[12/10/2011] News

Il global warming scioglierà il cioccolato africano?

Second il rapporto "Predicting the impact of climate change on the Cocoa-growing regions in Ghana and Cote d'Ivoire" «Il cambiamento climatico minaccia non solo la produzione di colture alimentari di base, ma potrebbe trasformare l'amato cioccolato del bar in un lusso che pochi possono permettersi».

Più della metà del cioccolato che consumano i golosi del mondo sviluppato proviene dalle piantagioni di cacao del Ghana e Costa d'Avorio, dove centinaia di migliaia di piccoli agricoltori riforniscono di cacao i mercati dei Paesi ricchi.

La nuova ricerca del Centro internacional de agricoltura tropical (Cit) e di Climate change agricolture and food security, commissionata dalla Bill & Melinda Gates Foundation, ha utilizzato i risultati combinati di 19 modelli climatici per valutare l'impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione del cacao. E' il primo di tre rapporti sugli effetti del cambiamento climatico su alcune delle colture essenziali per le economie dei Paesi dell'Africa occidentale, sono in corso ulteriori studi sull'impatto del global warming sugli anacardi e il cotone.

Lo studio rivela che, con il previsto aumento della temperatura media annua di oltre 2 gradi centigradi entro il 2050, in molte aree dei Paesi dell'Africa occidentale produttori di cacao sarà troppo caldo per il cioccolato. Il rapporto, il primo del suo genere sui probabili effetti del cambiamento climatico sulla produzione di cacao nella regione, prevede che «Le aree idonee al cacao inizieranno diminuire appena nel 2030, quando la temperatura media aumenterà di un grado Celsius». 

L'aumento del caldo avrà un impatto fortissimo sulle delicate piante di cacao che hanno bisogno di abbastanza acqua durante il periodo vegetativo, limitando lo sviluppo dei baccelli di cacao, che contengono la preziosa materia prima per produrre il cioccolato. Inoltre le piante stanno già soffrendo per l'allungamento della stagione secca, che è diventata anche più intensa.

Secondo il rapporto del Cit, «Un aumento di 2,3 gradi Celsius entro il 2050, influirà enormemente sulla produzione nelle regioni di pianura, incluse le maggiori aree di produzione di cacao di Moyen-Comoe, Sud-Comoe e Agneby nella Costa d'Avorio, e del Western e Brong Ahafo in Ghana. Gli agricoltori in queste aree sono particolarmente vulnerabili poiché la produzione di cacao è spesso la loro fonte primaria di reddito».

Il principale autore del rapporto, Peter Laderach del Cit, spiega che «Molti di questi agricoltori utilizzano le loro piante di cacao come bancomat. Prendono alcuni baccelli e li vendono per raccogliere rapidamente il denaro per le tasse scolastiche o le spese mediche. Le piante svolgono un ruolo assolutamente essenziale nella vita rurale. Stiamo già stiamo vedendo gli effetti delle temperature sulle coltivazioni di cacao attualmente prodotto in aree marginali, e con il cambiamento climatico queste aree certamente si amplieranno. In un momento in cui la domanda mondiale di cioccolato è in rapida crescita, soprattutto in Cina, c'è già pressione al rialzo sui prezzi. Non è inconcepibile che questo, unitamente all'impatto dei cambiamenti climatici, potrebbe causare un rapido e sensibile aumento dei prezzi del cioccolato».

Il rapporto prevede che, per compensare l'aumento delle temperature, le zone di coltivazione ideali per il cacao si sposteranno ad altitudini più elevate. «Il problema è che gran parte dell'Africa occidentale è relativamente piatta e non ci sono alture - sottolinea Läderach - Questa è una delle principali cause della potenziale drastica diminuzione delle aree idonee per il cacao nella regione».

Ma c'è anche un altro problema: le terre ad altitudini più elevate sono spesso ancora ricoperte di foreste e la ricerca di nuovi siti da parte dei produttori di cacao potrebbe innescare la deforestazione e l'invasione di aree protette e di habitat importanti per la flora e la fauna. «Per queste ragioni - avverte il rapporto - è fondamentale che ci concentriamo su come aumentare la maggiore resilienza possibile dei sistemi produttivi esistenti».

Già ora diversi piccoli coltivatori di cacao utilizzano alberi più grandi per fare ombra alle piante di cacao e mantenerle al fresco, il rapporto fa una serie di ulteriori raccomandazioni: cominciare a coltivare altri prodotti e colture alimentari per evitare il rischio che un cattivo raccolto di cacao li metta sul lastrico e misure preventive per minimizzare il rischio crescente di incendi durante la stagione secca. Il passo successivo sarà quello di selezionare piante di cacao più resistenti al caldo ed alla siccità e di installare sistemi di irrigazione idonei, ma per questa c'è bisogno anche di politiche governative che aiutino gli agricoltori di cacao e l'industria nel suo complesso a prepararsi e ad adattarsi ai cambiamenti climatici»

Läderach dice che «La buona notizia è che il rapporto quantifica i rischi e individua le aree particolarmente vulnerabili in tempo utile per poter intraprendere un'azione efficace. I produttori nelle aree colpite saranno protetti se sono disposti a cambiare e se avranno le conoscenze, gli strumenti e il sostegno istituzionale per aiutarli ad adattarsi».

I risultati dello studio sul cacao consentiranno ai decision makers riuniti nel multi-stakeholder World Cocoa Foundation Cocoa Livelihoods Project, una partnership pubblico-privato finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation e da 15 imprese dell'industria del cioccolato, di contribuire a migliorare la produzione di cacao e il reddito degli agricoltori in Africa occidentale.

Anche le zone di coltivazione del cacao nel bacino amazzonico hanno dei problemi per le infezioni fungine. Mars Candy Company e Usda hanno lavorato al sequenziamento del genoma del cacao prima che il fungo parassita raggiunga l'Africa occidentale. La Cocoa research association in passato aveva esposto le sue le preoccupazioni per i piccoli agricoltori di cacao che guadagnano solo 80 centesimi al giorno e per il fatto che non ci sono incentivi per ripiantare le piante di cacao quando muoiono. I cinque anni di ciclo di coltivazione vanno ammortizzati perché in assenza di incentivi negli ultimi anni molti coltivatori di cacao sono immigratio nelle città.

Per la sua bontà ed i suoi benefici per la salute il cioccolato trova sempre nuovi acquirenti, ma la domanda insaziabile dei consumatori di cioccolato non viene rifornita da una filiera altrettanto "buona", virtuosa e socialmente giusta.

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