[10/10/2011] News

Le tigri siberiane minacciate dal cimurro dei cani randagi

Le rarissime tigri siberiane o dell'Amur (Panthera tigris altaica), che sopravvivono in pochi esemplari nell'estremo oriente russo, sarebbero vittime di un'infezione virale trasmessa da cani randagi: il cimurro, si tratterebbe di una versione mutata del virus che ha già fatto strage di leoni nel Serengeti, in Africa.

Un team di esperti della Wildlife conservation society (Wcs) dello zoo del Bronx e dell'Accademia agricola di Stato di Primorskya e dello zoo di Mosca, ha confermato che negli ultimi dieci anni ci sono stati almeno due casi di tigri siberiane vittime del cimurro che provoca contrazioni muscolari, confusione, convulsioni e infine la morte.

Si tratta della tigre che nel novembre 2003 è entrata nel villaggio russo di Pokrovka, nel Khabarovskiy Krai, che venne stata catturata dai ricercatori del Wcs ma morì in cattività. Nel 2004 un'altra tigre e entrò nel villaggio Terney e venne uccisa dalla polizia locale dopo che non riuscì a catturarla.

Secondo Denise McAloose, patologo capo del Wcs e leader della ricerca, che ha presentato il risultativo degli studi al simposio sull'anno internaziionale delle foreste che si è svolto a Ussuriysk, in Russia, «I campioni delle due tigri confermano che erano portatrici del virus del cimurro». La McAloose sta studiando campioni provenienti da quattro tigri dell'Amur che mostravano sintomi simili e sospetta che anche gli altri riveleranno la presenza di cimurro.

Le tigri siberiane sono in via di estinzione a causa delle pardita di habita, del bracconaggio e della caccia eccessiva esercitata dall'uomo sulle sue prede. Ormai nel mondo rimangono in natura solo circa 3.500 tigri selvatiche, solo 1.000 delle quali femmine riproduttive, e nel 2010 i 13 Paesi che ospitano ancora popolazioni di tigri hanno promesso di stanziare 50 milioni di dollari per salvaguardarle. Le tigri dell'Amur sono quelle più in pericolo: secondo un censimento del 2005 ne sarebbero rimaste solo 500, un numero che da allora sarebbe calato almeno di 100. Secondo la McAloose «Il cimurro può essere un fattore di declino della popolazione. Qualsiasi programma di conservazione della tigre deve affrontare la malattia».

Il cimurro, anche se è più comune nei cani, colpisce molti animali selvatici, con diverse specie particolarmente vulnerabili: nel 1994 un epidemia ha ucciso oltre 1.000 leoni nel Serengeti, in Tanzania e Kenya, circa un terzo della popolazione dell'area protetta. In Africa, come probabilmente in Siberia per le tigri, la malattia è stata trasmessa da cani infetti ed è regredita solo dopo che i veterinari hanno iniziato a vaccinare i cani dei villaggi. Il cimurro ha quasi estinto la popolazione de furetto dai piedi neri del Nord America ed ha pesantemente le linci in Canada, foche del Baikal in Russia e i procioni negli Usa, mentre una sua versione mutata ha ripetutamente colpito animali europei.

I ricercatori russi ed americani per 8 anni hanno studiato le tigri siberiane della riserva della biosfera di Sikhote Alin, nell'estremo oriente russo e hanno avuto la conferma dei loro sospetti quando "Galia " la tigre dell'Amur che e penetrata nel villaggio di Terney ha mostrato segni neurologici anormali: era apparentemente impassibile a qual che le accadeva intorno e cercava solo cani per cibarsene. Le segnalazioni di tigri siberiane che entrano nei villaggi o bloccano il traffico sul strade molto frequentate sono in aumento, «Anomalie comportamentali che forse indicano l'infezione - secondo Irina Korotkova, dell'Accademia agricola di Stato di Primorskya - Comprendere il ruolo di cimurro sulla nostra popolazione selvatica di tigre dell'Amur è di vitale importanza» e Dale Miquelle, direttore del Wcs per i programmi in Russia, sottolinea che «Non ci sono dati su tigri che entrano nei villaggi e si comportano in modo anomalo prima del 2000, quindi questo sembra essere un nuovo sviluppo e nuova minaccia. Capire se la malattia è una fonte importante di mortalità per le tigri siberiane è cruciale per gli sforzi di conservazione futuri. Abbiamo visto un calo nel numero delle tigri all'interno della nostra riserva, quindi è molto importante sapere se almeno una delle cause è una malattia riconoscibile, qualcosa che possiamo essere in grado di affrontare e potenzialmente prevenire».

La McAloose è convinta che quello tra russi e americani «E' un grande esempio della collaborazione internazionale che si può raggiungere. Senza i nostri associati russi lì sul posto, che sanno quali campioni raccogliere e come preservare questi esemplari, i campioni non avrebbero mai raggiunto il nostro laboratorio, e la causa della morte sarebbe rimasta sconosciuta. E' bello che siamo tutti qui insieme per lavorare su questo tema come una squadra.

Il Wcs sta lavorando con il personale dell'Accademia agricola di Primorskaya e altri partner per creare un laboratorio della fauna selvatica ad Ussurisk per facilitare i test diagnostici locali, anche se ci vorranno diversi anni fino a quando il laboratorio sarà adeguatamente finanziato e perfettamente funzionante. Fino ad allora, c'è ancora molto da fare, tra cui l'identificazione della fonte della malattia». Infatti, se i cani randagi sono i più sospettati, le tigri potrebbero aver contratto il cimurro anche da altri animali selvatici ed i cani domestici potrebbero essere il "serbatoio" dell'infezione.

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