[10/10/2011] News

L’intifada copta incendia l’autunno egiziano della primavera araba

Il governo militare provvisori dell'Egitto ha decretato il coprifuoco nel centro del Cairo, ma le ultime notizie che arrivano dalla capitale egiziana dicono che gli scontri tra copti e musulmani sono ripresi. L'autunno sembra soffocare nel sangue e negli scontri confessionali le speranze di unità e di democrazia laica che hanno portato moltissimi dei giovani egiziani ad innalzare insieme le croci cristiane e i simboli dell'islam a piazza Tahrir in una primavera di speranza che sembra già appassita sotto il talloni dell'esercito e la stretta dei Fratelli musulmani.  Scontri sarebbero avvenuti anche  ad Alessandria, la seconda città dell'Egitto.

Domenica migliaia di copti si erano riuniti davanti alla sede della televisione di Stato al Cairo per protestare contro l'incendio di una chiesa. Una Marcia pacifica che è presto degenerate: ci sarebbero almeno 36  morti e oltre 300 feriti e probabilmente centinaia di arrestati. A marzo 13 persone erano state uccise in scontri confessionali nel quartiere Manshiyet Nasser del Cairo, dopo che una chiesa era stata incendiata nel villaggio di Sol, a sud della capitale.

Secondo il sito internet di Al-Ahram, la famigerata polizia militare egiziana ha stabilito un impenetrabile perimetro di sicurezza intorno alla Tv pubblica. La strage del Cairo è solo l'ultimo episodio della disperazione della numerosa minoranza cristiano-copta egiziana (10% della popolazione egiziana, cioè circa 8 milioni) che sperava che la rivoluzione mettesse fine agli attacchi degli integralisti musulmani tollerati e forse istigati dal regime dittatoriali di Hosni Mubarak.

I copti reclamano il rispetto dei loro diritti di cittadini egiziani e della libertà di culto con manifestazioni in tutto il Paese, ma la situazione è precipitata fin dal 4 ottobre, quando manifestanti copti hanno attaccato un'auto della polizia, aggredito un soldato e  iniziato una specie di intifada cristiana con lanci di pietre contro i blindati che volevano reprimere le manifestazioni.

Rawya Rageh di Al Jazeera parla di «Caos totale» nel centro della capitale egiziana: «Doveva essere una protesta pacifica, per chiedere che i diritti copti vengano soddisfatti, ma è presto degenerata nella violenza, con la gente che tirava pietre dai balconi sui manifestanti, chiaramente in disaccordo con la causa dei manifestanti copti»

Essam Khalili, un manifestante che indossa una camicia bianca con una croce disegnata sopra, ha detto ad Al Jazeera: «La protesta è stata pacifica. Volevamo tenere un sit-in, come al solito, i thugs (come i copti chiamano le bande degli estremisti musulmani, ndr)  ci hanno attaccato, un veicolo militare è salito  su un marciapiede e ha investito almeno 10 persone. L'ho visto» e un altro manifestante,  Wael Roufail, conferma: «Ho visto il veicolo schiacciare i manifestanti. Poi hanno aperto il fuoco contro di noi». Poi i copti hanno attaccato i mezzi dell'esercito con le molotov.

Al Jazeera riferisce che i copti dicono che marciavano pacificamente quando dei "teppisti" li hanno attaccati senza che la polizia militare intervenisse a fermarli, i copti hanno incendiato due blindati, sei auto private e un autobus pubblico. Si è trattato di una vera e propria battaglia: copti, estremisti musulmani e poliziotti in assetto anti-sommossa si sono affrontati con bombe Molotov e pietre. Un giornalista dell'agenzia di stampa Afp dice di aver assistito a violenze sui copti nei pressi di un ospedale nel centro della città, che aveva ammesso i feriti negli scontri.

L'innesco della mattanza è stato il conflitto intorno alla costruzione di una chiesa copta nel villaggio di Merinab, nella provincia di Al Sawan, che i musulmani cercano di impedire, e al furto di oggetti sacri nella vecchia chiesa cristiana che ha portato all'arresto di 13 persone. Infatti, la situazione è ancora più tesa ad i Al Sawan  dove è stata distrutta la chiesa: una protesta è stata guidata da diversi vescovi copti ha attaccato e incendiato la casa del governatore Mustafa al-Sayed che aveva detto che i copti avevano costruito la  chiesa senza il permesso edilizio.

Essam Sharaf, premier ad interim dell'Egitto ha convocato oggi una sessione d'emergenza del governo provvisorio. Sharaf è intervenuto alla televisione ed  ha invitato alla calma, descrivendo gli eventi come «Violenza inutile» ed una «Cospirazione», parole che riecheggiano quelle usate da Mubarak per bollare la rivoluzione. E il governo ha aggiunto minaccioso: «Non lasceremo che un gruppo manipoli la questione dell'unità nazionale in Egitto o ritardi il processo di trasformazione democratica», ma imporre questo con i manganelli ad una minoranza religiosa non sembra il migliore dei metodi.

Le speranze di una tregua risiedono nell'incontro di oggi tra personalità di spicco dalla Chiesa copta e della moschea di Al-Azhar, mentre il candidato alla presidenza della repubblica Amr Moussa ed alcuni gruppi politici hanno detto terranno una riunione di emergenza sulle violenze. I copti accusano il Consiglio militare al potere in Egitto di essere troppo indulgente con gli estremisti musulmani che sarebbero dietro l'ondata di attacchi ai cristiani da quando a febbraio è stato rovesciato Mubarak. Il problema è infatti tutto politico e riguarda lo stesso d futuro multiculturale e multireligioso del nuovo Egitto e della sua nascente democrazia.

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