[11/10/2011] News toscana

Coldiretti e vivaisti contrari alla centrale a gas: vogliamo eolico, biomasse e solare

Coldiretti Pistoia insieme ai vivaisti, si oppone alla realizzazione della centrale nell'area ex Radicifil in località Canapale nel comune di Pistoia, da parte della Repower Produzione Italia SpA. Si tratta di una centrale a ciclo combinato (alimentata a gas), progettata per una potenza elettrica 120-140 MWe e una potenza termica in ingresso 245MWt.

L'associazione degli agricoltori ha commissionato uno studio alla Ema srl (Environmental management agency), per verificare l'impatto ambientale e la congruità dell'impianto rispetto alla realtà pistoiese. Un primo elemento che emerge dallo studio è quello di un proposta alternativa. Basterebbero 115 ettari di pannelli solari per evitare che una centrale elettrica venga inserita in mezzo ai vivai, con conseguenti rischi per il futuro della più importante attività economia della provincia di Pistoia.

Ma la stessa energia prodotta dalla centrale si potrebbe ottenere (spiega lo studio di Ema) anche inserendo circa 46 aerogeneratori da 3 MW di eolico, o utilizzando le biomasse in una filiera corta. «E' sempre più forte la sensazione che l'operazione centrale nell'area ex Radicifil sia raffazzonata - ha sottolineato Riccardo Andreini, presidente di Coldiretti Pistoia - la centrale era stata già proposta in un altro comune della provincia, ma era stata rifiutata immagino per ragioni di impatto ambientale. In seguito la Radicifil ha chiuso il suo impianto pistoiese, licenziato 137 dipendenti e venduto in tutta tranquillità l'area dismessa, liberata immediatamente e senza alcuna protesta delle maestranze».

Lo studio realizzato per Coldiretti, eseguito da Simone Gorelli, docente di pianificazione ambientale all'università di Pisa, e dall'agronoma Elena Balducci, analizza nel dettaglio lo Studio di impatto ambientale (Sia) della Repower rilevandone molte carenze informative rispetto ai dati conoscitivi di base, e rispetto agli effetti riguardanti le matrici come aria, acqua, suolo, e poi flora, fauna, paesaggio, radiazioni e soprattutto salute pubblica. Nello Sia di Repower tra l'altro si fa riferimento ai vantaggi per la cessione di calore agli utenti prossimi alla centrale, in particolare al sistema vivaistico che, dice Repower, potrebbe utilizzare il calore residuo della centrale per riscaldare le serre.

Ma replicano da Coldiretti, le poche piante prodotte in serra a Pistoia, necessitano solo del calore del sole. «Ancora ci chiediamo perché costruire ed autorizzare una centrale elettrica nel bel mezzo dei vivai pistoiesi - ha continuato Andreini -. Un impianto progettato in mezzo ai vigneti del Chianti farebbe riflettere non poco, non solo i produttori di vino, ma pure le amministrazioni locali. Il fine nobile dell'ipotetica conservazione dei posti di lavoro ha prodotto molti guasti e sprechi di risorse, in Italia ed in Toscana. Nel caso dell'area ex Radicifil, a fronte dei precedenti 137 occupati, sarebbero inseriti nella nuova attività solo una decina di lavoratori. Temiamo che la politica locale sia vittima di un abbaglio, ne abbiamo indiretta conferma dalla mancanza di effettivi riscontri alle nostre sollecitazioni e rilievi» ha concluso il presidente di Coldiretti Pistoia. 

Questa sera i risultati dello studio di Ema saranno illustrati ai cittadini e imprenditori agricoli (ore 21.00, presso il circolo MCL di Badia a Pacciana). Interverranno i professori Simone Gorelli e Massimo Rovai dell'Università di Pisa, Riccardo Andreini, presidente Coldiretti Pistoia e Francesco Sossi, direttore Coldiretti Pistoia.

 

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