[07/10/2011] News

Cittadini Ue pił preoccupati per il cambiamento climatico che per la crisi economica, ma anche pił consapevoli dei vantaggi dell'azione

Secondo un sondaggio speciale Eurobarometro, realizzato nel giugno 2011 e pubblicato oggi, «Più di due europei su tre considerano il cambiamento climatico un problema molto grave e quasi l'80% ritiene che l'adozione di misure volte a combatterlo possa dare impulso all'economia e all'occupazione.

Il sondaggio rivela una maggiore inquietudine dell'opinione pubblica europea per il cambiamento climatico rispetto al 2009, confermando che resta ancora più preoccupante della situazione economica e secondo solo povertà,fame e mancanza di acqua potabile.
In totale, per l'89% si tratta di un problema grave ("molto grave" o "piuttosto grave"). Su una scala da 1 (minimo) a 10 (massimo), la gravità del cambiamento climatico ha ricevuto un punteggio di 7,4 (rispetto a 7,1 nel 2009).

Ecco i principali dati secondo Eurobarometro:
Nel complesso, il cambiamento climatico è stato messo al secondo posto fra i problemi più gravi che il mondo si trova ad affrontare, dopo la povertà, la fame e la mancanza di acqua potabile (considerate come un unico problema). Una persona su cinque fra quelle intervistate ritiene che il cambiamento climatico sia il problema più grave. Per il 51% si tratta del problema più grave o di uno dei più gravi (era il 47% nel 2009), mentre la situazione economica lo è per il 45%. Il 42% degli italiani ritiene il cambiamento climatico il problema più serio del mondo, come livello di preoccupazione precediamo solo Polonia (41%), Repubblica Caca (39%), Estonia (35%) e Portogallo (8%).

I più preoccupati sono Svezia (68%), Danimarca e Slovenia (67%), Germania e Cipro (66%).
Il 78% ritiene che la lotta al cambiamento climatico e il miglioramento dell'efficienza energetica possano dare impulso all'economia e all'occupazione nell'UE (rispetto al 63% nel 2009). In tutti gli Stati membri almeno due persone su tre condividono questa opinione.

Il 68% è favorevole all'idea di una fiscalità maggiormente incentrata sulla tassazione del consumo energetico e in tutti gli Stati membri i sostenitori di questa posizione sono la maggioranza.
L'opinione pubblica confida che l'Europa diventi una società rispettosa del clima entro il 2050, una prospettiva delineata dalla Commissione all'inizio di quest'anno nella sua tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio2. Quasi nove persone su dieci (l'88%) si aspettano che nel 2050 l'Europa faccia un maggior uso delle energie rinnovabili, l'87% che essa dia prova di una maggiore efficienza energetica e il 73% che le automobili utilizzino combustibili più efficienti di quelli attualmente impiegati.

La lotta contro il cambiamento climatico è vista come una responsabilità che incombe essenzialmente ai governi nazionali, all'Unione europea e alle imprese. Solo il 21% degli interpellati ritiene di essere personalmente responsabile, ma un ulteriore 23% suggerisce spontaneamente che tutte le parti in causa, compresi loro stessi, condividono una responsabilità collettiva.
Poco più della metà degli intervistati (il 53%) dichiara di avere adottato una qualche misura per combattere il cambiamento climatico negli ultimi sei mesi, ma questa percentuale risulta maggiore quando viene chiesto di indicare le misure specifiche adottate: il 66% degli interpellati dichiara di aver ridotto e riciclato i rifiuti domestici, la misura più comunemente adottata.

La commissaria europea all'Azione per il clima, Connie Hedegaard, ha commentato così i risultati del sondaggio che porterà sul tavolo della riunione dei ministri dell'ambiente dell'Ue: «Si tratta di notizie incoraggianti. Questo sondaggio mostra che i cittadini dì'Europa sono consapevoli che esistono altre sfide oltre a quelle economiche. Una chiara maggioranza di europei si aspetta che i responsabili politici e i leader economici affrontino seriamente e con urgenza la grave sfida posta dal clima. Colpisce il fatto che le preoccupazioni circa il cambiamento climatico siano maggiori ora che alla vigilia della conferenza di Copenaghen sul clima.

In particolare, il fatto che più di tre europei su quattro vedano nel miglioramento dell'efficienza energetica un modo per creare occupazione costituisce un forte segnale per i responsabili delle decisioni a livello europeo. A mio avviso questo sondaggio costituisce un incoraggiamento anche per noi della Commissione, affinché continuiamo a lottare a favore di un'azione ambiziosa e concreta in materia di clima in Europa».

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