durata i danni all'intero ecosistema marino».
Il Wwf sottolinea che «Le coste settentrionali dell'Isola del Nord sono particolarmente importanti perché ospitano decine di migliaia di uccelli migratori acquatici che raggiungono proprio in questo periodo le zone umide per passarci i prossimi mesi più caldi, lasciano le zone di nidificazione in Asia e Nord America. Alcuni dei volatili morti non possono essere identificati perché troppo imbrattati, sono irriconoscibili».

Gli ambientalisti sono preoccupati in particolare per il piviere della Nuova Zelanda in via di estinzione e la sterna bianca: «Il piviere della Nuova Zelanda è già minacciato ed è possibile che se la situazione peggiora, la popolazione locale potrebbe essere gravemente impoverita - sottolinea Zuur - Ci sono circa 1500 pivieri della Nuova Zelanda, in piccole popolazioni locali sui litorali costieri. Ce ne sono solo un paio di dozzine vicino a Maketu».

 

 

Torna all'archivio